Come arrivarci:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire
sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di
Montecrestese. Di qui si prosegue sulla SS 659 delle
valli Antigorio e Formazza, si superano Crodo e Baceno
per poi raggiungere Formazza che dista km. 36 da
Domodossola. Si supera la Cascata del Toce e si
parcheggia l’auto all’ingresso del paese di Riale.

Arriviamo a
Riale quando il villaggio sembra ancora
essere immerso nel sonno, spira un fastidioso venticello
che scende dalle cime imbiancate da una recente
nevicata. Posteggiata l’auto, ci incamminiamo lungo
la strada che conduce alla diga di Morasco e proseguiamo
sulla strada carrabile,costeggiando il lago sulla
destra, fino ad arrivare nei pressi della stazione della
funivia Enel (h0,35). Flavio (
www.cappef.com ) che conosce l’itinerario, avendolo
percorso più volte... anche in bicicletta!?! si
mette in testa a condurre il gruppo.
Prendiamo il
sentiero “ alternativo ″ che a destra sale,
attraversando diversi canalini, il costone montuoso e
letteralmente coperto da un
numeroso gregge di pecore che è intento a
brucare l’ultima erba... il gelo si sta impadronendo
delle praterie d’alta quota ed inizia a costruire
effimere sculture. Passando al di sotto
dell’imbocco della galleria del metanodotto proseguiamo
pervenendo al celebrato pianoro in cui sorgono le
baite dell’Alpe Bettelmat m. 2112 (h0,35;1,10
), il luogo è bello e suggestivo ed il pascolo, nei mesi
estivi, è costituito dalla famosa erba “ mottolina ″,
ricca di fiori, profumi ed essenze che conferiscono al
particolare tipo di formaggio che se ne ricava, appunto
il Bettelmat (nome che nel dialetto dei Walser,
significa “pascolo dei camosci”), un sapore molto
apprezzato tanto da essere definito un autentico “ amaro
d’alpe ″. Tralasciamo il sentiero che a sinistra porta
al Piano dei Camosci e prendiamo a destra il
battutissimo sentiero per il Passo del Gries. Risalendo
la ripida giavina, proviamo ad immaginare i tempi ( fine
del XIV secolo ) in cui il valico assunse grande rilievo
come strada commerciale diretta tra Milano e Berna
rendendo così possibile l’arricchimento di molte
famiglie di impresari e someggiatori. Tanta è la
suggestione, che si ha l’impressione di udire lo
scalpitio dei muli che, in ordinata fila, risalgono la
mulattiera trasportando al nord il vino dell’Ossola e le
granaglie del Novarese; a sud i formaggi dell’Oberland e
il sale del Tirolo. Con la mente occupata da questi
pensieri, risaliamo il ripido pendio, lo sguardo corre
inevitabilmente sulla
pianura sottostante offrendoci stupendi
scorci panoramici e quasi non ci accorgiamo di essere
arrivati al
malandato bivacco (h0,55;2,05) dove
troviamo la prima neve della stagione che conferisce
allo stupendo ambiente un aspetto quasi fiabesco.
Proseguiamo raggiungendo subito dopo il Passo
del Gries m. 2479 lo sguardo è attratto sia
dalle montagne della Val Formazza come, il Basodino, la
Punta d’Arbola, la punta Valrossa sia dalle montagne
della Svizzera oltre il passo della Novena. Procediamo
portandoci in territorio elvetico da dove abbiamo la
visione del
ghiacciaio del Gries che degrada verso
l’omonimo lago. Il sentiero, è abbondantemente ricoperto
dalla neve caduta nella giornata di ieri, ma sempre
molto visibile ed agevolmente percorribile, procediamo
sulla destra e, senza abbassarci di quota, risaliamo su
detriti morenici fino a che raggiungiamo il
Passo Corno m. 2485 (h0,30;2,35), qui
incontriamo Milena e Roberto e con loro scattiamo una
foto di gruppo. Dal passo, procediamo
seguendo la traccia di sentiero innevato, costeggiamo
uno
splendido specchio d’acqua ed entriamo in
Val Corno m. 2520 (h0,15;2,50) per
iniziare la discesa che ci porterà a raggiungere la
nuova
Capanna Corno m. 2338 ( h0,30;3,20).
La capanna, ristrutturata nel 2007, si presenta con una
avveniristica costruzione che all’aspetto nulla ha a che
vedere con la tipica struttura dell’antico rifugio ma
che in fase di realizzazione ha permesso di ricavare
spazi molto confortevoli, godibili ed arredati con molto
buon gusto. Grazie alla cortese accoglienza dei gestori
che ci hanno permesso di visitarne l’interno, abbiamo
potuto verificare l’ottimo lavoro di ristrutturazione
eseguito. All’interno troviamo, una spaziosa e luminosa
sala pranzo, una modernissima cucina, stupende camere da
letto e una fornitissima
biblioteca tecnica in grado di soddisfare
anche gli escursionisti più esigenti! Scattiamo una foto
a
Rita,Laura e Bruno e poi una
foto con tutti noi, a ricordo della loro
simpatia e dell’incantevole luogo che hanno il
privilegio di gestire con competenza e maestria. Se vi
capita di passare da queste parti, vale la pena di
effettuare una sosta, non ve ne pentirete. Dalla Capanna
ci indirizziamo, camminando lungo le pendici della Punta
Elgio, lungo il
panoramico sentiero che, continuando
per saliscendi, ci conduce prima all’alpe San Giacomo, e
successivamente, salendo a destra, raggiungiamo il
l’omonimo
Passo m. 2313 ( h1,10;4,30) dove
varchiamo il confine nei pressi di quella che fu la
casermetta della Guardia di Finanza. Effettuiamo una
breve sosta, scambiamo quattro chiacchiere con
Pia e Werner saliti al passo,
approfittando della giornata che definire stupenda è
riduttivo. Non ci resta ora che discendere
lungo la strada sterrata, costeggiando il
bacino del Toggia raggiungiamo il muraglione
della diga (h0,50;5,20), arriviamo al
rifugio Maria Luisa m.
2160 dove Franco, molto gentilmente, ci offre un
corroborante caffè, percorriamo l’ultimo tratto in
falsopiano e quando la strada inizia a scendere,
imbocchiamo il sentiero che taglia i numerosi tornanti e
dopo 6 ore e 15 minuti di cammino effettivo, ci
ritroviamo a Riale nel punto da cui siamo partiti.
Solitamente si è soliti dire: “ facciamo quattro passi
per sgranchirci le gambe ″, noi di passi ne abbiamo
fatti solo tre, in ogni caso vi assicuriamo che le gambe
le abbiamo sgranchite, alla conclusione dell’escursione
le suole dei nostri scarponi si sono macinati la
bellezza di 26,5 Km. E’ un’escursione molto lunga che
richiede un buon grado di allenamento, da effettuarsi
possibilmente in giornate limpide ma non calde,
praticamente in giornate come quella che abbiamo trovato
noi oggi!!! La neve poi ha reso l’ambiente ancora più
caratteristico e suggestivo... un ottimo modo per
festeggiare l’ultima escursione dell’estate.
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