Valle Anzasca

Pizzo Castello m. 1607

 
 Gita effettuata in data : 20-Marzo-2008


 Partenza da: Cimamulera-loc. Madonna m.547
 Dislivello totale : m. 1060
 Difficoltà : E
effettivo cammino : 3,45


Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la Statale del Sempione, sino all’uscita di Piedimulera, da dove si imbocca la SS549 della Val Anzasca che si percorre sino ad incontrare la deviazione per Cimamulera; da qui girando a destra, si percorrono circa 2 Km. per arrivare in località Madonna dove si parcheggia.

Per noi camminatori pedestri, è arrivata la primavera, quindi è ora di lasciare le ciaspole e ritornare a calcare la nuda terra; decidiamo pertanto di salire al Pizzo Castello, l’elevazione che si vede sempre davanti a noi quando si transita sulla SS 33 del Sempione e che rappresenta la linea di separazione della Valle Antrona dalla Valle Anzasca. Per variare il percorso, già fatto in precedenza, effettueremo la salita da Cimamulera. Terminati i preparativi si parte; Flavio ( www.Cappef.com ) si mette in testa al gruppo e comincia a risalire il sentiero che subito entra in un fitto bosco di castagni per arrivare in breve ad una antica cappella ristrutturata con perizia e molto ben tenuta. Continuiamo nella ripida salita e perveniamo all’alpe Sarciera m. 810 (h0,30), proseguiamo ed arriviamo all’alpe Ceresola m. 953 (h0,20;0,50);alpeggio in ancora buone condizioni posto in un bellissimo punto panoramico da cui si ha  uno stupendo colpo d’occhio su tutto il Piano Ossolano. Gli scatti... fotografici non si contano, fatte raffreddare le fotocamere, riposti gli obiettivi, continuiamo a seguire il sentiero, sempre ben segnalato, che continua in ripida ascesa fino a giungere in prossimità dell’arrivo della teleferica di servizio dell’alpe Propiano m. 1134 (h0,20;1,10). Percorriamo la breve depressione della sella in cui è adagiato l’alpeggio per poi continuare nel nostro faticoso cammino; oltrepassiamo, prima l’alpe Propriano Superiore m. 1245 (h0,15;1,25) e poi  La Piana dove, su una baita in ristrutturazione, notiamo delle originali composizioni floreali; ancora uno strappo ed arriviamo all’alpe Castello m. 1320 (h0,20;1,45) dove effettuiamo una breve sosta. Il sentiero, entra ora in un bel faggeto e si innalza sotto i nostri piedi per risalire la dorsale che scende dal pizzo...volevamo calcare la nuda terra? eccoci accontentati...superiamo la deviazione per l’alpe San Giacomo e continuiamo a risalire il bosco, Claudio e Franco sono visibilmente soddisfatti, avanziamo superando alcune lastre rocciose, usciti allo scoperto, scorgiamo Flavio che, sentito l’odore della cima, ha acceso i post bruciatori e sviluppando una incredibile potenza, ci ha piantato in asso; lo ritroviamo appollaiato su di una roccia che ci aspetta per fare le sue solite riprese. Ancora pochi passi e siamo in vista della croce di vetta posta, in posizione a dir poco dominante, alla sommità del Pizzo Castello m. 1607 (h0,30;2,15). La risplendente giornata ci permette di ammirare tutte, ma proprio tutte le cime e le catene di montagne che circondano questo notevole punto panoramico, ne approfittiamo per scattare le solite foto, compresa la rituale foto ricordo; consumiamo un veloce spuntino e ci abbassiamo svelti, sulla cima spira un leggero vento che infreddolisce. Ritorniamo sui nostri passi e, percorriamo in discesa, il percorso seguito all’andata. Ripassando per gli alpeggi abbiamo modo di osservarli con più calma e, arrivati a Propriano Superiore veniamo accolti da un gruppo di capre che ci osservano, dapprima timorose, poi quando Claudio offre loro un panino con dell’ottima pancetta, rompono ogni indugio e ci riservano una... calorosa accoglienza. Salutati gli unici esseri viventi incontrati nella giornata, riprendiamo a scendere e ci ritroviamo di nuovo  in prossimità del risalto roccioso dove in una cavità è collocata una statuetta della Vergine Maria, che ci preannuncia che siamo di nuovo arrivati in località Madonna dove con un salto festeggiamo la fine di questa bellissima escursione (h1,30;3,45).

Percorso ideale per la stagione, dato l’innevamento persistente alle quote più alte.