Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino al casello di Romagnano/Ghemme,
quindi SS 299 fino ad Alagna. Oltrepassato l’abitato si
rimonta la parte superiore della valle; si imbocca il
terzo ponte sulla destra, si attraversa il fiume Sesia,
oltrepassando la Frazione Pedemonte, si giunge al
termine della strada in Frazione Ronco.
Nei
periodi di gestione trascorsi al Rifugio Ferioli, i
nostri sguardi sono sempre stati attratti dai due
alpeggi posti proprio di fronte ed identificati
nell’alpe Campo e alpe Sattal. Due begli alpeggi
che sempre hanno attratto il nostro interesse ma che per
svariati motivi non siamo mai riusciti a visitare;
questo anno ci siamo ripromessi di andarli a vedere ed
eccoci qui pronti a partire. Lasciato il parcheggio ci
incamminiamo verso monte, questa volta imbocchiamo il
sentiero N° 9 che porta alla Bocchetta della
Moanda m. 2422. Il sentiero risale il ripido pendio che
scende dalla Cima Carnera, attraversa l’agglomerato di
Wittwosma inferiore m. 1390 per poi
raggiungere
Wittwosma superiore m. 1479 (h 0,15;0,30).
Proseguiamo oltrepassando un gruppo di baite per
continuare a risalire il ripido sentiero a gradoni.
Lungo il percorso ci soffermiamo più volte per ammirare
gli splendidi scorci panoramici che appaiono ai nostri
occhi: Corni di Stofful, la Valle d’Olen, la
Valle d’Otro e tutte le frazioni sottostanti,
purtroppo dense coltri di nubi disturbano a tratti la
visuale. Continuando a risalire il ripido sentiero,
raggiungiamo il bivio per l’alpe Sattal (h0,30;1,00)
e ci incamminiamo sulla destra entrando in
un bosco di ontanelle, rimontiamo l’ultimo
scivoloso e ripido tratto ed ecco che improvvisamente ci
appare la
bellissima costruzione dell’alpe Sattal m.
2097 (h 0,30;1,30). Qui abbiamo il piacere di
conoscere
Giuseppe... il padrone di casa... che,
coadiuvato da Maurizio, sta riponendo il materiale
scaricato dall’elicottero. Terminate le operazioni
Giuseppe, con molta cortesia e cordialità, ci fa
visitare la struttura facendoci da cicerone, il nostro
stupore è tanto e rimaniamo estasiati nel sentirci
raccontare le difficoltà affrontate e vedere ciò che la
passione e l’ingegno di Giuseppe sono stati in grado di
realizzare per rendere la costruzione funzionale ed
accogliente, in grado di permettergli di risiedere in
loco per tutto il periodo dell’anno. E’ incredibile ma
qui, Giuseppe ha la residenza!!! Notiamo la cura con cui
ha ingentilito un volgare
rubinetto e l’artistico
rapace in volo su di una cassapanca, le
gambe del tavolo realizzate con materiale
locale!?!, l’attrezzata
cucina e le ingegnose
soluzioni salvaspazio,
la
spettacolare alcova da cui al risveglio si
gode il
panorama. Scattiamo una
foto ricordo e, prima di scendere
Giuseppe ci accompagna nel
punto panoramico, a precipizio su Alagna, in
cui in occasione dell’ultimo giorno dell’anno accende il
falò per formulare i suoi auguri a tutta la valle.
Salutiamo gli amici e ci indirizziamo verso l’alpe
Campo Superiore m. 1932 (h 0,30;2,00);
l’alpeggio è situato nella bella piana dominata dalle
incombenti moli del Monte Tagliaferro 2964 m, del Dosso
Grinner 2761 m e della Cima Carnera 2741 m, che si
ergono alle spalle dell’alpe. Sette sono i casolari che
costituiscono questo tipico ed antico alpeggio Walser.
L’alpeggio è un vero
balcone sulla parete Est del Rosa di cui oggi, a
causa delle nubi che ne impediscono la visuale, intuiamo
solo la prestigiosa presenza. Nelle vicinanze dell’alpe
è stato creato un piccolo laghetto in cui...udite...
udite... è ormeggiata una
moderna barca
in vetroresina, forse è l’attracco più alto di tutta
la Val Sesia!?!. Ci aggiriamo per l’alpe e, nei pressi
della bella cappelletta, riesco ad avvicinare un
camoscio che si presta anche a farsi fotografare...
finalmente posso far concorrenza a Flavio (www.cappef.com).
La cappelletta dell’alpe è dedicata a S. Uberto al quale
è affidata la protezione di questo grazioso gruppo di
case in pietra ed in occasione della festa del Santo,
protettore dei cacciatori, all'alpe si festeggia e
vengono benedetti i fucili e i cani da caccia.
All’ingresso della cappella una
targa informa che qui
sono conservati frammenti di storia dell’alpinismo come:
la porta della prima Capanna Margherita e la campanella
che alla stessa Capanna veniva utilizzata
nelle giornate di nebbia per indicare la via agli
alpinisti. Consumiamo il nostro abituale rapido
spuntino,
constatiamo i danni che, anche qui, stanno
arrecando i cinghiali e ci incamminiamo verso valle. La
giornata purtroppo dal punto di vista meteo non è stata
delle migliori, ma la nostra soddisfazione è comunque
molta; la visita ci ha permesso di conoscere Giuseppe
che, a costo di enormi sacrifici, ma sorretto dalla
forza del credere in quello che stava facendo, ha
realizzato quello che lui ha definito essere il suo “
sogno ″ e che è diventato anche lo
slogan del suo Bed and Breakfast “ospiti di
un sogno”(
www.alpesattal.com ). A nostro parere, il suo
realismo e la passione per la montagna, hanno fatto si
che sia riuscito a concretizzare in una accogliente ed
efficiente struttura quello che si è dimostrato non
essere un “ sogno ″; un sognatore è, per definizione,
chi è portato a fantasticare progetti o idee
irrealizzabili... il “sogno” di Giuseppe è lì da toccare
con mano e merita una visita!!! Continuando a parlare di
Giuseppe, a cui va tutta la nostra stima ed ammirazione,
ci ritroviamo al parcheggio ( h 1,00;3,00 ), al
termine di una giornata che conserveremo nei nostri
ricordi più cari.
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