Come arrivarci:
Percorrere la A 26, da cui si esce al casello di
Romagnano Sesia /Ghemme. Si prosegue lungo la Statale
229 fino a Varallo: da qui la strada per Alagna
Valsesia si snoda lungo la Val Grande, attraversa i
paesi di
Balmuccia,
Scopa, Scopello, Piode per giungere dopo circa 23
Km a Campertogno.
In
questo evoluto mondo, che tutti i giorni corre
frettolosamente alla ricerca della realizzazione
personale a tutti i costi, dove ci si affanna a
sopraffare gli altri, dove conta più l'apparire che
l'essere; abbiamo avuto la fortuna di incontrare Sergio
che ci ha dato l’opportunità di condividere con lui due
giornate vissute ai ritmi e con le consuetudini della
vita pastorale, interpreti di una situazione che ci ha
trasmesso emozioni e sentimenti che ci hanno legati a
lui con “vera amicizia”. L'amicizia, fortunatamente,
resta uno dei valori più preziosi dell'esistenza umana e
non ha limiti di tempo, quando questa è consolidata, ci
si può anche non frequentare e perdere di vista per
periodi di tempo molto lunghi, senza però scalfirla.
Proprio in funzione di questo sentimento d’affetto,
ritorniamo a far visita a Sergio che, cordialmente, ci
aveva ospitato nel corso delle nostre precedenti visite,
permettendoci di vivere
“un’esperienza d’alpeggio” che ancora è ben
presente nella nostra memoria. Decidiamo pertanto che
sia giunto il momento di tornare a far visita all’amico
che, con il suo gregge di capre e le sue mucche, è di
nuovo tornato al Cangello, dove si trovano i tanto
agognati pascoli estivi, e dove avevamo avuto il piacere
di incontrarlo per la prima volta. Arrivati a
Campertogno parcheggiamo nel
piazzale antistante la chiesa, ed ultimati i
preparativi, attraversiamo il fiume Sesia e per
mulattiera raggiungiamo la frazione Tetti. Lasciamo
l’abitato e ci incamminiamo lungo la mulattiera che
inizia a salire per portarsi, in località Scarpiolo,
sulla balza scoscesa dove sorge l’Oratorio
della Madonna degli Angeli (h0,20).
Mantenendoci sullo sperone che discende dal Sasso
Bruciato entriamo nel
territorio
del Selletto
m. 975 ed incontriamo il bivio per
l’itinerario N° 72 che lasciamo sulla destra.
Inoltrandoci nel bosco, attraversiamo un piccolo
rio e continuiamo a risalire
la
bella mulattiera ai cui lati sorgono le quindici
edicole votive dedicate alla Vergine Maria (per maggiori
informazioni vedi:
http://www.giannimolino.it//Documenti/FZ29.pdf ).
All’uscita dal bosco, perveniamo allo spiazzo su cui
sorge il
santuario della Madonna
del Callone m. 1092 (h0,15;0,35) dedicato
alla visitazione, eretto nel 1512 e successivamente
ampliato. Il piazzale antistante l’antica chiesetta è un
vero e proprio
balcone sulla valle
dal quale si possono ammirare quasi tutte le frazioni di
Campertogno. Proseguiamo lungo il percorso che si
inoltra nella faggeta e perveniamo al pianoro
dell'Argnaccia m. 1183 (h0,15;0,50), che si
stende su un'ampia terrazza glaciale, subito appare la
cappella denominata "del laghetto",
percorriamo il pianeggiante sentiero e ci attardiamo a
gironzolare per l’alpe scoprendolo in tutti i suoi
angoli più discosti e caratteristici. Ultimata la
visita, lasciamo l'Argnaccia
con le sue
case quasi tutte
restaurate ed il suo
piccolo laghetto,
superiamo l’Alpe Cuna m. 1260 (h0,10;1,00),
tralasciamo il segnavia N° 78b che porta al Becco della
Guardia e raggiungiamo il Cangello m. 1364 (h0,30;1,30),
un bellissimo alpeggio con la sua fontana e
l’immancabile
chiesetta
dedicata a San Bernardo.
