Come arrivarci:
Si percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi
si procede lungo la SS 33 del Sempione sino a Varzo, si
segue la strada che risale la Val Cairasca, direzione
Ciamporino, arrivando dopo aver superato numerose
frazioni e oratori a Trasquera.
![](../Cartine%20in%20miniatura/Agro/Cartina%20Agro.jpg)
Prima di giungere nell’abitato incontriamo la
monumentale Chiesa parrocchiale,
costruita in posizione isolata e a sbalzo sul
sottostante paese di Varzo, e qui parcheggiamo l’auto.
Ultimati i preparativi ci incamminiamo verso il paese
che, situato su un balcone naturale, esposto al sole in
posizione molto panoramica alle pendici del Monte
Teggiolo, domina la valle dall’alto, sullo sfondo
l’eccezionale vista sui 4000 del Sempione già
abbondantemente innevati. Raggiungiamo il
Municipio
da dove inizia il sentiero per Agro (h0,15), qui
conviene portare l’auto risparmiando un buon tratto di
strada asfaltata. Ci incamminiamo lungo la mulattiera
seguendo le
indicazioni per Agro
Fuori
ed in breve perveniamo ad un bivio ben segnalato,
proseguiamo seguendo il segnavie contrassegnato dal N° F
38 (h0,15;0,30), addentrandoci nella
stupenda pineta
di Fracchia raggiungiamo prima la località Sotta
(h0,10;0,40)...dove si può arrivare anche in
auto... e subito dopo siamo in vista dell’ aggraziato
agriturismo La Fraccia.
Vista la splendida giornata,
Flavio (
www.cappef.com ) propone di arrivare fino a visitare
l’alpe Prà del Bosco prima di indirizzarci verso la
nostra meta. Proseguiamo lungo l’ampio sterrato che si
inoltra in un meraviglioso bosco a cui la nevicata
di ieri ha conferito un
aspetto decisamente suggestivo che anticipa
il clima natalizio.
Raggiunto l’alpeggio m. 1413 (h0,30;1,10),
ammiriamo lo stupendo sfondo su cui si stagliano le
baite e Flavio ci mostra, soddisfatto, la precisione del
suo
nuovo navigatore, Guido, Gian Mario e Claudio
osservano stupiti! Ritorniamo alla deviazione
per Agro, superata in precedenza, e ci dirigiamo lungo
un tratturo che raggiunte
due isolate baite, si trasforma in un esile
traccia di sentiero e inizia a rimontare la ripida costa
boscosa. Il forte dislivello viene superato grazie a
vere e proprie opere di ingegneria alpina,
ardite scalinate scavate nella viva roccia,
protette da barriere di sicurezza su cui si
aprono porte collocate per impedire al
bestiame di allontanarsi dalle zone monticate. Superato
questo tratto a picco sulla valle, sbuchiamo sul
pianoro in cui sorgono le baite dell’Alpe
Agro Fuori m. 1797 (h1,00;2,10). L’alpeggio è
situato su di un bellissimo terrazzo al cospetto del
famoso trittico del Sempione che utilizziamo come sfondo
per la nostra
foto di gruppo. Ci accomodiamo nei pressi
della bella
cappella eretta dai fedeli nel 1930 e ancora
oggi luogo di pellegrinaggio la terza domenica del mese
di Maggio. Il panorama che si gode da quassù è a dir
poco splendido, di fronte ad un simile spettacolo
consumiamo il nostro pranzo e Flavio ci intrattiene con
una “ lezione
all’aperto ″, non si finisce mai di conoscere
e imparare! Ricaricati gli zaini, ci indirizziamo verso
Agro Dentro m. 1731 che raggiungiamo (h0,30;2,40)
percorrendo il sentiero, ora indicato come N° F 40,
parzialmente coperto dalla neve ma sempre ben tracciato
ed evidente. Le
baite che costituiscono l’alpeggio
appaiono ancora in buono stato di conservazione, ben
inserite in un ambiente naturale di rara bellezza, con i
colori autunnali in armonia con il colore scuro del
legno antico. Lasciamo l’alpe ed iniziamo a scendere,
sempre confortati dai segnavie...volevo dire dal GPS che
Flavio manipola con grande maestria e padronanza! La
discesa avviene su di un sentiero abbastanza impegnativo
che in forte pendenza fende il fianco della montagna per
superare scalinate, sorrette da muretti di sostegno
appositamente costruiti prima di rientrare nel
bosco e compiere l’ultimo ripido tratto al cui termine
ci
ritroviamo sulla strada asfaltata che sale a
Bugliaga, nelle vicinanze del famoso
Ponte del Diavolo (h.0,50;3,30)
Appreso che Gian Mario e Guido non lo hanno mai visto,
risaliamo verso monte e ci portiamo sulle sponde di
questa ardua opera che sempre incute una certa
impressione. Ammirati ed increduli, ci rimettiamo in
cammino verso Trasquera che raggiungiamo dopo aver
percorso un buon tratto di strada asfaltata. Ritornati
al parcheggio della chiesa (h1,00;4,30),
scattiamo un’ultima fotografia all’abitato di
Varzo che si presenta a perpendicolo sotto di
noi. Termina così una gita veramente fuori dall’usuale,
su sentieri percorsi per secoli da generazioni di
montanari e ora quasi dimenticati.
Escursione di media difficoltà da effettuarsi in
condizioni di terreno asciutto; alcuni tratti sono da
percorrere con attenzione in quanto ripidi ed esposti.
![](../Uso%20sito%202008/home%20005.gif) |