Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire
seguendo la Statale del Sempione , sino all’uscita di
Piedimulera, da dove si imbocca la SS549 della Val
Anzasca. Percorsi circa 25 km, si raggiunge la
galleria all’ingresso di Pestarena, parcheggio sulla
sinistra prima dell’ingresso.
![](../Cartine%20in%20miniatura/Miniera%20Lavanchetto/Cartina%20Lavanchetto.jpg)
Sono anni che andiamo in montagna camminandoci “sopra”,
ma da qualche tempo ci frullava per la testa
l’idea di camminarci anche “dentro” visitando qualche
antica miniera. L’occasione per esaudire questo nostro
desiderio ci è stata data dall’incontro che abbiamo
fatto in occasione della nostra escursione lungo la Strà
Granda quando, a Pestarena “ il paese dell’oro ”,
abbiamo avuto la fortuna di incontrare e fare conoscenza
con Vincenzo Nanni. Vincenzo, in quanto figlio e nipote
di minatori, al fine di non smarrire il ricordo di come
il benessere attuale sia frutto del lavoro e sacrificio
di intere generazioni che hanno lavorato in miniera non
per scelta ma per necessità, ha sentito il forte
desiderio di rievocare per ricordare senza retorica, il
mondo oscuro e dimenticato delle miniere, il duro lavoro
dei minatori, le loro fatiche, i sacrifici e le vite
irte di difficoltà. A tal fine, si è fatto promotore
dell’iniziativa che ha portato alla fondazione
dell’associazione “ Figli della Miniera ” che si
prefigge di “ non dimenticare Pestarena ” ricordando e
raccontando la gente di allora, raccogliendo quanto
attinente all'attività estrattiva nel paese che, dalla
metà del 700, divenne un polo minerario di primaria
importanza. Per non perdere le tracce dei “ protagonisti
” e di quello che è stato il loro ed il nostro
passato, è stato creato il sito Internet
www.figlidellaminiera.com che, rendendo onore al
duro lavoro, al sudore e alla fatica di coloro che hanno
lavorato in miniera si propone di diventare la memoria
storica a disposizione di tutti. Con tanto interesse ed
attaccamento alle proprie radici, Vincenzo non poteva
non sentire il richiamo delle miniere, e a tale
proposito il suo principale hobby è quello di ritornare
ai luoghi della memoria, introducendosi nelle buie
viscere del Monte Rosa alla ricerca delle vecchie
miniere d’oro. Avvalendoci di questa conoscenza,
chiediamo a Vincenzo se è possibile visitare qualche
miniera e, visto il nostro interesse per l’argomento,
accetta di farci da accompagnatore. Come eravamo rimasti
d’accordo saliamo a Pestarena dove
Vincenzo, e Giovanni ci
aspettano per accompagnarci a visitare la miniera del
Lavanchetto. Come facevano i minatori
http://youtu.be/9FVPwJQtDX4, scendiamo al ponte del
Vaud che attraversiamo per poi camminare per poche
centinaia di metri lungo la bella mulattiera già
percorsa in occasione della
terza parte della Strà Granda fino a
raggiungere una palina segnaletica che indica l’inizio
del sentiero che sale alla miniera. Prendiamo a salire
sulla destra seguendo lo sviluppo del ripido tracciato
che, senza concedere un attimo di tregua, descrive
numerose giravolte. Lungo la salita, mentre i nostri
accompagnatori, ci spiegano come fosse la dura vita dei
minatori notiamo alcune
gallerie di “ assaggio ” e al termine della
salita, dove i larici si diradano, ci ritroviamo sul
poggio dove sorgono i
ruderi dei fabbricati della miniera m. 1680
(h2,00). Poco al i sopra dell’edificio dal 1988
sorge, a ricordo dei minatori defunti che qui vengono
ricordati solennemente il terzo sabato di Luglio di ogni
anno, una
bellissima cappelletta. Superiamo sulla
