Come arrivare:Percorrere
la A 26, fino al casello di Romagnano /Ghemme. quindi SS299 per
Alagna, sino a raggiungere Bornate; al piccolo rondò si gira a
sinistra in direzione di Crevacuore, Coggiola.
A monte dell'abitato di Coggiola prendere la strada per Viera e
Rivò.
Raggiunta
la località “ Piane del Rivò ″, in prossimità della chiesetta
delle Piane, sulla strada che da Coggiola porta all' Alpe Noveis,
parcheggiamo l’auto e, terminati i preparativi, iniziamo a
salire. Flavio, (
www.cappef.com ) seguendo il ben segnalato sentiero G1, ci
precede con funzioni di apripista; il percorso sale
gradatamente.
Seguendo
il sentiero, sempre ampio e ben segnato, superiamo il
Rio del Cavallero m. 1160, continuiamo raggiungendo il
Rifugio Ciota m. 1260 ( h 0,30 ) del Corpo Forestale
dello Stato.
Riprendiamo a salire e indirizzandoci verso destra, segnavia G8,
attraversiamo un bosco misto di aghifoglie,
con
evidenti
ferite di un recente incendio, fino ad arrivare ad una
dorsale, a quota 1360 m., qui veniamo raggiunti dal
pastore che sta salendo per radunare il suo
gregge. Iniziamo una traversata a mezza costa, percorrendo
lo scosceso fianco occidentale della cresta Monte Gemevola–Punta
delle Camosce, qui Flavio è attratto dalla cima e dal nome per
cui, essendo “ il camoscio di Bogno ”, non può esimersi
dall’effettuare la salita, oltre a tutto di fronte ad una cima,
scatta in lui un irrefrenabile istinto che lo induce a
raggiungerla ( il suo
sito la dice lunga !!! ) per cui ci lascia per effettuare la
salita in
direttissima. Io e Claudio, proseguiamo sul sentiero e
attraversiamo una cengia niente affatto rischiosa e comunque
attrezzata con corde fisse per garantire il massimo della
sicurezza,(passo
delle Scarpie ) poi facilmente arriviamo al
rifugio Monte Barone all’Alpe Ponasca m.1610 ( h 1,00;1,30).
Lasciamo il rifugio e procediamo, lungo il sentiero (sempre G8)
che attraversa in piano un ruscello e una piazzola per
elicotteri, per mettersi poi in ripida salita e raggiungere la
Bocchetta di Ponasca m. 1736 ( h 0,15;1,45 ), nel
frattempo Flavio ci ha raggiunti, superati e... seminati ( sarà
il caso si sottoporlo a controlli antidoping ??). Dal valico
pieghiamo a sinistra e per tracce di sentiero iniziamo la parte
terminale della salita raggiungendo la
croce di vetta m. 2044 ( h 0,45;2,30 ). Maestoso è il
panorama che si gode dalla cima, lo sguardo spazia a 360°
dalle Alpi Marittime al Bernina attraverso il Monviso, le
montagne del Biellese e della Valsesia, il Monte Rosa, lo
Stralhorn, i Mischabel, la Weismies, alle cime della Val d'Ossola,
alla estesa pianura con i suoi laghi. Dopo aver ammirato questo
splendido spettacolo, non ci rimane che scattare, come siamo
soliti fare, la abituale
foto di vetta a ricordo di questa ennesima salita. Dopo un
ultimo sguardo da questo punto privilegiato, iniziamo la discesa
che avviene seguendo a ritroso il percorso fatto all’andata.
Raggiungiamo di nuovo il
rifugio ( h 0,40;3,15 ) e qui, decidiamo di variare
percorso e ci incamminiamo, seguendo le indicazioni per la
variante di discesa e rientrare a Coggiola. Il sentiero passa
dietro al rifugio, compie un ampio giro a mezzacosta, per poi
iniziare a scendere lungo un
crinale invaso da giovani felci, prima di entrare in una
ombrosa pineta dove un
cartello indica la deviazione per Cascinetta. Procediamo a
sinistra seguendo il sentiero che, scende al rio, lo oltrepassa,
perviene ad una fresca e graziosa
fontana per poi risalire alla
Bocchetta Foscale ( h 1,15;4,30 ). Seguiamo, a
sinistra, le indicazioni per Le Piane ( anche il sentiero C 10,
scende a Le Piane ), e in 10 minuti siamo nuovamente al Rifugio
Ciota da dove ripercorriamo il tratto seguito in salita per
ritornare nuovamente alla piazzola in cui si trova parcheggiata
l’auto ( h 0,30;5,00 ).
Bellissima
escursione priva di particolari difficoltà, su una montagna in
posizione dominante da cui la vista spazia su orizzonti
sconfinati. |