Valsesia


Bocchetta di Strienghi m.2347

 

 Gita effettuata il : 20-Settembre-2007


Escursioni 2007



Fotoalbum

 Partenza da : La Gazza di Fobello m. 1175
 Dislivello : 1172 m.
 Difficoltà : E
effettivo cammino : 4,45

 

Come arrivare: Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano /Ghemme. quindi SS299 per Varallo - Alagna. Giunti alla seconda uscita della tangenziale di Varallo seguire a destra le indicazioni per Fobello/Cervatto. Risalita interamente la Val Mastallone, si arriva a Fobello ( 18 km. ), da qui si sale alla frazione Santa Maria da dove si proseguiamo su carrareccia fino a pervenire in località La Gazza, 4 km.da Fobello.

La nostra escursione prende avvio dalla località La Gazza, dove lasciamo sulla destra il sentiero contrassegnato dal segnavia N° 517 per il Colle Baranca, per dirigerci in discesa, verso Campo (segnavia N° 515) per raggiungere il Torrente Mastallone che superiamo passando su di un ponte. Con una ripida salita, in breve raggiungiamo l’Alpe Campo m. 1193  e successivamente l’Alpe Quartiere m. 1371 (h. 0,30), qui ha inizio il sentiero per l’itinerario 512 che passando per l’Alpe Oro del Cortese m. 1581, raggiunge la Bocchetta omonima. Superiamo l’alpeggio e  mantenendoci sempre sul lato idrografico sinistro del Rio delle Piane, raggiungiamo l’Alpe Piane Inferiore m. 1491, attraversiamo un ampio pascolo arrivando all’Alpe Piane Superiore m. 1618 (h 0,30;1,00) dove incontriamo, solitario, uno degli ultimi pastori della valle. Qui la vallata si biforca, proseguiamo sulla destra seguendo l’itinerario 515; sulla sinistra si entra nel Vallone del Laghetto. Purtroppo,fastidiosi banchi di nebbia salgono verso la testata del vallone limitandoci nella panoramica, continuando comunque nella nostra ascesa, superiamo alcuni ripidi tornanti che ci portano ad attraversare il Rio degli Strienghi, sfianchiamo una cappelletta e siamo in vista dell’Alpe Addiaccio m. 1971 (h 0,40;1,40) le cui baite spuntano come fantasmi dalla nebbia che nel frattempo ha ricoperto tutta la valle. Continuiamo lungo il sentiero che, quasi pianeggiante, riattraversa il rio e risale un umido pendio prima di arrivare all’Alpe Strienghi m. 2018 (h 0,05;1,45). Ci fermiamo, quasi decisi ad interrompere qui la nostra escursione odierna, quando il sole inizia a far capolino fra le nuvole rompendo la fitta coltre nebbiosa, permettendoci di vedere la parte terminale del vallone su cui si sviluppa il percorso di salita. Rincuorati dal sole, decidiamo di proseguire, superiamo l’alpe, risaliamo il sentiero fin qui sempre ben evidente, che salendo fra pascoli e pietraie diventa sempre più esile fino quasi a scomparire. Deviamo decisamente a sinistra, facendo attenzione a non perdere di vista gli scarsi segni di sbiadita vernice, percorriamo un ampio semicerchio che ci conduce al tratto terminale del vallone. Superando gli  ultimi tornanti raggiungiamo il piccolo intaglio, visibile a destra sopra di noi, che identifica la Bocchetta di Strienghi m.2374 (h 0,45;2,30). La fatica della salita è ripagata dalla stupenda visione del massiccio del Monte Rosa che emerge da una coltre di nebbia, una foto ricordo con un simile sfondo è d’obbligo. Siamo nella parte alta della Val d’Egua, sotto di noi è ben visibile l’Alpe Selletti m. 1915 attraversato dal sentiero che da Carcoforo sale al Colle d’Egua. Decidiamo di raggiungere anche noi il Colle per scendere poi dall’Alpe Baranca e rientrare di nuovo a La Gazza. Mantenendoci alti, ci dirigiamo a destra,  percorriamo la esile traccia che  taglia il fianco del  Monte Cimone e, seguendo i rari segni di vernice, raggiungiamo il Colle d’Egua m. 2239 (h 0,30;3,00). Il sentiero prende ora il N° 517; con un ampio giro scendiamo sino alle baite, pervenendo nei pressi del grande abbeveratoio del bestiame, Siamo arrivati all’Alpe Selle m. 1824 (h 0,40;3,40), a breve distanza, sono ancora ben evidenti i ruderi di quella che fu la superba Villa Aprilia distrutta dagli eventi dell’ultimo conflitto. Continuiamo nella nostra discesa e costeggiamo quel che resta del Lago di Baranca, il cui emissario, distendendosi sul sottostate gradino roccioso come un nastro d’argento, origina il Torrente Mastallone. Discendiamo l’ampia mulattiera e perveniamo nei pressi del grosso macigno dove gli Alpini di Fobello hanno edificato una chiesetta m. 1640 (h 0,20;4,00). Entriamo nel solitario vallone in cui sorgono le baite dell’Alpe di Baranca m. 1566 qui è aperto, nella stagione estiva, il fiorito Rifugio Alpino Alpe Baranca ( www.rifugioalpebaranca.com ) condotto dai cordiali e simpatici gestori Alda e Sergio. Da qui continuiamo nella nostra discesa e superato, su ponte, il Mastallone perveniamo alle alpi di Lungostretto e Catolino prima  di raggiungere nuovamente La Gazza (h0,45;4,45), al termine di una bellissima escursione ad anello.