Come arrivarci:
In
autostrada Lugano-Bellinzona, direzione San Bernardino,
si esce a Roveredo, si percorrono ancora pochi
chilometri e si raggiungere Cama.
Nel
paese, dalla strada principale, si devia a destra in una
stradina. Attenzione la
deviazione è segnalata solo con un piccolo
cartello "Val Cama ". La via supera il ponte della Moesa
e dell'autostrada e conduce alla frazione Ogreda, dove
al limite del bosco è possibile posteggiare.
Oggi
varchiamo il confine per effettuare un’escursione a
carattere internazionale in una valle poco conosciuta,
raggiungibile solo a piedi, la Val Cama. Le condimeteo
non sono delle migliori, densa foschia ricopre le alte
cime impedendo anche all’elicottero
di salire in quota per effettuare lavori. Lasciata
l’auto, facciamo conoscenza con Antonio Spadini, sindaco
di Verdabbio che entusiasticamente ci mette a conoscenza
del “ Progetto di Sviluppo″ che l’Amministrazione
Comunale intende attuare per la valorizzazione della
valle. Scattata una
foto in sua compagnia, ci incamminiamo lungo
il sentiero che subito si innalza ripido, percorso un
breve tratto, raggiungiamo un bel poggio panoramico su
cui è stata edificata una
cappella che superiamo per raggiungere
l’imbocco della valle ed immetterci in un meraviglioso
bosco di castagni. Lungo il percorso sono collocate
delle
tabelle esplicative
che, in dialetto, richiamano gli antichi toponimi
dei luoghi, rendendo il cammino più accattivante.
Superando un rosario di scalini, camminiamo
immersi in un ambiente vario e mutevole, ammirando gli
stupendi colori autunnali che avvolgono la natura e la
accompagnano verso l'inverno.
Trascorsa quasi un’ora ci ritroviamo ai Monti di
Provèsc m. 800 (h0,45) dove Flavio (
www.cappef.com ), si disseta presso la
fresca fontana. I castagni lasciano
gradualmente spazio dapprima ai faggi, e poi alle
conifere, il sentiero si fa meno ripido ed il
nostro respiro meno affannato, risaliamo tutta la valle
camminando lungo il Rià de Val Cama con Il fragore
tumultuoso dell'acqua che scorre che ci accompagnerà
lungo tutto il nostro percorso, qui la
natura è selvaggia ma affascinante, e mostra
un lato romantico che non mancherà di incantare.
Continuiamo nel cammino e arriviamo all’Alp
de Besarden m. 1125 (h0,55;1,40) per
poi sbucare nella suggestiva radura in cui è adagiato lo
specchio del
Lago di Cama m. 1265 (h0,20;2,00).
Poco dopo il nostro arrivo, sentiamo il rumore delle
pale che ci preannunciano il
sopraggiungere dell’elicottero che,
finalmente, è potuto decollare, dopo che il sole ha
scalfito a fatica i densi banchi di nebbia mattutini, ci
avviciniamo e ci illudiamo di essere arrivati prima noi
a piedi!?! Il laghetto è contenuto in una conca
rocciosa chiusa a valle, sopra la morena glaciale, da
sbarramenti torrentizi e da accumulazioni detritiche
staccatesi dai sovrastanti Pizz d’Ugin e Pizz de Cressim.
Siamo solo a 1200 m. ma l’ambiente ha un aspetto
decisamente da alta montagna, fitti boschi di resinose e
pascoli abbondanti si specchiano nelle acque del
laghetto, attorniato da un imponente anfiteatro di
maestose montagne, chiuso sullo sfondo dalle alte
bastionate rocciose dei pizzi Martel e Campanile.
Affascinati dall’ambiente circostante, siamo invogliati
a salire per gustare dall’alto la vista di questa
stupefacente conca. Ci indirizziamo lungo il sentiero,
sulla sinistra del
rifugio Miralago, per poi iniziare a salire
le ripide
scalinate, intagliate nella pietra, per
raggiungere la
balconata dell’Alp d’Albion m. 1600 (h1,00;3,00).
La Val Cama, con l’intento di bloccare il degrado delle
antiche costruzioni alpestri, ha predisposto un piano di
recupero paesaggistico che prevede l’effettuazione di
adeguati restauri conservativi sulle strutture che
verranno mano mano ristrutturate per essere
successivamente messe a disposizione degli escursionisti
contribuendo a tal fine alla “ rinascita ″ delle alpi
della valle. L’Alp
d’Albion, riattato grazie all’impegno del
Comune di Verdabbio e di un volonteroso gruppo di
volontari ne è un tangibile esempio, la vecchia baita
esistente è stata restaurata e trasformata in un
confortevole rifugio sempre aperto a disposizione degli
escursionisti e fruibile da chiunque ne abbia
bisogno. Ammirata la bella struttura con il suo ben
ordinato e spazioso locale interno, ci
accomodiamo all’esterno
per consumare il nostro pranzo mentre ammiriamo lo
stupendo paesaggio. Purtroppo il tempo passa e la strada
del ritorno è ancora lunga per cui, ridiscendiamo al
lago (h0,30;3,30) dove scattiamo una
foto in compagnia di Pietro, Davide e Martin
che stanno compiendo un ottimo lavoro, salutati gli
amici, lasciamo a malincuore questo piccolo ovattato
angolo di paradiso per ritornare a valle. Continuando
nella discesa, che avviene lungo lo stesso percorso di
salita, ci ritroviamo di nuovo al parcheggio di
Ogreda (h1,30;5,00) al termine di una
bellissima escursione in una valle divenuta riserva
forestale grazie alla sua abbondante presenza di boschi.
Esprimiamo tutti i nostri apprezzamenti al Sindaco
di Verdabbio per la passione con cui sta portando avanti
una intelligente opera di valorizzazione di tutto il
territorio.
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