Val Vigezzo

                      Alpe Campra m. 1379

Gita effettuata il :15-02-2007

Partenza da : Orcesco m. 814

Dislivello : m. 565

Difficoltà : E

effettivo cammino : ore 2,30

Come arrivare: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera-Valle Vigezzo. Risalire la SS 337 sino all’ingresso di Druogno, superato il distributore di benzina, girare a destra seguendo le indicazioni per Orcesco-Gagnone. Oltrepassati gli impianti di risalita della “Baitina“ si prosegue sino ad Orcesco dove si parcheggia l’auto nei pressi della stazione della Vigezzina.

Raggiunto il paese, ci apprestiamo ad intraprendere la salita che, attraverso una comoda ed ampia mulattiera, ci permetterà di raggiungere l’Alpe Campra, nostra meta odierna. Terminati i preparativi, attraversiamo i binari e ci incamminiamo verso l’Oratorio dedicato a San Carlo, Santo che in questa zona godeva di grande culto, in quanto esponente della famiglia Borromeo, feudataria della valle. Da qui procediamo dirigendoci verso il minuscolo e grazioso parco giochi dei bambini; su di una palina, cartelli segnavie riportano le indicazioni per le varie località raggiungibili. Entriamo nel bosco e cominciamo ad innalzarci lungo l’ampia mulattiera che volgendo a destra, perviene ad un tratto in falsopiano raggiungendo il ponticello che attraversa il Rio Lupo ( h 0,15 ). Il sentiero prosegue in dolce salita, dirige a destra, e si innalza nuovamente, incuneandosi in uno stupendo bosco di faggi. Risalito un contrafforte roccioso, arriviamo alla radura su cui sorgono i ruderi dell’Alpe Motta m. 1331 ( h 0,55;1,10 ). Da qui saliamo in diagonale verso sinistra e, dopo aver percorso un tratto pianeggiante, perveniamo all’ampia e bellissima conca su cui si innalzano le numerose baite dell’Alpe Campra m.1379 ( h 0,20;1,30 ). Le cime dei Pizzi Ragno e Nona, del Togano e del Pizzo Marcio dominano il poggio, impedendo al sole di illuminare  le sue baite che ci appaiono ancora immerse nel sonno invernale. Qui la neve è alta e calziamo le ciaspole per girovagare più agevolmente per l’alpe, in attesa di assistere all’arrivo del sole. Gli spazi, prospicienti le baite adibiti a pascolo, sono circondati da enormi lastre di beola conficcate nel terreno. Queste placche, sistemate dagli alpigiani, fungevano da recinzione ed avevano il compito di proteggere il bestiame durante il periodo di inalpamento. Sono quasi le ore dodici quando, tra i Pizzi Ragno e Nona il sole fa la sua comparsa nel cielo terso, illuminando le cime dei monti e le casere incastonate in questo splendido scenario alpino, donando alla conca un aspetto magico e suggestivo. Ci accomodiamo al tiepido sole,consumiamo il nostro abituale pasto, scattiamo la rituale foto ricordo e con molta calma ci accingiamo ad intraprendere la discesa, che avviene ripercorrendo il percorso fatto all’andata. Scendendo nella neve alta e farinosa, raggiungiamo le ormai cadenti costruzioni dell’Alpe Motta; la vista che si gode da quassù è a dir poco straordinaria, una vera e propria “finestra” sulla Val Vigezzo. Dopo aver scattato le ultime foto al Pizzo Ragno ed al limitrofo Pizzo Nona, ci immettiamo di nuovo nel bosco che discendiamo senza più le ciaspole. In breve siamo di nuovo al ponte sul Rio Lupo, dal quale rientriamo in paese giusto in tempo per assistere al passaggio del trenino della Vigezzina. Risaliti in auto rientriamo verso casa, facendo già i programmi per la prossima uscita che, viste le condizioni, probabilmente sarà su terreno privo di neve. 

 Facile escursione che permette di visitare un affascinante luogo, armoniosamente inserito nella natura.