Val Formazza

Rifugio Margaroli m.2196

Partecipanti:
 
 Gita effettuata in data : 9-Novembre-2008                                                    

 Partenza da: Canza m. 1419
 Dislivello totale : m. 850
 Difficoltà : E    
 Effettivo cammino h: 5,00


Come arrivarci:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Montecrestese. Di qui si prosegue sulla SS 659 delle valli Antigorio e Formazza, si superano Crodo, Baceno e Valdo per poi raggiungere Canza dove parcheggiamo nel piazzale a bordo strada.

Dopo un lungo periodo di piogge quasi ininterrotte, gli scarponi scalpitano e non riesco più a tenerli  fermi tanto che, diversamente dalle abitudini, decido di andare in montagna senza Claudio, il mio inseparabile “ socio ″, impossibilitato a partecipare causa...impegni mangerecci! Sono in ogni caso in ottima compagnia, Flavio ( www.cappef.com ) non manca mai ed essendo Domenica, sono presenti anche Avio, Carlo, Davide e Guido che ancora non fanno parte della S.P.A. ( Società Pensionati Arzilli ) e quindi sono impossibilitati a partecipare alle nostre uscite settimanali. Date le abbondanti precipitazioni nevose degli ultimi giorni, decidiamo di fare una ciaspolata sulla neve e per essere sicuri di trovarla ci rechiamo in Val Formazza con destinazione Rifugio Margaroli. Raggiungiamo Canza, da dove iniziamo a risalire la pista che si presenta quasi subito leggermente innevata, la giornata è nuvolosa, noi confidiamo nelle previsioni che  parlano di miglioramento... infatti comincia a nevischiare!?!. Durante la progressione, il manto  nevoso si fa via via più alto e giunge il momento di calzare le ciaspole, Guido è il primo a dare l’esempio. Camminando con più agilità raggiungiamo la stazione di arrivo della seggiovia del Sagersboden  m. 1810 (h1,00). Dopo una breve sosta ci incamminiamo lungo la strada che sale al Vannino, ai lati qualche piccola slavina ha già depositato il suo carico. Il nostro cammino continua e, penetrando in una gola, proseguiamo accanto al torrente sino a raggiungere un lungo e pianeggiante corridoio al di sotto della stazione intermedia della teleferica, qui la neve è molto alta ed il paesaggio circostante veramente suggestivo. Raggiungiamo la deviazione per il Rifugio Myriam (h0,40;1,40) che superiamo arrivando alla strettoia rocciosa in prossimità della piccola diga che serve a convogliare le acque del Vannino alla sottostante centrale di Valdo (h0,20;2,00). Il percorso è sempre ben innevato ed il manto ancora intatto, Flavio, generoso come sempre, si incarica di fare da apripista  battendo la traccia migliore. Notati alcuni possibili distacchi della coltre nevosa dalle soprastanti pareti, ci suggerisce di raggiungere il fondo valle e, seguendo il corso del torrente, che attraversiamo più volte, risaliamo sulla sinistra dei pali della teleferica.  Mentre intravediamo la nostra meta finale, un effimero raggio di sole ci illude, proseguiamo spediti e quando raggiungiamo il dosso su cui sorgono  il rifugio e i fabbricati della diga del Vannino (h1,00;3,00) i cartelli indicatori e la bacheca illustrativa, quasi scompaiono sommersi dalla neve. In questo ovattato scenario, il gelo si va progressivamente impossessando delle acque del lago e le montagne sembrano essere immerse nel sonno invernale. Sperando in una schiarita, che non arriva, ci accomodiamo alla meglio per consumare velocemente il nostro spuntino, poi foto di gruppo e prima di scendere... ciò che natura crea... Carlo distrugge! Ci avviamo sulla via del ritorno ricalcando i nostri “ ormoni ″ (grandi orme) Flavio è decisamente soddisfatto,  Davide è contento per come si è destreggiato alla sua prima esperienza con le ciaspole e Carlo cammina estasiato in un paesaggio da favola. Tutti siamo appagati e compiaciuti per la bella gita... con il sole sarebbe stata fantastica... ma non si può avere tutto dalla vita!!! Ritornati alla stazione della funivia, indirizziamo le prue delle nostre ciaspole verso valle e ripercorrendo il cammino fatto in salita, entriamo nello stupendo bosco di conifere al termine del quale ci ritroviamo a Canza con le sue caratteristiche case in legno che sapientemente trattato e lavorato sfida i secoli (h2,00;5,00). Avio esulta per essere arrivato” uno ″ e soprattutto per essere di nuovo alla macchina... dico io. Stanchi ma soddisfatti ci apprestiamo a far ritorno a casa mentre già stiamo pensando alla prossima uscita.