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Perché dimentichiamo le cose? La scoperta che preoccupa “gli smemorati”: è importante saperlo

Perché dimentichiamo le cose? La scoperta che preoccupa "gli smemorati": è importante saperloPerché dimentichiamo le cose? La scoperta che preoccupa "gli smemorati": è importante saperlo (www.escursionando.it)

Dimenticare informazioni quotidiane, come un numero di telefono, nomi familiari o appuntamenti recenti, è un’esperienza comune che può suscitare preoccupazioni, soprattutto quando si manifesta con frequenza o intensità crescenti.

Negli ultimi anni, studi neuroscientifici e psicologici hanno approfondito i meccanismi alla base della memoria, rivelando che il dimenticare non è solo un limite, ma anche un processo funzionale e adattivo del cervello umano.

Il dimenticare non è necessariamente un segnale di patologia: spesso rappresenta un meccanismo di filtro essenziale per la gestione delle informazioni.

Perché dimentichiamo: meccanismi cognitivi ed emotivi

La memoria a breve termine ha capacità limitate e il cervello seleziona quali dati conservare, eliminando quelli meno rilevanti per ottimizzare le funzioni cognitive. Questo processo permette di mantenere una mente più flessibile e decisioni più efficaci, come evidenziato da recenti ricerche nel campo delle neuroscienze.

Dal punto di vista emotivo, dimenticare può essere anche una strategia di difesa. Sigmund Freud aveva introdotto il concetto di rimozione, un meccanismo inconscio che esclude dalla coscienza ricordi dolorosi o traumatici. Oggi si riconosce che stress, ansia e emozioni intense interferiscono con la capacità di concentrazione e memorizzazione, causando vuoti di memoria temporanei o selettivi. In questo senso, dimenticare può essere una forma di autoprotezione psicologica, utile a gestire situazioni emotivamente difficili.

Perché dimentichiamo: meccanismi cognitivi ed emotivi

Perché dimentichiamo: meccanismi cognitivi ed emotivi (www.escursionando.it)

Nonostante la normalità di episodi sporadici di smemoratezza, è fondamentale riconoscere i sintomi che indicano un disturbo della memoria più serio. Secondo gli specialisti, segnali come dimenticare frequentemente informazioni recenti, ripetere le stesse domande, difficoltà nel pianificare o nel completare attività quotidiane, disorientamento nello spazio e nel tempo, problemi nel linguaggio e cambiamenti rilevanti nell’umore devono destare attenzione.

Questi sintomi potrebbero essere riconducibili a condizioni neurologiche come l’Alzheimer o altre forme di demenza, ma anche a disturbi psicologici o a conseguenze di traumi cranici. Per questo motivo, consultare un neuropsicologo o uno specialista è fondamentale per una diagnosi precoce e per impostare un percorso terapeutico adeguato.

I vuoti di memoria, momenti in cui non si riesce a ricordare informazioni anche per brevi periodi, possono derivare da stress acuto, ansia elevata o traumi emotivi. La dissociazione e l’amnesia dissociativa, riconosciute nel DSM-5, descrivono proprio la perdita temporanea di ricordi autobiografici legati a esperienze traumatiche, a ulteriore conferma di come mente e memoria siano strettamente connesse con l’equilibrio emotivo.

Strategie e terapie per migliorare la memoria

Affrontare i problemi di memoria richiede un approccio integrato che coinvolge sia la dimensione psicologica sia quella cognitiva.

La terapia psicodinamica può aiutare a riportare alla luce ricordi rimossi e conflitti inconsci, riducendo la necessità del cervello di dimenticare per proteggersi. Parallelamente, la terapia cognitivo-comportamentale fornisce strumenti pratici per migliorare attenzione, organizzazione e capacità mnestiche, oltre a gestire lo stress che spesso peggiora la smemoratezza.

Il lavoro del neuropsicologo è cruciale per valutare la natura e la gravità del disturbo di memoria, distinguendo tra un normale invecchiamento cognitivo e patologie neurodegenerative. Attraverso test specifici, interviste e osservazioni, si possono individuare strategie di stimolazione cognitiva, terapie farmacologiche e modifiche dello stile di vita efficaci per rallentare il declino delle funzioni mnestiche e migliorare la qualità della vita.

Unendo introspezione e tecniche cognitive, è possibile rafforzare la memoria, recuperare fiducia nelle proprie capacità mentali e affrontare con serenità eventuali condizioni diagnosticate, promuovendo un equilibrio tra mente e benessere emotivo.

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