Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire
seguendo la Statale del Sempione , sino all’uscita di
Piedimulera, da dove si imbocca la SS549 della Val
Anzasca. Percorsi circa 25 km, si raggiunge
Pestarena, l’antico paese delle miniere d’oro.
Posteggiata l’auto in uno dei pochi spazi disponibili,
ci addentriamo tra le case fino a raggiungere
la
fermata del bus ed imboccare una stradina
che scende verso il torrente Anza sino a raggiungere una
isolata
abitazione. Superiamo il ponte e subito un
avviso spegne i nostri entusiasmi, decidiamo
di fare dietro front, fortunatamente incontriamo una
persona del luogo che molto gentilmente ci comunica che
il problema è stato risolto e non si sa come il cartello
non sia stato rimosso. Rincuorati da tale informazione,
seguiamo il sentiero che subito si innalza ripido
piegando a sinistra, entra nel fitto ed umido bosco di
conifere, compiendo una serie di stretti tornanti
perviene ad una presa dell’acqua per poi raggiungere
l’Alpetto 1247 m. (h 0,45) dove ancora
resistono le vecchie costruzioni delle baracche in cui
in passato avveniva una prima lavorazione del materiale
aurifero. Il sentiero prosegue ora più largo fino a
pervenire ad una valletta martoriata da una
grossa frana che ha danneggiato le condutture
dell’acquedotto comunale, qui incontriamo Corrado,
Maurizio e Massimo che stanno lavorando per riparare i
danni. Proseguiamo il cammino inoltrandoci nella
val Moriana vera e propria,
raggiunto e attraversato l’omonimo torrente,
ci portiamo al centro della valle e iniziamo a risalire
il sentiero che letteralmente si impenna presentando
insidiosi tratti resi viscidi dalla grande umidità che
regna nella zona,
Claudio e Franco, prudentemente, procedono
con molta cautela mentre
Massimo avanza con passo svelto e sicuro.
Strada facendo incontriamo il
“larice della croce”
(h 0,45;1,30), così chiamato perché porta una
croce a ricordo di un caduto. Il sentiero, sempre ben
evidente in quanto ripulito dalla invadente vegetazione
in occasione della festa dell’alpe, che si tiene per
tradizione ogni ultimo sabato di Luglio,
guada alcuni ruscelli
prima di pervenire ad un tratto pianeggiante che ci
immette alle
baite dell'alpe Moriana m. 1795 ( ore 0,30;2,00).
Anticamente era un alpe, caricato dalle famiglie di
Pestarena; abbandonato da decenni, è divenuto
incontrastato regno di camosci e stambecchi che popolano
le vette sovrastanti. All’alpe il “ Gruppo Amici della
Val Moriana ″, ristrutturando quanto rimasto di una
antica baita del 700, ha costruito un bivacco dotato di
9
posti letto, affidandolo al CAI di Macugnaga.
Il
bivacco, non custodito, è dotato di
riscaldamento a legna,coperte e acqua nelle immediate
vicinanze, funge da ottimo punto di appoggio per
escursioni sulle cime della Val Moriana: Pizzo della
Moriana m. 2627. Bocchetta della Moriana m. 2475,
consigliabili solo ad escursionisti esperti. La
giornata, dal punto di vista meteo, non è delle
migliori,
l’aria è intrisa di umidità, le nuvole si
addensano coagulandosi sulle cime e grandi masse plumbee
scorrono sopra di noi conferendo all’ambiente un aspetto
ancora più solitario, qui la natura è selvaggia ma
affascinante e la magia del luogo rende il solo
bivacco una meta di sicura soddisfazione... anche se
dall’espressione
di Flavio (
www.cappef.com ) non si direbbe!?!. Ci accomodiamo
all’esterno per il nostro solito pranzo, al termine
visitiamo la bella ed accogliente struttura, scattiamo
la
foto ricordo e ci apprestiamo ad
intraprendere la discesa che realizziamo con tutta la
dovuta calma, prestando attenzione nel superare i ripidi
tratti molto umidi e scivolosi. Ritroviamo gli amici
incontrati lungo la salita, che con spiccato senso
dell’ospitalità, ci offrono un fragrante e corroborante
caffè, molto gradito da tutti noi e chiacchierando,
veniamo a conoscenza che sono tra gli animatori della
festa che si effettua per mantenere in vita la
tradizione e ci avvisano che nel 2009 sarà festeggiato
il decennale dell’inaugurazione del rifugio, non poniamo
limiti e... chissà mai che non ci si possa incontrare di
nuovo nell’occasione?. Il nostro Massimo, contraccambia
offrendo un superbo “ Laurino ″ di produzione propria,
poi scattiamo una foto
in loro compagnia e ci rimettiamo di nuovo in
marcia. Ripercorrendo l’ultimo tratto di sentiero
godiamo di
una visione panoramica sull’abitato di Pestarena
che raggiungiamo dopo aver di nuovo superato
il ponte sul
torrente Anza che scorre con fragore
tumultuoso sotto di noi. Risaliti sulla strada statale,
riguadagniamo l’auto e, al termine di questa nuova
escursione, ci apprestiamo a rientrare verso casa con il
ricordo di una giornata trascorsa in un ambiente
selvaggio ed incontaminato
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