ValGrande

 Vogogna balma di Tassera  
 Gita effettuata in data:13-Febbraio-2023

                  

  

 Partenza da: Vogogna m.226
 Dislivello totale: m. 200
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 3,00

Accesso stradale:
 Autostrada A26 in direzione Gravellona Toce, poi SS33 del Sempione, uscita Premosello. Si attraversa il Toce sul Ponte di Migiandone raggiungendo prima Cuzzago, a seguire Premosello Chiovenda e quindi Vogogna
dove si parcheggia all’inizio di Via San Carlo.

 

Vogogna, antica capitale della regione storica dell'Ossola Inferiore ed unico abitato della provincia del Verbano Cusio Ossola ad aver conservato l'impianto urbanistico ed architettonico del borgo medioevale è la base di partenza di questa escursione che ci porterà a fare un giro nelle meno conosciute Terre di Mezzo per visitare una balma di eccezionale fattura e dimensioni. Le recenti foto postate da alcuni amici sui social, ci hanno incuriosito e ci sono state da stimolo invogliandoci ad andare a vedere questa imponente balma celata alla vista dei frettolosi escursionisti. Per la difficoltà di raggiungerla, data la sua nascosta collocazione, e prima che la vegetazione prenda il sopravvento, per andare sul sicuro e rintracciarla senza vagare inutilmente per la montagna ci siamo rivolti a esperti conoscitori del territorio che, disponibili ad accompagnarci in questa visita, ci hanno dato indicazioni su dove ritrovarci. Raggiunto il luogo convenuto e parcheggiata l’auto, ci siamo incontrati con Giorgio e Attilio che ci faranno compagnia nel corso della giornata e con altri amici che faranno parte della combriccola. Riunito il folto gruppo e dopo i saluti di rito ci incamminiamo per l’escursione in programma. Dal parcheggio percorriamo un tratto di Via San Carlo fino a raggiungere l’omonima Cappella, (probabilmente del XVII secolo con statua di S. Carlo in una nicchia e medaglioni dipinti ai lati) da dove iniziamo a risalire verso monte. Una scalinata tra le abitazioni porta all’inizio del sentiero che supera una piccola galleria, presumibile assaggio minerario, e prosegue superando gradini scolpiti nella roccia sino a raggiungere una cappella votiva da cui si ha una vista panoramica sul piano Ossolano, oltrepassato una canalizzazione che proviene dalla zona di Genestredo, risaliamo lungo bellissimi terrazzamenti e perveniamo al nucleo di baite di Giavinello, un gruppo di edifici rurali tradizionali in pietra poste su un costone in panoramica posizione; qui la pratica agricola ha mantenuto viva l’originaria funzione dei terrazzi che sono ancora adoperati come orti privati e frutteti. Aggirandoci fra le baite dell’antico borgo notiamo una vasca datata 1891 che ancora resiste al trascorrere del tempo. Raggiunta l’ultima costruzione del piccolo borgo, superato il minuscolo rio Giavinello il sentiero, in corrispondenza di uno sperone roccioso, spiana e prosegue in direzione dell’Oratorio di San Zeno posto sulla strada che proviene da Genestredo. All’altezza dello sperone roccioso, una traccia di sentiero, invaso da sdrucciolevoli foglie secche, scende sulla sinistra attraversando un susseguirsi straordinario di terrazzamenti che percorrono il versante e raggiunge una zona pianeggiante in cui si ritiene si trovasse la sorgente d’acqua del nucleo di Tassera che il bosco sta inesorabilmente incorporando. Il vecchio alpeggio è caratterizzato da un’ampia distesa di boschi che conseguentemente all’abbandono dell’attività agricola dei versanti si sono rapidamente espansi. L’alpeggio è oramai completamente in rovina, aggirandoci tra le macerie si nota una considerevole stalla con soffitto a volta e l’immancabile Cappella votiva con tanto di acquasantiera e affreschi che oramai il tempo e l’umidità hanno irrimediabilmente danneggiato, ben poco resta a testimoniarne l’esistenza. Restiamo attoniti di fronte a tanto sfasciume ma il bello deve ancora venire; siamo in presenza della balma che ha destato il nostro interesse e, di fronte alla porta d’ingresso che in discesa introduce all’interno, non nascondiamo una certa perplessità e allo stesso tempo emozione. La balma si presenta nella sua forma primitiva con una gigantesca roccia che emerge dal terreno con funzione di "tetto" usata in origine come rifugio o magazzino dagli uomini che ne fecero uso. Superato il momento di esitazione, entriamo nell’ampio locale in cui con successive migliorie architettoniche sono state ricavate mensole, lastre per il fuoco o per la conservazione degli alimenti, sedili e appoggi vari. Una piccola finestra, forse con funzione di presa d’aria, con una inferriata corrosa dal tempo comunica con l’esterno e ne impedisce l’ingresso. Non sappiamo se nell’antichità fosse già presente una grotta naturale, oppure se l’uomo si sia ingegnato a scavare un locale sotterraneo con l’intento di utilizzare la grande roccia presente utilizzandola come copertura, indipendentemente da come siano andate le cose si rimane ammirati per come la maestria dell’essere umano abbia fatto, per l’ennesima volta, di necessità virtù. Visitato il sito in tutti i suoi vari aspetti, risaliamo le ingegnose scale che risalgono i terrazzamenti e facciamo ritorno al sentiero da cui siamo venuti. Proseguiamo seguendo il sentiero che in leggera salita conduce allOratorio di San Zeno o Zenone. L'oratorio di S. Zeno è un semplice edificio religioso situato lungo la strada carrabile che conduce alla frazione di Genestredo. Eretto come Cappella devozionale nel XIV secolo, viene ampliato a Oratorio verso la meta’ del ‘600. Dalla piazzola su cui sorge l’oratorio, saliamo a sinistra sul promontorio da cui si vedono i resti dell’antica cava di beola verde con le relative attrezzature adibite al trasporto del materiale estratto. Ridiscesi sulla strada procediamo in direzione di Genestredo che superiamo per raggiungere la rupe su cui resistono i resti della Rocca, l’antica fortificazione adibita a controllo e difesa dell’intera piana dell’Ossola. Ridiscesi sul sentiero facciamo ritorno a Genestredo da cui ci immettiamo sulla bellissima mulattiera, fiancheggiata da diversi pannelli, didattici che passando a ridosso del muro di cinta del Castello Visconteo scende a Vogogna lungo il Sentiero Natura del Parco Nazionale Val Grande e transitando da Via San Martino raggiungiamo la Piazza della Chiesa da cui in breve facciamo ritorno alle auto dove concludiamo questa breve ma interessante archeo escursione. Per concludere in bellezza la giornata, raggiungiamo Premosello Chiovenda dove presso il Ristorante Proman il Lunedì è il giorno del bollito misto e realizziamo finalmente un pranzo in compagnia che avevamo in agenda da tempo.

In conclusione è doveroso da parte nostra ringraziare gli amici Giorgio e Attilio che ci hanno accompagnato in questa uscita permettendoci di visitare un manufatto particolarmente interessante, e il resto della combriccola per aver avuto la pazienza di camminare a passo lento. Un mio particolare grazie ad Enrico per la premurosa assistenza.