Come arrivare:
Da
Domodossola, usciti dalla Statale si svolta a destra. Seguendo le
indicazioni si entra in Val Bognanco e si raggiunge Bognanco Terme; si
prosegue con diversi tornanti fino a raggiunge la chiesetta di San
Bernardo. Dopo la chiesetta si perviene all’ampio parcheggio.
Dopo
aver stressato l’amico Flavio con alpeggi e rifugi, mete delle nostre
abituali uscite, decidiamo di assecondarlo nel concretizzare uno dei
principali obiettivi del suo andar per monti ; il raggiungimento di una
cima (www.cappef.com
). La giornata si presenta brillante, la compagnia altrettanto, anche
Franco si è unito a noi per cui, ultimati velocemente i preparativi
siamo pronti a muovere. Come al solito Flavio si incarica di fare da
apripista e di scandire il passo, Franco non gli è da meno e
iniziamo a
salire lungo il sentiero che, prendendo avvio proprio dal parcheggio,
sulla sinistra, risale la boscosa cresta orientale. In pochi minuti
raggiungiamo e superiamo una presa d’acqua in cemento armato dove
troviamo il primo segnavia giallo-rosso, il sentiero si fa più evidente
e lo si segue facilmente. In
ripida salita, continuiamo a rimontare la
panoramica cresta giungendo ad un
grosso ometto m. 2130 (h0,55),
al limite della vegetazione d’alto fusto. Proseguendo nella nostra
ascesa perveniamo ad una larga sella pianeggiante dove la cresta si
allarga m. 2200 (h0,15;1,10) e tra erba e sassi, raggiungiamo il
vertice della Costa del Dente, che sale da sinistra. Continuiamo per
superare il
traverso sotto l’anticima, prima su grossi massi, poi sullo
scosceso fianco erboso che percorriamo con le dovute precauzioni.
Effettuiamo un’ultima ripida salita e giungiamo alla
vetta m. 2444
(h0,50;2,00), caratterizzata da un grosso ometto di pietre e da
una piccola croce. Dalla cima si gode di un panorama stupendo: ad ovest
lo sguardo è calamitato
dal trittico del Sempione: Weissmies,
Lagginhorn, Fletschhorn con il Pizzo Andolla, più lontano appare il
Monte Rosa; a nord, si ammira la distesa glaciale del
Breithorn e del
Monte Leone. Verso est le montagne della Val Grande, della Val Strona,
della Val Vigezzo si estendono a chiudere il cerchio verso la pianura
mentre, quasi a perpendicolo, sotto di noi occhieggia il minuscolo
Laghetto di Oriaccia. Scattata la usuale
foto ricordo e consumato un
veloce spuntino,
iniziamo a scendere in direzione del passo di Oriaccia
per poi deviare a destra e abbassarsi ancora su
grossi blocchi per
arrivare ad
uno dei tanti laghi che costellano la zona. Una fresca
brezza ci invoglia a coprirci e ad indossare guanti e cappello
giusto solo per il tempo necessario a perdere quota. Giunti al lago (
h0,40;2,40), ammiriamo i
primi ghirigori che il gelo va
pazientemente costruendo mentre
Flavio ne esamina la consistenza. Il
sentiero continua sempre ben segnalato, fra macchie d’erba e detriti e
ci conduce nei pressi della vicina
Bocchetta di Gattascosa m. 2158
(h0,20;3,00). Qui Flavio...provocato dal solito spiritoso...decide
di vendicarsi e piega decisamente a sinistra per risalire la facile
cresta che, dopo una prima rampa raggiunge la Cima Mattaroni m. 2236
(h0,15;3,15) contrassegnata da un grosso ometto, dal quale
si
sporge furtivamente controllando le nostre mosse. Dopo una breve sosta
per un ulteriore
snack, proseguiamo lungo il filo di cresta che si snoda
con interessanti saliscendi, raggiungiamo il cippo di confine della
Bocchetta di Mezzo (h0,25;3,40) poi la Cima del Tirone m. 2202...per
pudore tralascio i commenti...per poi scendere definitivamente al Passo
di Monscera con il suo oramai
ridotto laghetto m. 2103 (h0,15;4,00).
Non ci resta che immetterci sulla sterrata che ci riconduce a S.
Bernardo dove tra
larici indorati dall’ultimo tiepido sole, termina
questo nostro stupendo anello (h1,00;5,00) effettuato in uno
splendido scenario alpino.
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