Accesso stradale:
Autostrada A26 in direzione Gravellona Toce, poi SS33
del Sempione, uscita Premosello. Si attraversa il Toce
sul Ponte di Migiandone raggiungendo prima Cuzzago, a
seguire Premosello Chiovenda e quindi Vogogna
dove si parcheggia all’inizio di Via
San Carlo.
Vogogna,
antica capitale della regione storica dell'Ossola
Inferiore ed unico abitato della provincia del Verbano
Cusio Ossola ad aver conservato l'impianto urbanistico
ed architettonico del borgo medioevale è la base di
partenza di questa escursione che ci porterà a fare un
giro nelle meno conosciute Terre di Mezzo per visitare
una balma di eccezionale fattura e dimensioni. Le
recenti foto postate da alcuni amici sui social, ci
hanno incuriosito e ci sono state da stimolo
invogliandoci ad andare a vedere questa imponente balma
celata alla vista dei frettolosi escursionisti. Per la
difficoltà di raggiungerla, data la sua nascosta
collocazione, e prima che la vegetazione prenda il
sopravvento, per andare sul sicuro e rintracciarla senza
vagare inutilmente per la montagna ci siamo rivolti a
esperti conoscitori del territorio che, disponibili ad
accompagnarci in questa visita, ci hanno dato
indicazioni su dove ritrovarci. Raggiunto il luogo
convenuto e parcheggiata l’auto, ci siamo incontrati con
Giorgio e Attilio
che ci faranno compagnia nel corso della giornata e con
altri amici che faranno parte della combriccola. Riunito
il folto gruppo e dopo i saluti di rito ci incamminiamo
per l’escursione in programma. Dal parcheggio
percorriamo un tratto di Via San Carlo fino a
raggiungere l’omonima Cappella, (probabilmente del XVII
secolo con statua di
S. Carlo in una nicchia
e
medaglioni dipinti ai lati) da dove
iniziamo a risalire verso monte.
Una scalinata tra le abitazioni porta all’inizio del
sentiero che supera una
piccola
galleria,
presumibile assaggio minerario, e prosegue superando
gradini scolpiti nella roccia
sino a raggiungere una cappella votiva da cui si ha una
vista panoramica
sul piano Ossolano, oltrepassato una canalizzazione che
proviene dalla zona di Genestredo, risaliamo lungo
bellissimi terrazzamenti
e perveniamo al nucleo di baite di
Giavinello,
un gruppo di edifici rurali tradizionali in pietra poste
su un costone in panoramica posizione; qui
la pratica agricola ha mantenuto viva l’originaria
funzione dei terrazzi che sono ancora adoperati come
orti privati e frutteti.
Aggirandoci fra le baite dell’antico borgo notiamo una
vasca datata 1891
che ancora resiste al trascorrere del tempo. Raggiunta
l’ultima costruzione del piccolo borgo, superato il
minuscolo rio Giavinello il sentiero, in corrispondenza
di uno sperone roccioso, spiana e prosegue in direzione
dell’Oratorio di San Zeno posto sulla strada che
proviene da Genestredo. All’altezza dello sperone
roccioso, una
traccia di sentiero,
invaso da sdrucciolevoli foglie secche, scende sulla
sinistra attraversando un susseguirsi straordinario di
terrazzamenti che percorrono il versante e raggiunge una
zona pianeggiante in cui si ritiene si trovasse la
sorgente d’acqua del nucleo di Tassera
che il bosco sta inesorabilmente incorporando. Il
vecchio alpeggio è
caratterizzato da un’ampia distesa di boschi
che conseguentemente
all’abbandono dell’attività agricola dei versanti si
sono rapidamente espansi. L’alpeggio è oramai
completamente in rovina, aggirandoci tra le macerie si
nota una
considerevole
stalla con
soffitto a volta
e l’immancabile
Cappella votiva
con tanto di
acquasantiera
e
affreschi che oramai il
tempo e l’umidità hanno irrimediabilmente danneggiato,
ben poco resta a testimoniarne l’esistenza. Restiamo
attoniti di fronte a tanto sfasciume ma il bello deve
ancora venire; siamo in presenza della balma che ha
destato il nostro interesse e, di fronte alla
porta d’ingresso che in
discesa introduce all’interno, non nascondiamo una certa
perplessità e allo stesso tempo emozione. La balma si
presenta nella sua forma primitiva con una gigantesca
roccia che emerge dal terreno con funzione di
"tetto" usata in origine
come rifugio o magazzino
dagli uomini che ne fecero uso. Superato il momento di
esitazione, entriamo nell’ampio locale in cui con
successive migliorie architettoniche sono state ricavate
mensole, lastre per il fuoco o per la conservazione
degli alimenti, sedili e appoggi vari. Una
piccola finestra, forse con
funzione di presa d’aria, con una inferriata corrosa dal
tempo comunica con l’esterno e ne impedisce l’ingresso.
Non sappiamo se nell’antichità fosse già presente una
grotta naturale, oppure se l’uomo si sia ingegnato a
scavare un locale sotterraneo con l’intento di
utilizzare la grande roccia presente utilizzandola come
copertura, indipendentemente da come siano andate le
cose si rimane ammirati per come la maestria dell’essere
umano abbia fatto, per l’ennesima volta, di necessità
virtù. Visitato il sito in tutti i suoi vari aspetti,
risaliamo le
ingegnose scale
che risalgono i terrazzamenti e facciamo ritorno
al sentiero da cui siamo venuti. Proseguiamo
seguendo il sentiero che in
leggera salita conduce all’Oratorio
di San Zeno o Zenone. L'oratorio di S. Zeno è un
semplice edificio religioso situato lungo la strada
carrabile che conduce alla frazione di Genestredo.
Eretto come Cappella devozionale nel XIV secolo, viene
ampliato a Oratorio verso la meta’ del ‘600. Dalla
piazzola su cui sorge l’oratorio, saliamo a sinistra sul
promontorio da cui si vedono i
resti dell’antica cava di beola verde con le
relative attrezzature adibite al trasporto del materiale
estratto. Ridiscesi sulla strada procediamo in direzione
di Genestredo che superiamo per raggiungere la rupe su
cui resistono i resti della Rocca, l’antica
fortificazione adibita a controllo e difesa dell’intera
piana dell’Ossola.
Ridiscesi sul sentiero facciamo ritorno a Genestredo da
cui ci immettiamo sulla
bellissima
mulattiera, fiancheggiata da diversi
pannelli, didattici
che passando a ridosso del
muro di cinta del
Castello
Visconteo scende a Vogogna lungo il Sentiero
Natura del Parco Nazionale Val Grande e transitando da
Via San Martino raggiungiamo la Piazza della Chiesa da
cui in breve facciamo ritorno alle auto dove concludiamo
questa breve ma interessante archeo escursione. Per
concludere in bellezza la giornata, raggiungiamo
Premosello Chiovenda dove presso il Ristorante Proman
il Lunedì è il giorno del
bollito misto e
realizziamo finalmente un pranzo in compagnia che
avevamo in agenda da tempo.
In conclusione è doveroso da parte nostra ringraziare
gli amici
Giorgio e Attilio
che ci hanno accompagnato in questa uscita permettendoci
di visitare un manufatto particolarmente interessante, e
il resto della combriccola per aver avuto la pazienza di
camminare a passo lento. Un mio particolare grazie ad
Enrico per la premurosa assistenza.
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