Val Divedro

Giro di Agro m. 1797

Partecipanti:
 
 Gita effettuata in data : 19-Novembre-2008                                                    

 Partenza da: Trasquera m. 1100
 Dislivello totale : m. 834
 Difficoltà : E    
 Effettivo cammino h: 4,30


Come arrivarci:
Si percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi si procede lungo la SS 33 del Sempione sino a Varzo, si segue la strada che risale la Val Cairasca, direzione Ciamporino, arrivando dopo aver superato numerose frazioni e oratori a Trasquera.

Prima di giungere nell’abitato incontriamo la monumentale Chiesa parrocchiale, costruita in posizione isolata e a sbalzo sul sottostante paese di Varzo, e qui parcheggiamo l’auto. Ultimati i preparativi ci incamminiamo verso il paese che, situato su un balcone naturale, esposto al sole in posizione molto panoramica alle pendici del Monte Teggiolo, domina la valle dall’alto, sullo sfondo l’eccezionale vista sui 4000 del Sempione già abbondantemente innevati. Raggiungiamo il Municipio da dove inizia il sentiero per Agro (h0,15), qui conviene portare l’auto risparmiando un buon tratto di strada asfaltata. Ci incamminiamo lungo la mulattiera seguendo le indicazioni per Agro Fuori ed in breve perveniamo ad un bivio ben segnalato, proseguiamo seguendo il segnavie contrassegnato dal N° F 38 (h0,15;0,30), addentrandoci nella stupenda pineta di Fracchia  raggiungiamo prima la località Sotta (h0,10;0,40)...dove si può arrivare anche in auto... e subito dopo siamo in vista dell’ aggraziato agriturismo La Fraccia. Vista la splendida giornata, Flavio ( www.cappef.com ) propone di arrivare fino a visitare l’alpe Prà del Bosco prima di indirizzarci verso la nostra meta. Proseguiamo lungo l’ampio sterrato che si inoltra in un meraviglioso bosco a cui la  nevicata di ieri ha conferito un aspetto decisamente suggestivo che anticipa il clima natalizio. Raggiunto l’alpeggio m. 1413 (h0,30;1,10), ammiriamo lo stupendo sfondo su cui si stagliano le baite e Flavio ci mostra, soddisfatto, la precisione del suo nuovo navigatore, Guido, Gian Mario e Claudio osservano stupiti! Ritorniamo alla deviazione per Agro, superata in precedenza, e ci dirigiamo lungo un tratturo che raggiunte due isolate baite, si trasforma in un esile traccia di sentiero e inizia a rimontare la ripida costa boscosa. Il forte dislivello viene superato grazie a vere e proprie opere di ingegneria alpina, ardite scalinate scavate nella viva roccia, protette da barriere di sicurezza su cui si aprono porte collocate per impedire al bestiame di allontanarsi dalle zone monticate. Superato questo tratto a picco sulla valle, sbuchiamo sul pianoro in cui sorgono le baite dell’Alpe Agro Fuori m. 1797 (h1,00;2,10). L’alpeggio è situato su di un bellissimo terrazzo al cospetto del famoso trittico del Sempione che utilizziamo come sfondo per la nostra foto di gruppo. Ci accomodiamo nei pressi della bella cappella eretta dai fedeli nel 1930 e ancora oggi luogo di pellegrinaggio la terza domenica del mese di Maggio. Il panorama che si gode da quassù è a dir poco splendido, di fronte ad un simile spettacolo consumiamo il nostro pranzo e Flavio ci intrattiene con una “ lezione all’aperto ″, non si finisce mai di conoscere e imparare! Ricaricati gli zaini, ci indirizziamo verso Agro Dentro m. 1731 che raggiungiamo (h0,30;2,40) percorrendo il sentiero, ora indicato come N° F 40, parzialmente coperto dalla neve ma sempre ben tracciato ed evidente. Le baite che costituiscono l’alpeggio appaiono ancora in buono stato di conservazione, ben inserite in un ambiente naturale di rara bellezza, con i colori autunnali in armonia con il colore scuro del legno antico. Lasciamo l’alpe ed iniziamo a scendere, sempre confortati dai segnavie...volevo dire dal GPS che Flavio manipola con grande maestria e padronanza! La discesa avviene su di un sentiero abbastanza impegnativo che in forte pendenza fende il fianco della montagna per superare scalinate, sorrette da muretti di sostegno appositamente costruiti prima di rientrare nel  bosco e compiere l’ultimo ripido tratto al cui termine ci ritroviamo sulla strada asfaltata che sale a Bugliaga, nelle vicinanze del famoso Ponte del Diavolo (h.0,50;3,30) Appreso che Gian Mario e Guido non lo hanno mai visto, risaliamo verso monte e ci portiamo sulle sponde di questa ardua opera che sempre incute una certa impressione. Ammirati ed increduli, ci rimettiamo in cammino verso Trasquera che raggiungiamo dopo aver percorso un buon tratto di strada asfaltata. Ritornati al parcheggio della chiesa (h1,00;4,30), scattiamo un’ultima fotografia all’abitato di Varzo che si presenta a perpendicolo sotto di noi. Termina così una gita veramente fuori dall’usuale, su sentieri percorsi per secoli da generazioni di montanari e ora quasi dimenticati.   

Escursione di media difficoltà da effettuarsi in condizioni di terreno asciutto; alcuni tratti sono da percorrere con attenzione in quanto ripidi ed esposti.