La gestione di un conto bancario dopo il decesso del titolare rappresenta una questione cruciale per gli eredi.
Non sempre è chiaro quali siano le procedure corrette da seguire e quali siano le responsabilità degli eredi in relazione ai debiti del defunto. In questo articolo approfondiremo gli aspetti legali e pratici relativi alla chiusura di un conto bancario in seguito a un decesso, nonché le modalità di accettazione dell’eredità e le implicazioni fiscali.
Il conto bancario è un rapporto contrattuale fondamentale tra il cliente e l’istituto di credito, che consente la gestione e la custodia del denaro. Quando il titolare viene a mancare, gli eredi devono innanzitutto verificare l’esistenza di eventuali conti attivi per evitare sorprese legate a debiti o somme da riscuotere.
Secondo l’Associazione degli utenti finanziari (Asufin), le banche hanno l’obbligo di comunicare all’Amministrazione fiscale i conti intestati a persone decedute. In questo modo, i familiari possono ottenere informazioni su saldi, eventuali debiti e altre posizioni finanziarie del defunto.
È indispensabile notificare tempestivamente il decesso all’istituto bancario, presentando il certificato di morte e la documentazione che attesti la qualifica di erede, come una copia del testamento o una dichiarazione degli eredi. Questo passaggio consente alla banca di bloccare eventuali operazioni e di procedere alla chiusura o al trasferimento dei fondi secondo le disposizioni legali.
La chiusura del conto e la gestione delle commissioni
Gli eredi devono provvedere a chiudere i conti intestati al defunto per evitare che si accumulino commissioni bancarie, interessi passivi o altre spese che potrebbero generare debiti a loro carico. Se il conto resta aperto senza operazioni per anni, la banca può applicare oneri amministrativi o procedere a pignoramenti se sussistono debiti associati.
In assenza di reclami da parte degli eredi entro 20 anni, le somme depositate possono essere acquisite dallo Stato. L’Agenzia delle Entrate dispone di canali specifici per la gestione di questi fondi, detti “conti dormienti”.
Debiti del defunto e responsabilità degli eredi
La morte del titolare di un conto non estingue automaticamente i debiti contratti. Gli eredi hanno tre opzioni principali per la gestione dell’eredità:
- Accettazione dell’eredità pura e semplice: implica che gli eredi assumano sia i beni che i debiti del defunto, rischiando di dover rispondere con il proprio patrimonio personale oltre l’attivo ereditato.
- Accettazione con beneficio d’inventario: consente agli eredi di limitare la responsabilità ai beni ereditati, senza coinvolgere il loro patrimonio personale per i debiti del defunto.
- Rinuncia all’eredità: utile quando i debiti superano il valore complessivo dell’eredità, evitando così agli eredi di assumersi oneri economici insostenibili.
Questa distinzione è fondamentale per tutelare gli eredi da eventuali passività non note al momento della successione.

Aspetti fiscali per gli eredi: la dichiarazione dei redditi
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Gli eredi devono anche occuparsi della dichiarazione dei redditi relativi al defunto, per la parte dell’anno in cui è avvenuto il decesso. Secondo le normative fiscali italiane, tale dichiarazione può essere presentata tramite il modello 730, che consente di dichiarare redditi da lavoro dipendente, pensione e redditi derivanti da immobili ereditati.
Successivamente, gli eredi dovranno presentare la propria dichiarazione personale, includendo anche i redditi percepiti per conto del defunto, come arretrati di pensione o di lavoro. In caso di vendita di beni ereditati, plusvalenze o minusvalenze devono essere inserite nella sezione dedicata ai redditi diversi.
È importante sottolineare che le somme di denaro ricevute direttamente dalla successione, come depositi in conto corrente o contanti, non sono soggette a imposte sul reddito e non vanno indicate nella dichiarazione.
Il ruolo dell’erede nel diritto civile
Nel diritto civile, l’erede è colui che subentra nei rapporti giuridici attivi e passivi del defunto, ovvero assume sia i beni sia i debiti. Esistono diverse categorie di eredi: universali, legittimari, apparenti, beneficiati e fiduciari, ognuna con caratteristiche e responsabilità specifiche.
L’accettazione con beneficio d’inventario, ad esempio, protegge l’erede dal rischio di dover pagare debiti superiori all’attivo ereditato, separando il patrimonio personale da quello del defunto.
Nel caso di più eredi, la responsabilità per i debiti è proporzionale alla quota ereditaria. I creditori possono agire contro ciascun coerede per la parte di debito corrispondente, e chi ha estinto un debito può successivamente rivalersi sugli altri coeredi.
Procedure specifiche per conti bancari esteri: il caso della Svizzera
Per i conti bancari detenuti all’estero, ad esempio in Svizzera, le procedure di gestione dopo il decesso seguono regole analoghe ma con alcune peculiarità. Le banche svizzere, come la Banca Migros, richiedono la presentazione del certificato di morte e dei documenti che attestino l’identità degli eredi. Inoltre, la normativa locale prevede che le somme depositate siano congelate fino alla definizione della successione.
In questi casi, è consigliato rivolgersi a consulenti esperti in diritto internazionale e fiscale per evitare complicazioni legali e garantire una corretta gestione patrimoniale.
Come gestire un conto bancario alla morte del titolare(www.escursionando.it)






