Come arrivarci:
Raggiunta Omegna,seguiamo la strada della Valstrona che
contorcendosi attraversa varie frazioni per arrivare
dopo circa 10 km a Piana di Fornero dove, sulla destra,
troviamo il bivio per Massiola che si raggiunge dopo tre
Km.
Da
tempo Claudio aveva manifestato il desiderio di compiere
il percorso Massiola-Quaggione, mancava chi ci potesse
accompagnare a Massiola per poi venire a riprenderci al
Quaggione. Grazie alla disponibilità della sua
gentile
consorte, (socia di fresca data della SPA, tessera N°6),
abbiamo potuto realizzare questo itinerario. A Massiola,
ci inoltriamo nel paese e seguendo le indicazioni del
sentiero Z8, imbocchiamo una
ripida scalinata che supera
le ultime case per poi seguire una mulattiera che
prende
avvio nei pressi di una cappella. Si inizia a risalire
il bosco ed in breve raggiungiamo la “
Sosta Alpina-La
Riverenza”, per poi arrivare subito dopo all’alpe Crotta
m. 975 (h0,20). Al vertice dei suoi prati, il
sentiero entra nuovamente nel bosco e descrivendo una
serie di tornati raggiungiamo la
cappelletta della
Madonna delle Piane m. 1070 (h0,15;0,35). Dalla
cappella prendiamo a destra seguendo le indicazioni per
Alpe Fieno Secco e ci incamminiamo su di un sentiero a
tratti invaso dalla vegetazione, percorriamo un lungo
traverso verso sinistra per raggiungere l’imboscato alpe
Orlo del Pil ed entrare successivamente in una ombrosa
faggeta dove
incrociamo il sentiero che sale da Inuggio
(h0,40;1,00), proseguiamo giungendo al termine
del vallone dove, in una distesa di rosseggianti
rododendri, troviamo una
palina segnaletica (h0,25;1,25).
Ci portiamo in prossimità del Rio Crosa, che
attraversiamo, per poi entrare nella faggeta e, piegando
verso destra, risaliamo il bosco al cui termine
ci
appare l’Alpe Fieno Secco m. 1561 (h0,35;2,00).
Dopo una breve sosta ristoratrice, ripartiamo con
l’intento di raggiungere il Monte Massone.
Flavio (www.cappef.com),
per evitare di bruciare la frizione, inizia a
salire lungo la linea di massima pendenza, la giornata è
molto calda ed afosa, numerose masse di nuvole scure
ricoprono la cima per cui rendono inutile la salita al
Massone dal quale non si avrebbe alcuna visibilità. Al
mio arrivo alla
palina che indica la deviazione per
L’Alpe Nuova (h0,35;2,35), Flavio si desta dal
sonnellino che nel frattempo era riuscito a schiacciare,
e comunica che sarebbe meglio interrompere la salita per
portarsi verso l’Alpe Nuova m. 1811, diligenti
ascoltiamo i suggerimenti del nostro capo carismatico, e
raggiunta l’alpe (h0,10;2,45), iniziamo la
discesa giungendo sul costolone dove troviamo le
indicazioni per il Colle Frera (h0,15;3,00).
Discendiamo il ripido costone erboso, reso luminoso
dalla
copiosa fioritura di ginestre che con il loro
color giallo oro conferiscono all’ambiente un aspetto
meno severo, raggiungiamo il Poggio Frera m. 1388
e da qui ci indirizziamo sulla sinistra per scendere tra
una distesa di rododendri e pervenire al Rio Bagnone
dove
sostiamo per il pranzo (h0,40;3,40).
Scattata la tradizionale
foto ricordo, riprendiamo il
cammino che ci porta a raggiungere la vicina Alpe Bagnone m. 1198 da cui iniziamo a percorrere un lungo
tratto che, compiendo innumerevoli saliscendi, (
Claudio... ma non avevi detto che era tutta discesa??? )
ci permette di sopraggiungere all’Alpe Morello m. 1242
(h0,45;4,25). Data la particolare giornata,
la fatica si fa sentire e le gambe cominciano a girare
per inerzia, fortunatamente siamo oramai in vista della
chiesetta dell’Alpe Quaggione m. 1167 dove troviamo, con
nostro grande piacere la cortese, signora
Gianfranca che ha avuto la pazienza di venire a
recuperarci con l’auto per permetterci di ritornare
verso le rispettive abitazioni al termine di una
escursione che oseremmo definire di genere selvaggio, su
sentieri in parte di difficile individuazione, almeno in
questo periodo, per buoni camminatori.
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