Come arrivarci:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire
sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera,
salire per la SS 337 della Valle Vigezzo fino a Santa
Maria, superato l’abitato, al bivio si prende a sinistra
seguendo le indicazioni per Arvogno, dove si arriva
dopo pochi chilometri.
Ad
Arvogno, visto lo scarso affollamento, scendiamo al
ponte sul fiume Melezzo, dove parcheggiamo l’auto negli
esigui spazi disponibili. Ultimati i preparativi, diamo
il
via alla camminata odierna, imbocchiamo sulla destra
la scorciatoia, e subito il nostro occhio bionico...
Flavio (
www.cappef.com ) individua un
meraviglioso porcino che fotografiamo ad imperitura
memoria. Risaliamo la scalinata e ci ritroviamo al
bivio per la Bocchetta di Muino. Risaliamo il bel
sentiero ed in breve ci ritroviamo a superare in
successione le alpi;
Cortina e Raunel (h0,15), il sentiero
prosegue, sempre ben segnato, e guadagnando leggermente
quota
sovrastiamo l’alpe Caulin m. 1400 (h0,15;0,30)
per poi, superate tre vallette, arrivare ad un
bivio dove su sasso sono indicate le possibili
destinazioni ( h0,20;0,50). Svoltiamo decisamente
a sinistra e in ripida ascesa continuiamo a salire
faticosamente nel
bosco, che si accinge a vestirsi d’autunno, quasi
con la lingua fuori arriviamo alla
bocchetta di Muino m. 1977 (h0,50;1,40).
Dalla bocchetta lo sguardo si apre sui begli alpeggi che
costellano la Valle Onsernone, scendiamo sul sentiero
sempre molto ben indicato e raggiungiamo il
lago di Muino inferiore m. 1890 (h0,10;1,50),
invaso da vegetazione palustre, nei cui pressi sorge
il piccolo rifugio Greppi m. 1915. Il sentiero prosegue
ora in leggera discesa e raggiunge la conca in cui sono
situati il
lago di Ruggia, ora quasi ridotto ad una misera
pozzanghera, e l’omonimo alpeggio m. 1890 (h0,10;2,00)
con le sue baite ben tenute. Oltrepassiamo l’alpe e
raggiungiamo la ben evidente bocchetta di Ruggia m. 1990
(h0,20;2,20) che si vede sullo sfondo e dalla
quale pieghiamo a destra per risalire la
cresta Sud che discende dall’omonimo pizzo. La
salita si presenta impegnativa e dobbiamo prestare
particolare attenzione nel superare alcuni tratti in cui
sono presenti
lisci lastroni di roccia.
Flavio, da esperto quale è, ci precede e ci indica
la via migliore da percorrere per giungere in vetta al
Pizzo Ruggia m.2289 (h0,40;3,00). La
soddisfazione di noi tutti è grande, l’aver raggiunto la
meta prefissata ci rende euforici, con nostra grande
soddisfazione scattiamo la meritata
foto ricordo. Ci godiamo per un attimo lo stupendo
panorama che si ammira da questo privilegiato
osservatorio ed incominciamo a discendere, con prudenza,
lungo il ripido versante NO che guarda verso la
Bocchetta dei Laghetti. Al termine del tratto più
difficoltoso, raggiungiamo un
piccolo laghetto (h0,25;3,25) ed in breve,
proseguendo nella discesa, incontriamo il sentiero
proveniente dalla Bocchetta di Ruggia che conduce verso
la Cappella di San Pantaleone e il Passo di Fontanalba.
Percorso un breve tratto verso destra,
superiamo dei grossi lastroni, per imboccare subito
dopo un’esile traccia che scende velocemente in
direzione dell’alpe
Ai Motti m. 1810 (h0,35;4,00) dove finalmente
sostiamo per il pranzo. Al termine del lauto pasto,
Massimo sorprende tutti e compiendo una magica
operazione, estrae dal cilindro... pardon, dallo zaino
un
eccezionale fornelletto da campo con il quale ci
prepara un gustosissimo... spiritoso... caffé, seguito
dal suo inimitabile Laurino; il quanto ci rende felici
e... briosi. Il tempo è tiranno per cui, zaini in spalla
e iniziamo a scendere lungo la seicentesca mulattiera;
realizzata con quasi duemila gradini e scrupolosamente
conservata. Raggiungiamo l’alpe Villasco m. 1642 (h0,15;4,15)
da dove scattiamo un’ultima foto al
Pizzo Ruggia ed alla sua omonima Bocchetta per poi,
continuare nella discesa prima di ritrovarci di nuovo al
bivio da cui abbiamo iniziato la nostra salita. Ancora
pochi passi ed ecco il
ponte dove si conclude questa gita (h0,45;5,00).
Fantastica escursione ad anello, in ambiente aperto e
panoramico, con la dominante Pioda di Crana che
accompagna lungo tutto il percorso.
NB.
La salita al Pizzo è consigliata solo con condizioni di
terreno asciutto
|