Val Sesia

                                                  SCOPELLO m.659 – FRASSO m. 966 – CIMA DELLE BALME m 1930.
 


Difficoltà : mediamente impegnativo

Tempo totale : ore 4

Dislivello : m 1271

Gita effettuata :  19 Novembre 2003 giungendo fino al raccordo con l’itinerario 31b ( Creus dal Canval ).
Compagni di avventura ; l’inseparabile amico Claudio e fino a Frasso anche il buon Mario .

L’itinerario prende avvio dal Comune di Scopello , importante centro turistico della media Valsesia , situato nell’ampia curva impressa al solco vallivo dai contrafforti della Cima delle Balme il cui territorio è delimitato da quattro cime.
Alla sinistra del Sesia si eleva a nord-ovest la Cima delle Balme m 1930 e a nord il Monte Ventolaro m 1835,
mentre alla destra del fiume , a est-sud-est, svetta il Badile m 1833 e a sud-ovest , si erge la Cima d’Ometto m 1912.Il nome di Scopello appare , come per gli altri comuni della Valsesia,per la prima volta nel 1217.Più recentemente il nome Scopello è stato citato nella storia per la fonderia che il Cav. Nicolis di Robilant propose al re Carlo Emanuele III di costruire nel paese.Il suo benestare venne dato nel 1734.Il tratto principale di questo itinerario collega il paese di Scopello con la sua frazione di Frasso,la prosecuzione porta ai pascoli della comba di Frasso e alla Cima delle Balme.Il primo tratto è il più frequentato in quanto itinerario prettamente turistico,la seconda parte,più lunga e impegnativa è adatta ad escursionisti di buona gamba.



