Come arrivarci:
Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano /Ghemme.
quindi SS299 per Varallo - Alagna. Giunti alla seconda uscita della
tangenziale di Varallo seguire a destra le indicazioni per
Fobello/Cervatto. Risalita interamente la Val Mastallone, si arriva a
Rimella, da qui si sale alla frazione Chiesa ( 22 km. ) dove
parcheggiamo l’auto.
Arrivata
la primavera, avevamo detto: ” basta pestare neve ” così abbiamo messo
in programma la salita alla Bocchetta di Campello dal versante
valsesiano, itinerario esposto a mezzogiorno, in ambiente aperto e
soleggiato dove la neve al massimo l’avremmo trovata proprio in cima.
Quindi, avviso gli amici di portare le ciaspole per precauzione...tanto
non sarebbero servite!!! Questo era intenzionalmente il nostro
programma, non avevamo ancora fatto i conti con questa bizzarra
primavera invernale che ci ha riservato una gradita sorpresa. Mentre
risaliamo la Val Mastallone, ci appare uno inaspettato spettacolo; nella
notte una inattesa nevicata ha reso di nuovo tutto bianco.
Rimella ci dà il benvenuto mettendo in scena una coreografia che
lascia senza parole, proseguiamo e raggiungiamo la frazione Chiesa dove,
per precauzione lasciamo l’auto; in condizioni normali si potrebbe
procedere ancora per un chilometro raggiungendo il parcheggio di San
Gottardo. Quello che vediamo è fantastico, quasi irreale,
Flavio (
www.cappef.com ) non si lascia scappare l’occasione e fotografa a
più non posso. Iniziamo a risalire lungo la strada fino ad incontrare un
segnavia ( N° 2 ) che indica la direzione per San Giorgio. Tutto
intorno è abbondantemente innevato e...visto che non volevamo più
pestare neve...calziamo subito le ciaspole, che non abbandoneremo per
tutta la salita e buona parte della discesa. Raggiungiamo la frazione
Sella m. 1285 (h0,20), ritorniamo sulla carrozzabile che porta a
San Gottardo e dopo circa 500 metri, sulla sinistra, imbocchiamo il
sentiero GTA, in breve incontriamo la
cappella detta “ della posa dei morti ” m. 1395 (h0,30;0,50)
edificata nel luogo in cui venivano fatti sostare i defunti provenienti
da Campello Monti prima di essere tumulati nel cimitero di Rimella; la
data incisa nella pietra incastonata sotto la
croce, ricorda la fine di quei lunghi cortei funebri. Il sentiero,
abbondantemente ricoperto dalla neve, continua in leggera salita e
raggiungiamo l’alpe
Selletta m. 1447 (h0,20;1,10). La temperatura è decisamente
molto elevata e questo ci fa esaminare attentamente le condizioni del
percorso, sempre molto innevato, Flavio osserva che la coltre bianca
si va modellando sui sassi, rendendo difficile il crearsi di
pericolose slavine per cui confidiamo nella sua grande esperienza e
proseguiamo lungo il sentiero che prima segue le pieghe della montagna,
poi effettua una lunga diagonale sulla destra; supera il
bivio per l’alpe Pianello (h0,50;2,00) e ci porta ai piedi
del
ripido strappo finale che, risalito, ci permette di raggiungere la
Bocchetta di Campello m. 1924 (h0,30;2,30) dove,
sotto la croce di vetta, una targa ed un altare in roccia ricordano
l’importanza di questa storica via di comunicazione con la Valle Strona
e con l’abitato di Campello Monti, insediamento walser che per secoli
rimase dipendente da Rimella. La vista che si gode dalla bocchetta è
semplicemente stupenda, il
Monte Rosa si presenta in tutto il suo splendore e possiamo
individuarne tutte le sue vette. Scattiamo la classica
foto di vetta e scendiamo all’alpe
Pianello (h0,30;3,00) dove ci soffermiamo giusto il tempo per
uno spuntino. Lasciamo l’alpe ed iniziamo a scendere lungo il sentiero
percorso all’andata, la neve si va rapidamente sciogliendo e a tratti
camminiamo su di una insidiosa fanghiglia; decidiamo di passare per
San Gottardo per cui scendiamo a sinistra lungo una traccia di
sentiero che passando per gli alpeggi di Versch m. 1525 e Van m. 1470
ci permette di pervenire in quel di San Gottardo. Continuiamo nella
nostra discesa, ripassiamo per Sella per ritornare poi alla frazione
Chiesa dove recuperiamo l’auto al termine di una stupenda escursione in
un ambiente inaspettatamente reso magico da una effimera nevicata.
|