Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire
seguendo la Statale del Sempione , sino all’uscita di
Piedimulera,
da dove si imbocca la SS549 della Val Anzasca che si
percorre sino a raggiungere la località Molini.
Si
usa dire che: “ il ferro va battuto fin che è caldo ”, e
noi per non smentire questa affermazione, mettiamo
subito in programma la seconda tappa della vecchia
mulattiera della Valle Anzasca, compiendo il tragitto
che va da Molini a Ceppo Morelli. Nel tratto
Molini-Pontegrande, l’asfalto ha ricoperto la strada
vecchia, alterandone in maniera irrimediabile le
caratteristiche tradizionali e distruggendone il
selciato originale per cui, per evitare il monotono
cammino lungo il tracciato della Strada Statale, saliamo
a Calasca da dove riprenderemo il vecchio percorso.
Partendo da dove avevamo interrotto
il primo tratto di
percorso: fermata del bus a Molini, ci incamminiamo a
destra in direzione della Cappella dei Muliné, al
termine della breve salita,
voltiamo a sinistra segueno le indicazioni per
Duiamen e continuando a salire, con moderata pendenza,
raggiungiamo Antrogna m. 665 (h0,30). In questa
frazione ci soffermiamo ad ammirare
la monumentale chiesa parrocchiale
del 700 che si distingue per le dimensioni davvero
inconsuete per una chiesa di montagna, una delle più
grandi della regione: per questo motivo è conosciuta
come la Cattedrale fra i Boschi. Durante la nostra
sosta, la chiesa viene aperta e così ci è data la
possibilità di ammirare lo
stupendo interno, ricco di affreschi,
vetrate, opere lignee,
sculture e
le spoglie mortali di
San Valentino conservate in una apposita teca. Al
termine della visita, superiamo il campanile e
percorriamo le anguste viuzze che scivolano lungo i muri
di pietra penetrando tra le case addossate le une alle
altre, sino a transitare sotto una grande volta, non a
caso chiamato
“ il voltone ”
da cui pieghiamo a sinistra discendendo
leggermente giungendo sulla strada che si spinge a
Barzona. In prossimità del primo tornante riprendiamo la
mulattiera che supera
il ponte sul
Rio della Val Bianca e perveniamo a
Barzona m. 683 (h0,30;1,00).
Pianeggiando, continuiamo a seguire la mulattiera che,
superato l’abitato, prosegue per un lungo tratto tra
terrazzamenti e castagni prima di iniziare a scendere
alcuni svelti tornanti che ci conducono a
Pontegrande m. 526 (h0,30;1,30),
anticamente crocevia fra la Valle Anzasca e la Valsesia.
Percorso un breve tratto sulla Statale, ci teniamo sul
versante della montagna e, per stradine interne,
raggiungiamo la
Cappella Fornari,
da questo punto deviamo a destra, ed in leggera ascesa,
sopraggiungendo a Case Fornari da cui scendiamo a
raggiungere
San Carlo m.
560 (h0,15;1,45) con la sua altrettanto
importante chiesa ed
il bel
lavatoio costruito recuperando la macina del
mulino. Procediamo sulla Statale e, superato
il Grotto Rosso, il cui
toponimo prende origine dalla colorazione che hanno
assunto i sassi del letto, erosi dalle acque che
sgorgano dalla miniera aurifera dei Cani, scendiamo a
sinistra e costeggiando il campeggio continuiamo sino a
raggiungere gli Stabilimenti di Battigio. Ritorniamo
nuovamente sulla Statale e, superati gli stabilimenti,
ridiscendiamo per proseguire in direzione della
Torre di Battiggio, uno dei
più antichi edifici della Valle; originariamente
edificio di difesa, trasformata poi in magazzino per
derrate ed ora in monumento. Superiamo l’abitato e
continuiamo lungo la mulattiera sino a pervenire a
Vanzone m. 675 (h0,30;2,15).
Mantenendoci sempre al di sotto del piano stradale,
attraversiamo il paese continuando sulla mulattiera,
attraversiamo Valleggio e con percorso quasi
pianeggiante, raggiungiamo il
Santuario del Groppo. Superato il Santuario,
abbandoniamo il vecchio percorso e scendiamo a sinistra
continuando lungo il largo sentiero che ci porta a
visitare
il borgo di Case Opaco
da dove, seguendo la strada forestale,
raggiungiamo la
partenza del
percorso che sale al Passo Tignaga e subito dopo
valichiamo il ponte sull’Anza nei pressi del restaurato
edificio della antica segheria
Tabachi. Siamo oramai giunti in quel di
Ceppo Morelli m. 750
(h1,45;4,00) che raggiungiamo risalendo la bella
viuzza selciata che ci porta nella piazza della chiesa.
Come per la gita precedente, prendiamo il bus che in
circa venti minuti ci riconduce a Molini dove
recuperiamo la nostra vettura parcheggiata nelle
vicinanze di un prato in cui una
copiosa fioritura di crocus annuncia l’oramai imminente arrivo della
primavera.
Anche se una vetta è sempre un punto privilegiato e
raggiungerla è il degno completamento di ogni gita,
siamo molto soddisfatti dell’itinerario percorso.
Talvolta gli itinerari di mezza montagna possono svelare
oltre ad inattesi scorci panoramici, anche eloquenti
testimonianze del passato.
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