Come
arrivare:
L’Alpe Devero
si raggiunge seguendo l’autostrada A26 sino a Gravellona
Toce. Quindi si procede seguendo la statale del Sempione, passando
Domodossola, sino all’uscita per Crodo. Usciti dalla statale
seguire le indicazioni per Baceno/Val Formazza , raggiunto Baceno
si prende a sinistra la strada comunale ( 7 Km ) che sale a
Devero.
Parcheggiata
l’auto all’ingresso dell’alpe, raggiungiamo la
località Ai Ponti da dove ci dirigiamo all’estremità
settentrionale della Piana, in direzione del rifugio Castiglioni.
Il sentiero prende avvio dalle
case di Canton, si inoltra tra le
aggraziate case di legno e risale a zig-zag il pendio raggiungendo
la bella prateria dell’Alpe Campello m. 1718 (h0,20)
proseguendo, incontriamo l’itinerario che proviene da Crampiolo (h0,10;0,30).
Superati diroccati baraccamenti, ci muoviamo in direzione della
presa d’acqua sul Torrente della Rossa. Il sentiero continua
in ripida salita sulla sinistra idrografica del torrente e giunti
al termine del vallone, siamo al Piano della Rossa m 2031 (
h0,30;1,00
). Incontriamo il
bivio per la “ via dei camosci ″ e
ci vuole del bello e del buono per convincere Flavio (
www.cappef.com.
) “ il camoscio di Bogno ” che non è la sua
via!!!. Dal piano, passiamo sotto un enorme masso dove è
stata ricavata una ordinata
balma, continuiamo sulla destra
percorrendo il ripido sentiero a tornanti che ci conduce in
prossimità di una erbosa conca che termina a ridosso di una
imponente bastionata di granito rosso, apparentemente
insuperabile. Una scaletta in ferro, posata nel 1964, permette di
risalire agevolmente le sovrastanti roccette che
Claudio e
Flavio
superano in agilità. Oltrepassato il ripido tratto,
giungiamo all’ampia depressione del “ Passo degli
Ometti ” m. 2392 ( h 0,45;1,45
), contrassegnato da un
massiccio ometto di pietra, seguiamo
numerosi altri ometti di più modeste dimensioni che ci
indicano la via più breve per attraversare l’immenso
pianoro di placche...guarda caso rosse... anche noi abbiamo messo
piede sulla luna e, fra ghiacciati specchi d’acqua, residui
di una recente nevicata, insidiose pietre smosse, costeggiamo un
minuscolo laghetto per poi arrivare così al
Passo della
Rossa o Geisspfadpass m. 2498 ( h.0,25;2,10
) dove è collocato il cippo di confine oltre ad una serie
innumerevole di ometti di ogni dimensione. Il panorama, a giro
d’orizzonte, che si gode dal passo è semplicemente
superbo. Lasciato a sinistra il sentiero che scende ai Laghi di
Geisspfad e a Binn
procediamo in salita con prudenza, causa i
grossi massi innevati, arrivando al
Passo di Crampiolo m 2553 (
h.0,20;2,30
) dove scattiamo l’usuale
foto di gruppo. Dal culmine del
passo ci inoltriamo in Valdeserta discendendo con attenzione, data
la persistente situazione di innevamento,
lungo il pendio
costellato prima da
grossi blocchi e successivamente da uno
sgretolato macereto, prima di sbucare sul piano in cui sorge
l’Alpe di Valdeserta m. 2037 (h1,00;3,30)
dove, appoggiato ad un grande blocco di roccia si leva un baitello
con ancora la copertura del tetto in vetusto legno. Spettatori di
un vero spettacolo naturale, ci gustiamo il nostro pranzo condito
da una corona di monti che ci appaiono in tutta la loro
scintillante bellezza, prima di continuare nella nostra discesa
per raggiungere l’Alpe di Codelago (h0,15;3,45),
da dove voltando a destra attraversiamo un bellissimo
bosco di
larici chiamato appunto Lareccio, poi costeggiamo il Lago di
Devero e, approfittando di questo ipermercato della natura, ci
concediamo un’altra
foto di gruppo .
Flavio, affascinato dai
forti contrasti cromatici, non si stanca di fotografare mentre
camminiamo tra blocchi granitici di notevoli dimensioni per
arrivare alla diga. La stupenda giornata ci invoglia a visitare
anche il Lago delle Streghe che raggiungiamo prima di scendere
lungo la Valletta del Vallaro per ritrovarci in
località Canton dove aveva avuto inizio il nostro itinerario. Da qui,
riattraversiamo la Piana e raggiungiamo di nuovo l’automezzo
( h1,15;5,00
) .
Bellissima
escursione tra le immense pietraie del passo e il ramato colore
dei larici della bassa valle e delle sponde del lago. La discesa
in Valdeserta è per escursionisti esperti
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