Val Vigezzo

Pizzo Ruggia m. 2289

Partecipanti:
 
 Gita effettuata in data : 07-Ottobre-2008                                                    

 Partenza da: Arvogno m. 1213
 Dislivello totale : m. 1153
 Difficoltà : E/EE   
 Effettivo cammino h: 5,00

Come arrivarci: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera, salire per la SS 337 della Valle Vigezzo fino a Santa Maria, superato l’abitato, al bivio si prende a sinistra seguendo le indicazioni per Arvogno,  dove si arriva dopo pochi chilometri.

Ad Arvogno, visto lo scarso affollamento, scendiamo al ponte sul fiume Melezzo, dove parcheggiamo l’auto negli esigui spazi disponibili. Ultimati i preparativi, diamo il via alla camminata odierna, imbocchiamo sulla destra la scorciatoia, e subito il nostro occhio bionico... Flavio ( www.cappef.com ) individua un meraviglioso porcino che fotografiamo ad imperitura memoria. Risaliamo la scalinata e ci ritroviamo al bivio per la Bocchetta di Muino. Risaliamo il bel sentiero ed in breve ci ritroviamo a superare in successione le alpi; Cortina e Raunel (h0,15), il sentiero prosegue, sempre ben segnato, e guadagnando leggermente quota sovrastiamo l’alpe Caulin m. 1400 (h0,15;0,30) per poi, superate tre vallette, arrivare ad un bivio dove su sasso sono indicate le possibili destinazioni ( h0,20;0,50). Svoltiamo decisamente a sinistra e in ripida ascesa continuiamo a salire faticosamente nel bosco, che si accinge a vestirsi d’autunno, quasi con la lingua fuori arriviamo alla bocchetta di Muino m. 1977 (h0,50;1,40). Dalla bocchetta lo sguardo si apre sui begli alpeggi che costellano la Valle Onsernone, scendiamo sul sentiero sempre molto ben indicato e raggiungiamo il lago di Muino inferiore m. 1890 (h0,10;1,50), invaso da vegetazione palustre, nei cui pressi sorge il piccolo rifugio Greppi m. 1915. Il sentiero prosegue ora in leggera discesa e raggiunge la conca in cui sono situati il lago di Ruggia, ora quasi ridotto ad una misera pozzanghera, e l’omonimo alpeggio m. 1890 (h0,10;2,00) con le sue baite ben tenute. Oltrepassiamo l’alpe e raggiungiamo la ben evidente bocchetta di Ruggia m. 1990 (h0,20;2,20) che si vede sullo sfondo e dalla quale pieghiamo a destra per risalire la cresta Sud che discende dall’omonimo pizzo. La salita si presenta impegnativa e dobbiamo prestare particolare attenzione nel superare alcuni tratti in cui sono presenti lisci lastroni di roccia. Flavio, da esperto quale è, ci precede e ci indica la via migliore da percorrere per giungere in vetta al Pizzo Ruggia m.2289 (h0,40;3,00). La soddisfazione di noi tutti è grande, l’aver raggiunto la meta prefissata ci rende euforici, con nostra grande soddisfazione scattiamo la meritata foto ricordo. Ci godiamo per un attimo lo stupendo panorama che si ammira da questo privilegiato osservatorio ed incominciamo a discendere, con prudenza, lungo il ripido versante NO che guarda verso la Bocchetta dei Laghetti. Al termine del tratto più difficoltoso, raggiungiamo un piccolo laghetto (h0,25;3,25) ed in breve, proseguendo nella discesa, incontriamo il sentiero proveniente dalla Bocchetta di Ruggia che conduce verso la Cappella di San Pantaleone e il Passo di Fontanalba. Percorso un breve tratto verso destra, superiamo dei grossi lastroni, per imboccare subito dopo un’esile traccia che scende velocemente in direzione dell’alpe Ai Motti m. 1810 (h0,35;4,00) dove finalmente sostiamo per il pranzo. Al termine del lauto pasto, Massimo sorprende tutti e compiendo una magica operazione, estrae dal cilindro... pardon, dallo zaino un eccezionale fornelletto da campo con il quale ci prepara un gustosissimo... spiritoso... caffé, seguito dal suo inimitabile Laurino; il quanto ci rende felici e... briosi. Il tempo è tiranno per cui, zaini in spalla e iniziamo a scendere lungo la seicentesca mulattiera; realizzata con quasi duemila gradini e scrupolosamente conservata. Raggiungiamo l’alpe Villasco m. 1642 (h0,15;4,15) da dove scattiamo un’ultima foto al Pizzo Ruggia ed alla sua omonima Bocchetta per poi, continuare nella discesa prima di ritrovarci di nuovo al bivio da cui abbiamo iniziato la nostra salita. Ancora pochi passi ed ecco il ponte dove si conclude questa gita (h0,45;5,00).

Fantastica escursione ad anello, in ambiente aperto e panoramico, con la dominante Pioda di Crana che accompagna lungo tutto il percorso.

 NB. La salita al Pizzo è consigliata solo con condizioni di terreno asciutto