Alla frazione Rua di Scopello parcheggiare l’auto sulla Statale,nei pressi della banca situata di fronte ad un autofficina,ritornare pochi passi verso valle ed imboccare la via che con segnale escursionistico indica la località di Frasso.
La strada passa davanti all’oratorio di S. Antonio e alla cappella della Beata Panacea,piegando a destra si incontra la bacheca che riporta la cartina dei sentieri percorribili in zona.E’ da questo punto che ha inizio la mulattiera che ci porterà a Frasso;presto essa giunge al bivio-31f per Ramello che lascia a destra,prosegue attraverso un castagneto e prati al termine dei quali si raggiunge la Cascina Topini m 732,alla cui sinistra si diparte l’itinerario- 31a-per Villabella;da qui,superato su di un ponte il rio Frasso,ha inizio la salita che su una splendida mulattiera costruita a “ rizzata “ , ci porta con decise svolte a passare dalle cappelle dell’Addolorata,della Madonna di Mera e dalla Ruviccia, per pervenire a Frasso che si presenta con il suo oratorio dedicato a S. Pantaleone e con il monumento al Pastore,raffigurato da un bassorilievo dormiente in mezzo ai suoi armenti.In 45 minuti,siamo giunti su di uno splendido balcone soleggiato dal quale si ha una splendida vista sul fondovalle e sulle antistanti Alpi di Mera.Seguendo i segnavia, sempre ben evidenti,si giunge alla fontana della frazione,punto dove un cartello indica che il percorso qui si sdoppia;lasciamo a destra le indicazioni per l’itinerario –26d-e ci dirigiamo a sinistra passando sotto al punto di ristoro.Oltrepassato un portico,tocchiamo la cascina Balzella,superiamo il rio Frasso e oltrepassiamo i casolari dell’Alpe Nigrera m 1030.Proseguendo lungo la Comba e continuando a seguire il nostro segnavia – 31- arriviamo alla stazione di un palorcio ,e saliamo sulla destra,la traccia che entra pianeggiante,conduce ad una cava di lastre di micascisto,   ( Piode ) .Continuando in salita,in prossimità di una betulla tagliata,troviamo un cartello giallo con indicazione “ raccordi per sentieri 31 e 32 e una freccia nera indica la direzione per il Monte Castello “ contemporaneamente sulla roccia di fronte il segnavia riporta l’indicazione – 31b -.
Qui ci siamo lasciati imbrogliare e seguendo una traccia di sentiero che entra pianeggiante,siamo scesi fino al torrente,che stando alle indicazioni avremmo dovuto passare per risalire l’altro versante.Dopo un paio di passaggi effettuati con le debite precauzioni in quanto scivolosi,ci siamo ritrovati al fiume,dove su di un sasso una freccia nera indica la direzione per il Monte Castello,per il ns.itinerario non compaiono più segnalazioni.Dopo una breve ricerca per vedere se si intravedevano tracce di sentiero,decidiamo di ritornare sui nostri passi e fatto dietro front, ritorniamo al punto dove avevamo trovato le ultime indicazioni.
Da qui decidiamo di seguire il segnavia – 31b – che risale il versante della montagna sino ad incontrare,su di una betulla, il bivio segnalato per l’itinerario – 31- che scendendo a sinistra oltrepassa il rio Frasso per raggiungere l’Alpe Sella di Bedino, mentre il segnavia – 31b- continua a salire sulla destra riportando l’indicazione per l’Alpe Balma in mezzo e indica un tempo di percorrenza di ore 1 e ½.
In questo punto ci siamo resi conto che il vero bivio – 31b – ha inizio in questo punto e che la segnalazione che ci aveva tratto in inganno altro non era che un errore di chi di recente ha provveduto a segnare il sentiero, indicando la numerazione – 31b – prima del suo reale inizio.Niente di male quattro passi li abbiamo fatti ugualmente e in più ci siamo fatti anche una nuova esperienza.
La descrizione della guida a ns. disposizione , indica il percorso –31b – come una via tracciata dagli Alpini durante una esercitazione che raggiunge l’Alpe Balma di fondo lungo una traccia di sentiero alquanto ripida che con tempo umido può presentare pericolo di frane ,per cui è da percorrere con molta attenzione.
Qui,vista l’ora e il tempo mancante per raggiungere l’Alpe Balma in mezzo,decidiamo di ritornare sui nostri passi e di raggiungere Mario,che si è fermato al sole di Frasso.
Con Claudio conveniamo che nel caso si dovesse ripetere, in quanto la posizione dell’Alpe che si vede lassù sopra di noi,è decisamente molto bella e pertanto non è da escludere un ritorno quando le giornate saranno più lunghe,e ci sarà inoltre la possibilità di raggiungere l’Alpe Balma in Cima m 1780 da dove sono visibili il Corno Bianco,il Monte Rosa, la Val Chiappa con parte del fondovalle della Val Sermenza e del comune di Sabbia nella Val Ma stallone e la Cima delle Balme m 1930 da dove si scorge un tratto della Valle D’Olen,di Riva Valdobbia,parte delle valli di Rassa e della conca di Meggiana e in lontananza svettano il Monte Leone,il Pizzo d’Andolla e l’Adamello.Stavo dicendo che in caso di ripetizione,sarà più prudente seguire il sentiero 31 che dopo aver raggiunto l’Alpe Sella di Bedino m 1547,continuando a destra come da cartelli indicatori,quasi in curva di livello, passa da Piana Casera,raggiunge e guada il Creus Canval e entra nei pascoli dell’Alpe Balma di Mezzo m 1640.A questo alpeggio fanno capo gli itinerari – 31b – e –31c -.Il nostro itinerario continuerà lungo la linea di massima pendenza,raggiungendo il crinale spartiacque in prossimità di un grosso masso sul quale è dipinto il cartello bivio;piegando a destra si segue l’itinerario – 31d - ,per il Monte Ventolaro mentre svoltando a sinistra si raggiungono i casolari dell’Alpe Balma in Cima m 1780 ( ore 3,20 da Scopello ) .
Da questo alpeggio abbandonato il sentiero sempre segnato,segue a tratti la cresta che fa da confine con i comuni di Scopello, Boccioleto e Campertogno,sottopassa la Cima Voccani m 1909 per pervenire ad una sella , dove vi è un mucchio di blocchi di pietra, su uno dei quali sono incisi tre canaletti che si ritengono incisioni rupestri;l’itinerario sale alla Cima delle Balme m 1930 ( ore 4 da Scopello ).Da questa Cima si origina il contrafforte che,con direzione Sud,scende al Monte Castello e all’alpe omonimo,le cui casere vengono raggiunte con l’itinerario –31c -.
Visto la manifestata intenzione di ripetere e completare la gita interrotta,ne ho approfittato per riportare le indicazioni sul percorso che ci torneranno utili quando decideremo di ritornare da queste parti.
Noi invece siamo tornati a Frasso, dove ci riuniamo a Mario ed insieme ci accomodiamo su uno splendido tavolone di sasso dal quale si gode una stupenda vista su Mera e con il sole in fronte,serenamente ( come dice una vecchia canzone ) felici consumiamo il nostro pranzo.
Terminato il lauto pasto,vista l’ora abbiamo deciso che ci potevamo permettere di gironzolare ancora un po’ dato che scendere in una così stupenda giornata era veramente un peccato,così ritorniamo verso la fontana di Frasso e seguendo l’itinerario – 26d – imbocchiamo la mulattiera che in salita esce dall’abitato per immettersi sui prati delle Piane m 1037,e dopo aver valicato il rio Fusei,raggiungiamo l’Alpe Pian d’Ovasco m 1124.Qui constatiamo come la zona sia molto più aperta e la vista ha possibilità di spaziare in modo più ampio, in alto proprio sopra di noi è ben visibile l’Alpe Giavine e la Bocchetta di Scotto m 1503 ( è superfluo precisare che anche questo itinerario lo abbiamo inserito come prossimo obiettivo,tanto Claudio a breve va a riposo e non ci mancherà certo il tempo per fare questo e tanti altri ancora. ).Oggi invece il tempo trascorre velocemente e ad evitare di far troppo tardi,ritorniamo da dove siamo venuti e con dispiacere lasciamo questo angolo di paradiso per scendere di nuovo a Scopello , ove recuperiamo la macchina e il buon Claudio che, molto gentilmente ci fa sempre anche da autista oltre ad essere il fotoreporter documentarista ufficiale della compagnia ( altro che Film Festival,Trento ci fa un baffo ),ci riporta verso casa.
Anche oggi abbiamo concluso l’ennesima nostra escursione visitando un posto nuovo e a noi ancora sconosciuto .