Come arrivare:
Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano/Ghemme,
quindi SS299 per Alagna; arrivati a Balmuccia, si
abbandona la statale, si piega a destra e si risale la
strada provinciale della Val Sermenza arrivando dopo 10
Km. a Rimasco. A ridosso della chiesa parrocchiale
troviamo il bivio per Rima sulla sinistra, si percorrono
altri 7,5 Km. e si arriva all’ingresso del paese dove si
parcheggia l’auto.
“ Il tempo scorre ininterrottamente come l’acqua…″ è un
modo di dire, ma è anche una verità e senza un
riferimento preciso sembra quasi passare senza che ci se
ne accorga. Per noi il riferimento è il nostro turno di
gestione al rifugio e l’avvicinarsi di questa data fa sì
che ci si accorga che: nostro malgrado o per nostra
fortuna, un altro anno è passato e anche se più vecchi
di un anno, ci ritroviamo con lo stesso spirito che
oramai ci anima da ben diciannove anni quando si tratta
di salire per la gestione. Inoltre con questa salita
spegneremo idealmente le
30
candeline del compleanno del rifugio,
la cui
storia
inizia nel 1983. Come arrivare al rifugio lo abbiamo già
descritto in più di un’occasione: essendo il sentiero
sempre quello, riteniamo superfluo tornare
sull’argomento mentre riteniamo più interessante
descrivere le due giornate di intensa gestione. Prima di
partire ci ha contattato Laura dichiarando la sua
intenzione di trascorrere un fine settimana al rifugio
in nostra compagnia. Partiamo da casa in tarda mattinata
e questo, permette a
Laura e al suo inseparabile Bob,
che non sono mai stati in Val Sesia, di aggregarsi a noi
e di percorrere il sentiero in tutta tranquillità. Sono
le ore 13,45 quando partiamo da Rima e dopo la faticosa
risalita che, contrariamente alle poco rassicuranti
previsioni meteo, abbiamo effettuato in un afoso
pomeriggio, arriviamo al rifugio quando sono le ore
16,00 giusto in tempo per aprire, rendere operativa la
struttura e iniziare i preparativi per la cena. Laura è
contenta di essere arrivata e solo un poco delusa di non
poter vedere il panorama che, causa una nebbia bassa è
impedito alla vista. Al nostro arrivo Claudio, che ci ha
preceduto, è già intento a preparare
la
cena
che, con l’ausilio del nostro assistente “
Guerino
″ ci verrà servita puntualmente alle ore 19. Dopo aver
rigovernato le stoviglie e discusso sul menù del giorno
dopo; tutti a letto sperando in “ un domani migliore ″,
ovviamente meteo parlando.
La mattina del Sabato
si presenta nebbiosa ma con ampi spazi di sereno che ci
lasciano ben sperare per cui diamo inizio alle
preparazioni decise la sera prima e che provvediamo ad
elencare sul
menù del giorno.
La giornata si mantiene abbastanza bene ed infatti
incominciano ad arrivare i primi amici che ci avvisano
che strada facendo ce ne sono altri che arriveranno,
all’ora di pranzo ci ritroveremo con
un
gran numero di amici
che, sfidando il tempo incerto, non hanno voluto mancare
di venirci a trovare per continuare quella che oramai è
quasi diventata una tradizione. Alcuni, condividono la
nostra passione pubblicando sul web le loro escursioni,
a tale proposito citiamo
“Malati
di Montagna
″ amici
di vecchia data e il più recente sito “
La Montagna dei Ragazzi
″. Molti altri amici ci hanno nel frattempo raggiunti e
sarebbe difficile per noi citarli tutti singolarmente
con il grave rischio di dimenticarne qualcuno per cui
riteniamo più corretto inserire le foto scattate in loro
compagnia nel nostro
Fotoalbum. Il perdurare
delle incerte condizioni meteo fa sì che gli amici
affrettino le loro partenze e dopo i saluti di rito ci
ritroviamo a prepararci la cena, zuppa di cavolo nero e
coniglio alla Langarola poi, anche in funzione delle
negative condimeteo del giorno dopo, pensiamo a
cosa fare. La mattina di Domenica 8 vede confermate le
non rosee previsioni e mentre decidiamo sul da farsi, da
Rima ci avvisano che due persone prenotano per
pernottare da noi. Nonostante la poco incoraggiante
giornata, pur di mantenere fede all’impegno preso a suo
tempo, emergono dalla fitta nebbia che grava sulla zona
Paolo e Loris
provenienti da Alagna, e poco più tardi si affacciano
alla porta del rifugio anche
Alessandro e Francesca,
saliti da Rima. Trascorse alcune ore in loro piacevole
compagnia, ci salutiamo e nel frattempo sono
sopraggiunti anche i due escursionisti che ci avevano
preavvisato del loro arrivo ai quali serviamo una cena
realizzata da “ chef Claudiò ″ che si è superato nella
preparazione di sfiziosi antipasti, sostanziosi primi
piatti per finire con una succulenta polenta e
spezzatino. Espletate le pratiche burocratiche, tutti a
nanna in attesa dell’indomani che danno soleggiato. La
mattina del 9, giorno della nostra partenza per il
rientro a casa,
la giornata
si presenta soleggiata,
l’aria è tersa ed il cielo di un blu cobalto da lasciare
senza respiro. Servita colazione a
Beate e Sven,
con i quali scattiamo l’immancabile foto ricordo,
facciamo le ultime pulizie, effettuiamo la chiusura e ci
incamminiamo sulla via del ritorno. Nella discesa verso
Rima, su un costone,
incontriamo un imponente stambecco
che, mentre tiene a bada la famiglia, orgogliosamente ci
mostra il suo monumentale
palco di corna; ancora
una ripida discesa e, superato il
bell’Alpeggio di Valmontasca,
raggiungiamo Rima che in questa luminosa giornata ci
appare in tutta la sua caratteristica bellezza.
Balconi fioriti,
antiche case Walser, unitamente a
nuove e moderne costruzioni
rendono il paese un vero gioiellino. Terminato il giro
turistico, ritorniamo alla macchina e iniziamo il
viaggio di ritorno verso casa: stanchi ma soddisfatti
per il lavoro svolto e gratificati dalle visite dei
tanti amici che sfidando le avverse condizioni
atmosferiche, sono voluti salire a trovarci per
manifestarci la loro benevolenza che ci ha commosso.
Grazie di cuore a tutti quelli che sono saliti al
rifugio e a tutti coloro che avevano dichiarato
l’intenzione di farlo ma che, frenati dalla meteo, hanno
rinunciato. Confidando nella buona salute, diamo
appuntamento al prossimo anno, magari con un tempo
migliore.
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