sinistra i fabbricati e, percorso un breve tratto
piuttosto scosceso ed invaso dagli alni, giungiamo
all’imbocco della galleria. Contrariamente al
solito, togliamo gli scarponi per calzare un paio di
stivali ed
indossata pila frontale ci apprestiamo a dare
inizio a questa affascinante avventura. Ricevuti gli
ultimi ragguagli sul modo di comportarsi una
volta all’interno, varchiamo la soglia che ci immette in
un mondo per noi completamente nuovo. Entrare in miniera
è un po’ come calpestare il buio, avanziamo in questo
mondo tenebroso e sconosciuto,
muovendoci con circospezione e in modo goffo
mentre Vincenzo e Giovanni, abituati a questi ambienti,
procedono molto sicuri. Addentrandoci sempre più in
profondità nel ventre della montagna, percorriamo gli
oscuri cunicoli; dove un tempo risuonavano i rumori
delle perforatrici, ora regna un silenzio quasi irreale
rotto solo dal nostro sommesso parlottio. Avanzando
all’interno della miniera alla ricerca delle tracce
lasciate da chi nella “ fabbrica sotterranea ” perse
anche la vita, riusciamo solo vagamente ad immaginare
quali fossero le paure, le fatiche, il dolore che
accompagnavano il lavoro degli uomini che qui hanno
operato conducendo una vita dura ed insostenibile pur di
assicurare alle proprie famiglie un miserabile tozzo di
pane indispensabile per la sopravvivenza. All’interno
della miniera si rintracciano ancora i
resti di antichi attrezzi
e restiamo stupiti nel vedere quanto legname da
costruzione fosse stato impiegato per costruire
tramogge, per lo scarico del materiale, scale
per collegare i vari livelli delle gallerie, pozzi e
locali adibiti a polveriere ed ancora piccoli ambienti
di sosta in caso di necessità. Arrivati
ad un bivio, immortaliamo questo emozionante momento
e poi procediamo sino a che la galleria risulta
interrotta da una frana che ostruisce quasi
completamente il passaggio. Qui Vincenzo e Giovanni
stabiliscono che il procedere oltre sarebbe oltremodo
rischioso per cui ritorniamo verso l’uscita transitando
per la
galleria laterale notata al bivio. Durante il
ritorno notiamo sulla parete rocciosa
incisioni di date, che probabilmente
ricordano qualche fatto tristemente avvenuto, e
stalattiti che ornano la volta. Riguadagnata
l’uscita, purtroppo Flavio
www.cappef.com e Franco ci lasciano in quanto devono
anticipare il loro rientro, mentre noi
raggiungiamo di nuovo la cappelletta dove sostiamo per
un rapido spuntino ed una
foto ricordo prima di
iniziare la discesa che ci riporterà sulla strada dove
ci attende l’auto per il rientro a casa. A conclusione
di questa giornata riteniamo che niente sia più
veritiero di quanto commentato in un documento edito
dall’associazione che dichiara: “ Quando ci incamminiamo
verso l’uscita, alla luce del sole, non si può fare a
meno di provare stima per questi uomini che hanno
rinunciato al piacere della luce per guadagnare il loro
pane; nelle viscere delle nostre montagne è nascosto
tanto oro ma anche tanta storia da scoprire ” Grazie
alla competenza e alla disponibilità di Vincenzo e
Giovanni abbiamo potuto effettuare questa insolita
visita ad un sito minerario osservando di persona uno
dei luoghi in cui affondano le nostre radici ed in
conclusione, non possiamo che elogiare il prodigarsi
dell’associazione per far sì che non si dimentichino le
miniere di Pestarena e tutti coloro che vi hanno
lavorato.
NB.
La visita all’interno della miniera è assolutamente
sconsigliata a meno di non essere accompagnati da un
esperto conoscitore del luogo.
![](../Uso%20sito%202011/home%20005.gif) |