Qui, circondati da magnifiche montagne e da boschi di
abeti e faggi, sostiamo per riposare e per gustarci lo
stupendo panorama che spazia su tutta la cerchia dei
monti che chiudono l’orizzonte. Terminata la pausa
contemplativa, riprendiamo il cammino e ci indirizziamo
a sinistra verso le baite dell’Alpe
Cascine m. 1420
(h0,10;1,40). In questa oasi di pace, dove il
silenzio è rotto solo dal suono dei campanacci delle
capre, ritroviamo
Sergio
che qui ha la sua dimora estiva ed il caseificio. Al
nostro arrivo troviamo
Sergio e Stefano che
stanno terminando le operazioni di mungitura, dopo
averci salutato calorosamente, Sergio ci fa accomodare e
con la sua generosità e cordialità, tipiche del
montanaro, subito si adopera per prepararci una ricca
colazione con
prodotti di produzione propria
e ci invita a fermarci per
consumare con loro un piatto di pasta. Accettiamo di
buon grado il cortese invito e, mentre aspettiamo l’ora
di pranzo,
aiutiamo Stefano
a recuperare qualche pezzo di legna. Visitiamo il
caseificio dove nei
due
grandi paioli si
stanno riscaldando il latte di capra e quello di mucca
che, ad
avvenuta la
cagliata, saranno
lavorati da Stefano per confezionare le tipiche forme di
prelibato formaggio. Nel frattempo veniamo raggiunti da
Valentina,
figlia di Sergio, che subito si mette al lavoro e
seguendo le direttive di papà, inizia a cucinare un
succulento sugo alla amatriciana. Terminate le
operazioni inerenti al formaggio,
ci sediamo a tavola
e, a partire dall’antipasto, iniziamo a gustare quanto
abilmente preparato per poi terminare con il “ Tiramisù
del pastore ” ed il caffé corretto. A tavola
Sergio ci racconta delle sua vita da pastore e di come
trascorre le sue giornate in compagnia di quel gran
bravo ragazzo che è Stefano, verso il quale nutre un
sentimento paterno. La compagnia è bella ma il tempo
scorre inesorabilmente e sono le 15,30 quando a
malincuore ci prepariamo a lasciare gli amici, non prima
però di aver scattato una
foto di
gruppo a ricordo di questa specialissima giornata
in compagnia di persone speciali che si trovano sempre
più raramente ai giorni nostri. Lasciamo l’alpe e
percorriamo a ritroso il percorso seguito al mattino,
ritorniamo all’Argnaccia, dove
le
mucche stanno riposando, e riprendiamo il ben
marcato sentiero che si snoda nella fitta faggeta e che
ci riporta in frazione Tetti. Qui ci rechiamo a salutare
la mamma di Sergio, la signora
Olga, che troviamo in compagnia della nipote
Marina e con loro regoliamo l’acquisto delle gustose
formaggelle. Poi riattraversiamo
il ponte sul Sesia e ritorniamo alla macchina per
iniziare a fare ritorno verso casa; strada facendo ci
fermiamo ancora per un saluto alla
signora Maura, moglie di Sergio, e alla figlia
Silvia. Da ultimo non
poteva mancare la sosta a Balangera per l’acquisto degli
squisiti prodotti del raviolificio Bertoli, assolti
tutti i “ gravosi ” compiti, possiamo dirigere
nuovamente verso casa al termine di una giornata non
molto faticosa dal punto di vista escursionistico, ma
molto impegnativa da quello mangereccio!
L’itinerario “ solo quello escursionistico ” è
annoverato tra i “ Sentieri dell’arte sui monti della
Valsesia ” e si sviluppa nel territorio dell’Alta
Valgrande del Sesia. Maggiori informazioni al riguardo
sono reperibili consultando il sito:
http://www.giannimolino.it/Home.php
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