Come arrivarci:
Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano /Ghemme.
quindi SS299 per Varallo - Alagna. Giunti alla seconda uscita della
tangenziale di Varallo seguire a destra le indicazioni per
Fobello/Cervatto. Risalita interamente la Val Mastallone, si arriva a
Fobello ( 18 km. ), da qui si sale alla frazione Santa Maria ( dove è
consigliabile lasciare l’auto nel periodo estivo), data la stagione,
proseguiamo su carrareccia fino a pervenire in
località Campo, 4 km.da Fobello.
L’escursione
si svolge lungo il percorso “GTA” (segnavia N°517)che permette di
collegare la Val Mastallone, attraverso S.Maria di Fobello, l’Alpe
Baranca, il Col di Baranca) con Carcoforo. Parcheggiata l’auto, si
completano i preparativi e, iniziamo a salire lungo la vecchia
mulattiera che si inoltra nel vallone di Baranca, costeggiando il
torrente Mastallone. In successione si superano , le alpi abbandonate di
Catolino m.1252, e
Lungostretto m. 1291.
Flavio (
www.cappef.com ) sale con passo spedito dopo essere ritornato al
punto di partenza …chi non ha testa ha gambe… ( è solo un modo di dire
in quanto Flavio possiede entrambe le doti ). Dopo un breve tratto in
piano, si scende per valicare il torrente su comodo
ponte e seguendo le varie pieghe della montagna, ormai sulla destra
orografica del Mastallone, la mulattiera si innalza a tornanti, sfianca
un bosco di faggi e inizia un lungo
traversone. La neve presente sul terreno ci induce a
calzare le ciaspole per procedere più agevolmente. Con passo più
sicuro, raggiungiamo l’Alpe
di Baranca m. 1566 ( h 1,00), costituito da alcune baite al
centro di un solitario vallone, qui durante l’estate è in funzione un
Bed and Breakfast.
La
neve ricopre completamente il sentiero ma procediamo nel tentativo di
raggiungere il lago di Baranca, superiamo un grosso
cippo in pietra che riporta scolpite, le distanze da Varallo e
Fobello ( 24 e 6 km. ). Il percorso si fa ripido per forzare la soglia
rocciosa che porta al lago, incontriamo una
chiesetta alpina, edificata dagli Alpini di Fobello sul luogo di una
preesistente costruzione distrutta da una valanga. Continuiamo nella
nostra salita mentre, dalle sovrastanti pareti rocciose, a causa
dell’elevata temperatura e del forte vento che nel frattempo ha
cominciato a spirare dal colle, bianchi
rivoli di neve si precipitano a valle formando caratteristiche
cascate che non ci preoccupano ma solo ci impensieriscono. Procediamo
con cautela sino ad arrivare ad affrontare il superamento di un piccolo
traverso molto scosceso, a precipizio sul sottostante torrente
Mastallone. Il torrente nasce dal Lago di Baranca che intuiamo essere
poco oltre l’infido passaggio. Un veloce consulto fa sì che il trio sia
concorde nel non rischiare, a conferma che in montagna si va anche con
la testa e non solo con le gambe, il che non è poco!!! . Siamo a quota
m. 1743 ( h 0,30;1,30 )e qui riteniamo conclusa la nostra ascesa
odierna, scattiamo la oramai tradizionale
foto ricordo e ci accingiamo a ritornare
sui nostri passi prima che le cose vadano peggiorando. Riguadagniamo
l’Alpe Baranca ( h 0,15;1,45 )dove, al riparo del caldo vento che
spira a tratti con insolita violenza, consumiamo il nostro frugale
pranzo, reso molto più digeribile da un ottimo Vin Brulè che Flavio,
da persona molto previdente quale è, si è preoccupato di portare al
seguito. Al termine delle libagioni, ci incamminiamo sulla via del
ritorno,superiamo con qualche piccola scivolata il ripido costone ed in
breve siamo di nuovo al
ponte dal quale con ulteriore breve discesa riguadagniamo la
macchina ( h 0,45;2’30 ).
Escursione da
non effettuare con terreno innevato a causa dei pendii scoscesi con
forte pericolo di slavine. |