Val Anzasca

Il Pizzetto m. 1879

 

 Gita effettuata in data : 7-Febbraio-2008


Escursioni 2008

Fotoalbum
 Partenza da: Fontane di Bannio m. 775
 Dislivello totale : m. 1104
 Difficoltà : E
effettivo cammino : 4,30


Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la Statale del Sempione, sino all’uscita di Piedimulera , da dove si imbocca la SS549 della Val Anzasca che si percorre fino a raggiungere Pontegrande.  Svoltando a sinistra, si risale per circa 3,5 Km la carrozzabile arrivando a Fontane di Bannio; parcheggiare presso il lavatoio.

Ci eravamo ripromessi di effettuare di nuovo questa escursione con il terreno innevato ed ecco che le eccezionali precipitazioni di questo inverno ce ne danno l’opportunità. Sentiti gli amici, decidiamo di partire, ci ritroviamo con Avio, Ezio, Franco, Gabriele e Flavio ( www.Cappef.com ) con i quali raggiungiamo Fontane di Bannio. I preparativi sono un poco più complicati del solito in quanto oggi i più aitanti... alla fine faremo i conti... sono dotati di Snow Board, mentre Avio, in modo molto più pratico si è munito degli sci.  Procediamo in direzione di Soi e, percorso qualche centinaio di metri, sulla destra, ha inizio la mulattiera che in ripida salita rimonta la dorsale raggiungendo l’Alpe Balmo m. 1058 (h 0,20), la neve è già molta e molto farinosa... una vera libidine. Calziamo le ciaspole e, proseguendo la salita perveniamo all’Alpe Provaccio m. 1130 (h0,20;0,40) dove sono ancora visibili gli skilift che costituivano gli impianti della piccola stazione di sci esistente in passato. Avio passa a condurre e si accolla l’onere di battere la pista, tutti noi seguiamo molto diligentemente in ordinata fila indiana. Fiancheggiamo l’altra sciovia sino al suo termine, per poi  proseguire nel bosco arrivando ai primi isolati casolari dell’Alpe Loro 1336 m. (h0,35;1,15), la neve è sempre più alta e una piacevole euforia si diffonde fra noi. Una brusca salita, ci permette di superare i casolari della Rausa di Bannio m. 1367 e di San Carlo m. 1486  per giungere, con un ultimo strappo, sul dosso su cui sorge Villa Samonini m. 1630 (h0,45;2,00). Proseguiamo intuitivamente lungo il sentiero estivo superando, con un percorso quasi pianeggiante, diverse costruzioni immerse nel bosco; la spessa coltre di neve conferisce al paesaggio un aspetto quasi fatato. Percorriamo ancora un tratto in leggera salita prima di raggiungere la depressione del crinale in cui si intuisce dovrebbe essere adagiato il laghetto di Campo Aostano m. 1750. Lasciamo a destra la deviazione per l’Alpe  Laveggio ( h 0,15;2,15 ), e iniziamo a risalire, il ripido... ma che dico ripido... ripidissimo canale che tra radi larici raggiunge il colletto da cui, piegando a destra, risaliamo l’ultimo tratto di facile cresta per raggiungere la cima 1879 m. (h0,35;2,50). Lo spettacolo che si ammira da quassù, è a dir poco mozzafiato, il Rosa ci sovrasta con tutta la sua imponente mole e lo sguardo spazia a 360°; uno splendido sole illumina le cime circostanti abbondantemente ricoperte di neve. Lo scenario delle cime innevate che sembrano essere immerse nel sonno invernale, e quanto oggi si ammira da qui, ci convince a sostare per la pausa pranzo e per la classica foto di gruppo in questo eccezionale punto di osservazione. A malincuore abbandoniamo questo stupendo palcoscenico e cominciamo a scendere precedendo gli amici che, abbandonate le ciaspole, calzano i  diabolici attrezzi dando dimostrazione della loro... abilità. Ritorniamo alla Rausa m. 1638 (h0,30;3,20), visitiamo i suoi casolari e la cappelletta, ci portiamo alla croce da cui si ha una veduta su tutta la vallata e, ritorniamo a Villa Samonini (h0,10;3,30) dove ritroviamo Avio, disceso compiendo evoluzioni nella neve farinosa. Ci accomodiamo in attesa di veder spuntare i nostri “ maghi della tavola ” ed eccoli che spuntano! Ricongiunta la compagnia, proseguiamo nella discesa dando la precedenza a chi scende più velocemente, mentre noi ci affidiamo a quel vecchio proverbio... chi va piano... infatti strada facendo ritroviamo chi ha alzato bandiera bianca, invece lui... l’inossidabile Flavio  ci accoglie a braccia aperte. Ritornati al Provaccio, non ci resta da compiere che l’ultimo tratto di percorso che ci riporta al parcheggio (h1,00;4,30). Da ultimi arrivano gli esperti della tavola... sì ma di quella imbandita... piatto preferito... lo stracotto!!!