Val Bognanco

     Anello Passo di Monscera m.2103

 
 Gita effettuata in data:02-agosto-2023                             

 Partenza da: S. Bernardo m. 1628
 Dislivello totale: m. 600
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 5,00

Come arrivare: Da Domodossola, usciti dalla Statale 33 del Sempione, svoltando a destra si percorre la SP 68 della Val Bognanco. Arrivati a Bognanco Fonti, si prosegue, risalendo diversi tornanti, sino a raggiunge la località San Bernardo dove si parcheggia nei pressi della chiesa.
 

Oggi mi aggrego agli amici del C.A.I. Senior Borgomanero ed in loro compagnia mi reco a fare il giro del Monscera, una bellissima camminata in Val Bognanco già fatta in altre occasioni ma che ripeto sempre volentieri. Come da accordi mi reco a Borgomanero dove ho appuntamento con l’amico Giancarlo che mi ha invitato a questa gita. Con vero piacere incontro di nuovo Anna e altri amici già conosciuti in precedenti occasioni, e con loro ci dirigiamo in auto fino al parcheggio di San Bernardo di Bognanco. Arrivati a San Bernardo, dove termina la strada carrozzabile, inizia la strada agro silvo pastorale che sale verso il Passo del Monscera. Giunti a S. Bernardo parcheggiamo l’auto sul piazzale di fronte all'omonimo Oratorio e ci incamminiamo seguendo il segnavia (D8). La strada, tranne un breve tratto iniziale, è asfaltata fino ad oltre l’Alpe Paioni, poi prosegue sterrata seguendo in parte la via che venne realizzata dal Regio Esercito nel 1928, sulla traccia dell’antica mulattiera che collegava Domodossola al Canton Vallese (CH) attraverso il Passo del Monscera. Questa via era utilizzata dai pastori, che già dal medioevo avevano acquisito diritti di pascolo in Valle Vaira, e dagli spalloni (contrabbandieri) che dal valico facevano transitare molte merci; questo percorso venne utilizzato anche come via di passaggio delle truppe vallesane che scendevano alla conquista dell'Ossola, ma soprattutto sembra accertato il passaggio di Papa Gregorio X, di ritorno dal Concilio di Lione, nell'autunno del 1275. inoltrandosi nel bosco raggiungiamo il ponte sul Rio Rasiga che superiamo per proseguire in ripida salita fino a raggiungere il moderno Rifugio il Dosso (m.1740), situato in posizione soleggiata, contornato da un bosco di larici ed abeti. Superiamo le poche baite dell’Alpe Arza (m.1754) e percorriamo il (sentiero dei cacciatori) che si snoda fra una bassa vegetazione in cui prevalgono le piante di mirtilli. Non raggiungiamo il piccolo lago di Arza ma continuiamo a seguire il percorso che, nei pressi dell’Alpe Monscera (m.1978), ci immette di nuovo sulla sterrata proveniente da San Bernardo. Prima di pervenire all’alpe, dalla strada è ben visibile in lontananza “l’ometto del Monscera”, chiamarlo ometto è riduttivo in quanto, ricostruito nel 2016 è diventato un vero monumento montanaro che ha almeno tre storie da raccontare . Continuiamo nel nostro cammino a mezzacosta fino a raggiungere la depressione in cui è adagiato il lago di Monscera (m.2072), oggi ridotto a poco più di una pozza. Passando alti sul piccolo lago del passo, raggiungiamo la sommità, qui una palina e un enorme traliccio delimitano il valico che mette in comunicazione l’Ossola con il Vallese, sulla destra l’inconfondibile parete inclinata del Pizzo Pioltone, che sovrasta l’ampia sella del Passo. La giornata nuvolosa non ci permette di osservare, in tutta la sua grandiosità, il famoso “trittico del Sempione” (Fletschorn, Lagginhorn e Weissmeis). Ricompattato il consistente gruppo, scendiamo in direzione del Rifugio Gattascosa (m.1993) dove sostiamo per il pranzo. Terminata la sosta ci incamminiamo in direzione del Lago di Ragozza transitando tra larici che odorano di resina, rododendri e mirtilli prossimi alla maturazione. Con una breve salita raggiungiamo la sommità di un dosso da cui iniziamo a scendere lungo il pendio seguendo la ben marcata traccia che ci conduce a fiancheggiare il Lago di Ragozza (m.1958) in cui curiosamente galleggia una piccola isola di ranuncoli acquatici, continuando a seguire il sentiero, percorriamo i ripidi costoni del secolare lariceto fino ad uscire dal bosco e raggiungere la stupenda piana di Ridorosso (m.1831), con un’estesa torbiera che si percorre utilizzando le apposite passerelle in legno che evitano il danneggiamento dovuto al calpestio. Rientrati nel bosco, si discende ancora per un tratto fra gli enormi larici fino a sbucare sulla strada consortile che si segue in discesa fino a raggiungere il parcheggio da cui siamo partiti.

Bella escursione nella “Valle delle cento cascate” in comitiva con simpatici amici che ringrazio per avermi fatto compagnia in questa bella camminata agostana.