Val Antigorio

L’anello di Aleccio ( m. 1441 )

 

Luogo di partenza : Crego m. 781

Dislivello :  m  660

Tempo dell’intera gita : ore 6,00

Difficoltà : T

Gita effettuata: il 20-11-2006

Effettivo cammino : ore 3,00

 

Percorriamo la strada della Val Formazza sino a raggiungere il centro di Premia,qui scendiamo a destra seguendo le indicazioni per l’orrido di Balmafredda per poi proseguire sulla rotabile che conduce a Crego dove lasciamo l’auto nel piazzale  presso l’insolita e bella chiesa parrocchiale edificata tra il 1852 ed il 1878 dal “ Prete scalpellino Don Lorenzo Dresco. Da Crego,ci incamminiamo lungo la strada asfaltata che abbandoniamo,poco dopo, per imboccare un sentiero che si sviluppa sulla sinistra ( cartello segnavie ) e si alza in un bosco di faggi. Saliamo nel bosco sino a raggiungere la radura  ( h 1,00 )dove sorgono due alpeggi che rimontiamo per sbucare sulla gippabile,( ennesimo tributo alla nostra subordinazione all’automobile ), che ha sostituito il sentiero. Proseguiamo a sinistra per raggiungere in breve  l’Alpe Cropali ( h 0,10;1,10 ) che visitiamo, risalendo sino al suo margine superiore da dove ammiriamo lo stupendo contrasto dei colori  autunnali sulle sfondo delle cime innevate che si stagliano contro il cielo blu in questa tersa mattina. Procediamo, raggiungiamo una grande croce di legno che si protende sulla sottostante vallata in cui si riconoscono i vari insediamenti abitati e, superati in successione il Curt Muntan ed il Curt Pidrin ci ritroviamo nei prati superiori dell’Alpe Aloro ( Aleccio ) m.1441 ( h 0,10;1,20 ). Lo spettacolo che si ammira da qui, è a dir poco stupefacente, si riconoscono la Punta di Tanzonia, il Monte Gorio, il Cervandone, il Passo Cornera, l’Helsenhorn, il Corno Cistella, il Cistella, e ancora una interminabile catena di monti. Visitato l’alpe, ci manteniamo alti sui suoi pascoli digradanti e seguiamo le indicazioni per Bee. Ci inoltriamo in un bosco di conifere, percorriamo il sentiero a mezzacosta che supera il Rio d’Alba, per poi abbassarsi in un bosco di faggi al termine del quale siamo nella conca su cui sorgono le baite di Bee m. 1418 ( h 0,10;1,30 ). Qui sostiamo per consumare il nostro abituale spuntino e gironzoliamo per l’alpe fotografandolo da varie angolazioni ( cerchiamo anche di scattare qualche foto a nostro parere bizzarra ? !? ). Ricaricati gli zaini ci avviamo verso il limite  inferiore dell’ampio prato su cui è situato l’alpe ( palina con cartelli indicatori ), qui inizia una vera e propria “ via di pietra” che perdendo quota molto rapidamente ci conduce all’alpe Boschetto m. 1205. Camminando all’estremità inferiore di un’imponente parete rocciosa, all’apparenza insuperabile, abbiamo modo di percorrere e guardare con stupore una mulattiera lastricata in pietra,costruita a gradoni per facilitare gli animali nel superamento delle elevate pendenze e con grossi massi posti con funzione di parapetto. E’ per noi impossibile anche solo immaginare la fatica e le difficoltà superate per realizzare quella che,ancora oggi, si presenta come un’opera di alta ingegneria alpina. Il tutto è stato realizzato da generazione di montanari per praticare la fondamentale attività pastorale e raggiungere nuove distese erbose avendo cura di tutelare il loro bene più prezioso, il bestiame. Dopo aver dibattuto su quanto quella bastionata rocciosa abbia impensierito non poco i valligiani, che comunque concepirono una validissima soluzione per superarla, continuiamo nel percorso e scendendo molto rapidamente in breve raggiungiamo Cagiogno m. 726 ( h 0,50;2,20 ) dove sbuchiamo presso il lavatoio. Ora non ci resta che tornare al punto di partenza, seguendo le indicazioni, prendiamo a sinistra e percorriamo l’esile sentiero che attraversa l’umido bosco per raggiungere la bastionata rocciosa da cui scivolano a valle le calme acque del  Rio Alba costituendone l’omonima cascata, procediamo sino a raggiungere il canale dell’Enel che percorriamo comodamente sino a che su sasso a sinistra, scorgiamo l’indicazione ( scritta con vernice rossa ) che con una modesta risalita ci permette di ritornare a Crego ( h 0,40;3,00 ), dove usciamo proprio sotto la chiesa.

Se è vero che, come ho letto da qualche parte : “ il sentiero ha valenza storico culturale in quanto è una traccia dell’uomo ed esiste per la cura che l’uomo gli ha dedicato praticando la fondamentale  attività pastorale ”  questa, è una traccia che non sarà possibile  cancellare data l’imponenza dell’opera e la maestria con cui è stata costruita. 

A nostro parere sono i più affascinanti 2,5 Km. di mulattiera  che ci sia mai capitato di percorrere.

Facile itinerario ad anello fra boschi ed alpeggi che consigliamo entusiasticamente.