Val Vigezzo 

                                                                        FOLSOGNO e i suoi Alpeggi m. 1320


Luogo di partenza : Folsogno m 758

Dislivello : m 562

Tempo dell’intera gita : ore 6,00

Tempo effettivo : ore 3,45

Difficoltà : E

Gita effettuata : 24-Gennaio-2006


Questo inverno è caratterizzato da scarse precipitazioni nevose per cui dato che “ la neve è poca e la ciaspola non galleggia “ decidiamo di effettuare ancora un’escursione di media montagna in una zona possibilmente soleggiata.La scelta cade sulla Val Vigezzo ed in particolare stabiliamo di recarci a visitare gli alpeggi di Folsogno.Percorriamo la superstrada del Sempione , uscendo a Masera risaliamo la SS 337 della Valle Vigezzo raggiungiamo prima Druogno dove ha inizio l’altopiano vigezzino , che ci accoglie con il suo bel monumento dedicato all’alpigiana , superate Santa Maria Maggiore e Malesco , si attraversa il torrente Melezzo proseguendo in direzione di Re.
Superato il Santuario , sorto nel 1494 nel luogo in cui un ubriacone getto un sasso contro un ritratto della Madonna facendolo sanguinare , una strada asfaltata si stacca sulla sinistra e conduce in breve a Folsogno dove raggiunto il sopraelevato piazzale “ Carlo Del Zoppo “ parcheggiamo l’auto e ci incamminiamo lungo la Via Villette che saliamo per un breve tratto fino a che in prossimità di una casa sulla sinistra , ( attenzione non ci sono cartelli indicatori ) ha inizio il sentiero identificato dai segnavia Bianco-Rossi che sfiancando l’abitazione risale gli ampi spazi prativi raggiungendo in breve una isolata costruzione.Il sentiero prosegue sulla destra iniziando la lunga diagonale che entra nella valle del Rio degli Orti , superati alcuni ruscelletti si esce dalla zona ombreggiata e si inizia a salire in un bel bosco di faggi sino a che su di una pianta , scritta con vernice rossa , è riportata la direzione da seguire per l’Alpe Mirà.Noi deviamo a sinistra seguendo i segnavia che ci indirizzano sulla costa che risalita a fatica , sbuca sul motto su cui sorge l’Alpe Cailina ( m 1135 ).Dall’alpeggio si ha una bella vista sul sottostante paese di Dissimo , sulla sinistra il tiepido sole invernale illumina le baite poste sulla costiera che dal Monte di Dissimo sale al Monte Cavallina.Ci spostiamo sulla sinistra a raggiungere le ultime baite dell’alpeggio , da qui un sentiero non segnalato , che percorriamo con attenzione causa il terreno gelato perviene in circa 20 minuti ad una sella su cui è posta una palina (finalmente un’indicazione) che indica le direzioni da seguire per : Blitz/M.te Zicher , Cailina/Folsogno,Villette.Vista l’ora decidiamo di salire al Blitz dove intendiamo consumare il pranzo e ci incamminiamo per il sentiero che in leggera salita ,entra in una valletta ombreggiata ancora abbondantemente coperta di neve , per sbucare dopo circa 20 minuti nei pressi del Rifugio Blitz (m 1250).Ci accomodiamo al sole , consumiamo il nostro spuntino e , scattata la foto ricordo , riprendiamo il cammino che ci porta a girovagare sulle circostanti alture visitando il piano su cui sorge una grossa costruzione , salendo sino alla Colma di Villette ( m 1320 ).Il terreno innevato non ci permette di individuare segni che ci indirizzino sulla discesa per cui decidiamo di ritornare al punto in cui la palina ci indicava la discesa su Villette, così facciamo e in meno di 30 minuti ci ritroviamo al punto in cui ha inizio il sentiero , ( ora non più in buone condizioni ) che scendendo nella valle del Rio del Pozzo ci permette di raggiungere l’abitato di Londrago.Lungo la discesa incontriamo un gruppo di capre ( unico incontro della giornata con esseri viventi ) che incuriosito assiste al nostro passaggio. A Londrago ci aggiriamo per le vie del borgo scoprendo una curiosa targa a ricordo del sacrilego abitante.Nei pressi della fontana ha inizio il sentiero , poco e mal segnalato da seguire con attenzione ,che ci riconduce a Folsogno sbucando nei pressi del parcheggio.Sulla via del ritorno effettuiamo una visita al Santuario prima di dirigerci definitivamente verso casa.Una gita tranquilla che permette di compiere un itinerario ad anello vagabondando tra boschi e soleggiati alpeggi in un ambiente poco conosciuto e frequentato e a volte anche scarsamente segnalato una gita per escursionisti curiosi con un po’ di senso dell’orientamento.