Come arrivarci:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire
sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Crodo. Da
qui si prosegue sulla SS 659 delle valli Antigorio e
Formazza; superato Baceno si raggiunge la frazione Passo
( 9,5 Km ). Poco oltre, un cartello sulla sinistra
indica la strada per Salecchio.
/Salecchio/Cartina%20Salecchio.jpg)
Salecchio
è situato su di un terrazzo montano esposto al sole che
letteralmente strapiomba con pareti di roccia verticali
sulla sottostante Valle Antigorio,tanto da proporre a
chi vi si reca a far visita l’enigma di come,lassù per
sette secoli sia potuta vivere una piccola comunità di
origini Walser.“ Un villaggio schiettamente alpino di rara bellezza “ ( De
Maurizi ).“ Un vero nido d’aquile,raggiungibile solo a
fatica “ ( Mortarotti ).“ Salecchio come tutti i
villaggi alpini di matrice tedesca,è formato da quattro
nuclei di rustici ( case,stalle,fienili ):Morando,Salecchio
Inferiore,Salecchio Superiore e Case Francoli.Fu
abbandonato come insediamento stabile nel 1966 quando
gli ultimi abitanti scesero a valle.Ora vi regna il
silenzio “. ( Paolo Crosa Lenz-Giulio Frangioni )Superata
di poco la piccola frazione di Premia,raggiungiamo lo
spiazzo in cui lasciamo un auto e da qui
cartello indicatore ci incamminiamo lungo
una strada in
parte sterrata,percorribile dai mezzi fuoristrada,che
raggiungono con essa l’abitato di Salecchio,dopo aver
oltrepassato una galleria scavata nella bastionata
rocciosa,che osservata dal basso sembra invalicabile.Noi
saliamo percorrendo ( dove possibile ) quel poco che
resta della
vecchia mulattiera
selciata e
scalinata che collegava il villaggio al fondovalle e che
la costruzione della strada poderale ha
irrimediabilmente distrutto nel nome di una monticazione
di cui non si intravedono neppure minimi segni.Di fronte
alla nera e impressionante muraglia di roccia , optiamo
per il vecchio sentiero che salendo dolcemente,senza
grandi sforzi,ci porta in breve in prossimità
di una cappella ;
sopra di essa, incisa nella roccia,vi è la
scritta che
ricorda la costruzione della strada avvenuta nel 1720.In
un attimo si raggiunge l’uscita
della galleria,
ove un piccolo parcheggio consente di lasciare l’auto a
chi non volesse fare la salita a piedi,e proseguiamo nel
bosco rado
sino a raggiungere i
prati di Salecchio Inf.
sbucando
sui prati,proprio
di fronte a noi,si staglia contro il cielo azzurro la
candida costruzione della chiesa ( XVII secolo )
dedicata all’Assunta,con il
contiguo minuscolo cimitero adornato di croci gotiche
, le cui lapidi ricordano i nomi e le età di chi quassù
ha trascorso la sua miserabile esistenza. Continuando
verso destra,passiamo sotto le
scure case in
legno del villaggio che sembrano idealmente collegate
fra loro dagli orrendi cavi elettrici che percorrono
tutto il versante della montagna, facendo scempio di uno
scenario a dir poco da favola,passiamo accanto alla
vecchia scuola elementare
“ Virgilio “
e, superato un torrentello,ci alziamo sul sentiero che
si fa più ripido e che ci conduce, passando per la
cappella delle Croci,
in quel di
Salecchio Superiore ( m. 1509 ).Da
quassù la
vista spazia e
il panorama di cui si gode è splendido:volgendo lo
sguardo a sud si ha una veduta sulla bassa Valle
Antigorio e sulla piana dell’Ossola fino a Pieve
Vergonte,di fronte a noi
si staglia
la mole del
Pizzo Martello,mentre dall’altra parte della valle è ben
visibile l’erta parete dietro la quale sorge Bosco Gurin,l’unico
paese di lingua tedesca del Canton Ticino. Attraversiamo
il borgo,le
cui nere case di legno sono raccolte intorno
all’oratorio di S. Giuseppe,visitiamo il
forno comunitario,la
segheria da dove si diparte il sentiero che a mezza
costa e
senza
guadagnar quota ,in circa dieci minuti ci immette
nei verdissimi prati di Case
Francoli .
La
giornata è stupenda ,la
compagnia pure per cui con piacere continuiamo il nostro
cammino per raggiungere
gli
ampi pascoli della piana di Vova
dove ci attendono gli amici Raffaele e Giuseppe
che ci hanno preparato un gustoso
pranzo. Salutiamo gli amici lasciando alle
spalle
questo idilliaco
scenario e
sfiancando la chiesetta dedicata a S.
Antonio,raggiungiamo una fontana allo sbocco
della valle,
dove facciamo la
foto ricordo .Percorrendo la strada gippabile e
quello che rimane della
vecchia mulattiera si raggiunge Chioso, dove abbiamo
portato una macchina.
 |