Valle Ossola
ALPE AURINASCA m 975
Luogo di partenza : Prata m 237
Dislivello : m 738
Tempo dell’intera gita : ore 5,30
Tempo effettivo : ore 3,30
Difficoltà : E
Gita effettuata : 12-Gennaio-2006
Nonostante le mattinate molto gelide , io ed il mio inseparabile socio ,decidiamo di andare a sgranchirci le gambe in un luogo non innevato e non molto lontano da casa. Decidiamo di andare a visitare gli Alpeggi di Cuzzego . Percorriamo la superstrada del Sempione ed usciamo allo svincolo di Villadossola , da dove svoltando a sinistra raggiungiamo l’abitato di Prata.Parcheggiamo l’auto in uno spiazzo prima del ponte sull’omonimo Rio e ci dirigiamo in direzione di Vogogna. In prossimità del cartello indicatore , sulla sinistra ha inizio l’itinerario contraddistinto dai segnavia Bianco-Rossi. Iniziamo la salita e in circa 15 minuti sbuchiamo sul poggio su cui sorge “ la torre del Bulfer “ .Il CAI di Villadossola e il Comune di Beura Cardezza , hanno redatto delle tabelle esplicative che , collocate nei luoghi di maggior interesse , ne descrivono le notizie storiche. Dal cartello, il nostro cammino continua sulla sinistra e , risalendo il sentiero in alcuni tratti scalinato , raggiungiamo la località “ Runcass “ ove sul retro di una solitaria baita , un pergolato sostiene gli ultimi tralci della vite a testimonianza delle colture di un tempo.Proseguendo giungiamo in breve all’Alpe Bisicunsc , sui cui ruderi è posto un altro cartello illustrativo. Ci documentiamo e proseguiamo giungendo dopo circa 10 minuti all’Alpe Fonten Sotto ( m 557 ) dove altri cartelli ci informano sulle raffigurazioni della Cappella e del voltino. Ora il percorso si sviluppa sulla destra e con ripida ascesa sale in circa 30 minuti a delle baite diroccate , le superiamo e dopo altri 30 minuti di cammino il bosco di castagni lascia il posto ad un arido prato alla sommità del quale , allineate al tiepido sole invernale ,sorgono le baite dei vari nuclei dell’alpeggio. Al centro del nucleo principale sorge la Cappella edificata nel 1928 e ristrutturata a cura della famiglia Dell’Orsi nel 1988. Sono le ore dodici e decidiamo di consumare il nostro pranzo , la vista che si gode dall’alpe è, comunque degna di nota , proprio di fronte spicca in tutta la sua maestosità il Pizzo Camino sulla cui sommità risplende , illuminata dal sole , la grande croce di vetta.Lo sguardo spazia da sinistra a destra e sono ben riconoscibili gli alpeggi dall’Alpe Marona ,All’alpe Prato , all’Alpe San Giacomo e oltre. Terminato il lauto pranzo ci incamminiamo per iniziare la discesa che si sviluppa sul versante di Cuzzego attraversando numerosi alpeggi. Continuando sulla sinistra , seguendo i sempre ben evidenti segnavia , incontriamo immediatamente l’Alpe Aurinasca di fuori , proseguiamo procedendo con attenzione causa il ghiaccio nascosto dalle foglie secche e incontriamo dopo circa 6 minuti di cammino l’Alpe Luera (901m.),passiamo oltre e dopo altri 25 minuti di discesa sbuchiamo sugli ampi prati dove a 722 m. di quota sorge l’Alpe Cortigio , da questo versante si ha una splendida vista su tutto il piano ossolano e sui suoi insediamenti. Continuando a scendere, raggiungiamo ciò che rimane del consistente nucleo di fabbricati di Buretti (458 m.).I rustici , completamente abbandonati e imboscati ,erano ai tempi abitati tutto l’anno e un abitante del luogo , incontrato poco dopo , ci riferisce che costituisse il nucleo primitivo di Cuzzego. All’ingresso di quello che doveva essere un vero e proprio paese , sorge la cappelletta sulla quale la tabella illustrativa riporta le note salienti.Siamo oramai prossimi a Cuzzego che si intravede sotto di noi , il sentiero scende velocemente superando ciò che rimane dei terrazzamenti che un tempo costituivano gli appezzamenti in cui venivano coltivati patate, segale e castagni da frutto. Incontriamo l’ennesima e ultima cappelletta e perveniamo nell’abitato di Cuzzego , da qui raggiungiamo la statale e seguendo la strada asfaltata ritorniamo a Prata che raggiungiamo dopo circa 15 minuti. Siamo appagati dalla bella camminata effettuata in una zona poco frequentata ,i rustici, le cappellette , i terrazzamenti , le vigne e le piazzole incontrate durante il cammino rimangono a testimoniarci la fatica fatta per sopravvivere.