Val Vigezzo |
Punta della Forcoletta m. 1785 |
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Gita effettuata in data : 3-Aprile-2008 |
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Partenza da: Dissimo m.860 | ||||
Dislivello totale : m. 1200 | ||||
Difficoltà : E | ||||
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effettivo cammino : 4,15 |
Raggiungiamo l’amico Franco che ci aspetta in quel di Santa Maria e ci accoglie offrendoci un fumante caffè; vorremmo prolungare la sosta ma il “ dovere ” ci aspetta e quindi si parte, destinazione Dissimo. Dalla chiesa del cimitero, ha inizio la mulattiera che innalzandosi a sinistra raggiunge l’indicazione per Monte Rotondo, entra nel bosco e lo risale giungendo agli ampi pascoli del Monte di Dissimo m. 1154 (h0,30). Flavio (www.cappef.com ), Ezio e Franco sono i primi a raggiungere le prime baite, mentre io e Claudio seguiamo a breve distanza. Percorriamo la bella sella su cui sorgono, in posizione molto panoramica, le numerose casupole accuratamente ristrutturate; perveniamo alla piccola chiesuola del Monte Rotondo m. 1162 (h0,10;0,40) da cui prendiamo il sentiero che a sinistra, risale lungamente il costone discendente dal Monte Cavallina per sbucare sulla erbosa sella dove, al limite della vegetazione, sorgono lo stallone e la baita dell’alpe Rovina di Sopra m. 1518 (h0,50;1,30), che nonostante il nome si presenta ancora in uno stato accettabile. La fontana dell’alpe è ingentilita da una artistica scultura rappresentante un cappello da alpino con tanto di penna; a turno facciamo le prove per indossarlo e, anche se a Flavio non sta male, quello che lo porta meglio risulta essere Claudio. Terminate le prove, lasciamo l’alpe e ci dirigiamo in salita, seguendo le indicazioni per il Pizzo Ruscada, risaliamo il ripido pendio che ci porta alla bocchetta del Cortaccio m. 1674 (h0,20;1,50) con le sue diroccate baite. Sul crinale soffia un forte vento e Franco ha il suo bel da fare per riuscire ad indossare la giacca a vento; sul versante nord la neve è ancora abbondante e il sentiero che in condizioni normali contorna , in falsopiano, la cima quotata m. 1760 è ancora abbondantemente innevato per cui decidiamo di risalire la cima che ci si para davanti per poi scendere su tracce di sentiero fino a raggiungere i ruderi dell’alpe Olgia (h0,25;2,15). Non ritenendo prudente andare oltre, da qui seguiamo l’evidente percorso che in salita raggiunge la parte più elevata della Punta della Forcoletta m. 1785 che raggiungiamo (h0,15;2,30) risalendo il filo di cresta ai margini della neve. I venti, annunciati forti e tempestosi, ci risparmiano permettendoci di consumare il nostro pranzo seduti comodamente sui lastroni della cima mentre ci godiamo lo spettacolo dei monti circostanti. Su tutti spiccano: il vicino Gridone, il Pizzo di Mezzodì, il Pizzo Ruscada e lo Ziccher. Terminato il pranzo e...non solo...scattata la tradizionale foto ricordo; iniziamo la discesa che avviene per la stessa via seguita all’andata, compresa la risalita a quota 1760, per poi ridiscendere alla Bocchetta del Cortaccio e di nuovo all’alpe Rovina dove effettuiamo una breve sosta per recuperare le forze. Gli amici, si accomodano sul muretto che circonda l’alpe...forse si confondono con un muretto più famoso di un’altrettanto famosa località...certo è che, anche se anonimo, a noi sta benissimo questo e non lo vogliamo cambiare con nessun altro. Riprendiamo il cammino, raggiungiamo nuovamente il Monte Rotondo con la sua bella chiesetta e relativa area attrezzata prima di giungere di nuovo alle baite e da qui, calare velocemente sul paese che raggiungiamo ponendo termine a questa nuova ed entusiasmante escursione (h1,45;4,15). Ritornati a Santa Maria, Franco e la sua gentile consorte Teresa, ci offrono nuovamente di che ristoraci; noi per non essere maleducati!!!non rifiutiamo e terminato il rinfresco, salutiamo gli amici ai quali assicuriamo che...vista l’accoglienza, pensiamo di effettuare ancora parecchie gite in valle, in particolare... quando saremo certi della loro presenza a Santa Maria!.
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