Val Anzasca |
Bannio - Pizzetto ( m 1879 ) |
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Gita effettuata Il : 28-11-2006 |
Partenza da : Fontane di Bannio m. 775 |
Dislivello : m 1104 |
Difficoltà : E |
Tempo dell’intera gita : ore 6,30 |
Effettivo cammino : ore 4,00 |
Percorrendo la SS 549 della Valle Anzasca raggiungiamo Pontegrande,dove svoltiamo a sinistra e risaliamo per 3,5 Km. la carrozzabile sino a Fontane di Bannio dove lasciamo l’auto nello spazio antistante il piccolo lavatoio. La giornata si presenta nebbiosa e umida ma, confidando nelle previsioni che danno nebbia fino a circa 900 m. decidiamo di iniziare la salita. Procediamo sulla strada asfaltata in direzione di Soi, e dopo poco, sulla destra ha inizio la mulattiera che in ripida salita rimonta la dorsale raggiungendo l’Alpe Balmo m. 1058 ( h 0,20 ) dove le previsioni si avverano e uno splendido sole illumina le cime circostanti permettendoci di assistere ad uno spettacolo che raramente capita di vedere. Proseguendo la salita continuiamo fino a che raggiungiamo gli impianti dell’antica stazione di sci posti sulla spianata su cui sorge l’Alpe Provaccio m. 1130 ( h 0,20;0,40 ). Seguitiamo nel nostro cammino fiancheggiamo l’altra sciovia sino al suo termine, poco oltre, il sentiero prosegue nel bosco misto di abeti e ci conduce ai primi isolati casolari dell’Alpe Loro 1336 m. ( h 0,20;1,00 ) dove Flavio (
www.cappef.com ) e Claudio continuano a scattare foto a raffica. Da questo punto il sentiero si innalza bruscamente per superare i casolari della Rausa di Bannio m. 1367 e della Rausa di San Carlo m. 1486 per giungere infine sul dosso su cui sorge Villa Samonini m. 1630. Il sentiero prosegue ora quasi in piano e supera diverse costruzioni, percorriamo ancora un tratto in leggera salita prima di raggiungere la depressione del crinale in cui si intuisce dovrebbe essere adagiato il laghetto di Campo Aostano m. 1750, completamente secco. Lasciamo a destra la deviazione per l’Alpe Laveggio ( h 0,50;1,50 ), e iniziamo a risalire, a sinistra, un ripido canale in cui Flavio da vero " Guru dei monti " ha identificato una esile traccia di sentiero che tra radi larici e rododendri risale un ripido canale in cui la brina ha iniziato a creare le sue gelide sculture. Con un’altra breve fatica, raggiungiamo il colletto da cui, piegando a destra, risaliamo l’ultimo tratto su tracce di passaggio di capre per raggiungere la cima 1879m. ( h 0,25;2,15 ). Lo spettacolo che si ammira oggi da quassù, è a dir poco mozzafiato, il Rosa ci sovrasta con tutta la sua imponente mole e lo sguardo spazia a 360° mostrandoci la vallata lontana coperta da un " mare " ovattato di nebbia. Qui sostiamo per il rifornimento e la classica foto di gruppo, ( titolo della foto:" i rossi antichi " ). A malincuore lasciamo questo stupendo punto di osservazione e cominciamo a scendere allegramente. Scendiamo alla Rausa e qui il nostro Kevin Kostner ci ripropone una scena de: " l’uomo che sussurrava ai cavalli ", che a dire il vero non si dimostrano molto interessati ai suoi discorsi. Mantenendoci alti, seguiamo il segnavia che ci porta a superare l’Alpe Ielbi 1529 m. per poi entrare in un meraviglioso bosco di faggi e calare su ciò che rimane dei pascoli su cui sorge l’Alpe Pianezzo 1201 m. ( h 1,00;3,15 ). Girando fra le numerose baite, molte purtroppo in stato di abbandono, facciamo conoscenza con Emidio che molto gentilmente ci invita nella sua baita dove incontriamo anche Anna e Giuliana ( Haidi ) che, con la consueta ospitalità che contraddistingue le genti di montagna, ci offrono uno squisito caffè completo di ammazzacaffè. Dopo una piacevole chiacchierata e qualche foto, salutiamo i cortesi padroni di casa e ci incamminiamo per raggiungere la strada asfaltata che attraverso: Soi, Piana e Riscillone, ci riporta al punto da cui siamo partiti.Escursione di grande panoramicità con incantevoli scorci sulla Valle Anzasca e su tutto il catino della selvaggia e solitaria Valle Olocchia. La vetta costituisce un punto di vista particolarmente privilegiato, a nostro avviso poco conosciuto ma, meritevole di essere salita.