Accesso stradale:
Dal semaforo all’ingresso di Omegna si imbocca la strada
della Valle Strona e si raggiunge
Forno.(comodo
parcheggio a lato della strada nei pressi del Circolo)
Un
itinerario alla scoperta della Valle Strona, la valle
dei “gratagàmul”, così chiamata agli inizi del ‘900 per
l'importante lavorazione del legno che la caratterizza.
Il percorso ha inizio da Forno, splendida frazione del
comune di Valstrona, sviluppandosi lungo il torrente
Strona ripercorre l'antica mulattiera “Stra' Vègia” alla
scoperta di paesaggi incantevoli e storie millenarie,
tra piccole cappelle, abitati nascosti e spettacolari
scorci panoramici.
Lasciata
l’auto, scendiamo verso la borgata Preia seguendo la
mulattiera della
Vecchia Strada
(indicazioni per Campello Monti)
che raggiunge la piccola frazione nei pressi
dell'Oratorio di San Rocco,
qui si imbocca la Strà Vègia, l’antica mulattiera ricca
di cappelle e frazioni che, prima della costruzione
della strada carrozzabile, collegava Omegna al paese
Walser di Campello Monti e veniva usata per lo più dalle
donne che portavano i loro prodotti nelle gerle fino al
mercato a valle, per scambiarli con ciò che non era
possibile produrre in questa valle. Si incontra,
dapprima la deviazione con le indicazioni per il
“percorso
in passerella aerea”
sospesa sull’Orrido di San Giulio da cui ammirare in
sicurezza dall’alto il torrente Strona, e a seguire
l'antica
cappella di San Giulio.
In salita nella stretta vallata alternata tra radure
e
boschi di betulla
e faggio,
si muove verso
Piana del Forno,
dove di fronte ad una cappellina vi è una riproduzione
in italiano della celebre poesia
“Desiderata”
di Max Ehrmann. Attraversiamo il prato e ci dirigiamo
verso l’agglomerato di case, passiamo la
chiesa di Santa Maria Maddalena
e
seguendo i cartelli in legno per Campello arriviamo fino
alla
torre campanaria
dove
occorre svoltare a sinistra e attraversare il paese. Il
paese ebbe una forte storia legata all'emigrazione,
documentata nella bellissima vetrata, originariamente
posta nella finestra della cappella della frazione, ora
nel museo di Arte Sacra di Forno, un documento unico
nella storia dell'emigrazione alpina. Attraverso un
fitto bosco di faggi con alcuni passaggi aggettanti, ma
in sicurezza, su alcuni tratti sulla sottostante forra
del torrente Strona, si arriva all'agglomerato di
edifici di
Tappone
superandone l'omonimo Rio, che fino alla metà del secolo
XVIII segnava il confine di Stato tra la Valsesia a nord
appartenente al Regno del Piemonte e la Valle Strona che
invece apparteneva allo Stato di Milano. Oltrepassata la
località abbandonata di
Pian Pennino
le cui case sono ormai ridotte per lo più a ruderi e
proseguiamo fino ad un
ponte
che ci permette di attraversare agevolmente il torrente
Strona
si giunge
alla
frazione Valdo
(Wald).
Il percorso continua addentrandosi nel bosco fino alla
frazione
Ronco,
in questo tratto è possibile ammirare la “Prea Sora”
(pietra che respira) una fessura nella montagna,
generalmente sotto un grande masso, da cui fuori esce
aria fredda, usata come luogo per conservare i cibi. Il
fenomeno è ampiamente diffuso in diverse località della
valle. Si sale il versante, passando accanto al piccolo
cimitero utilizzato dal 1867 al 1906 per giungere
al Borgo di Campello Monti.
Finalmente si giunge a
Campello Monti
è un
piccolo ma elegante paesino, arroccato sulla montagna,
la cui origine è storicamente documentata verso il 1300,
quando i pastori Walser di Rimella incominciarono ad
abitare stabilmente la conca di fondovalle, trasformando
l’alpeggio in frazione della comunità valsesiana.
Campello deve la sua fortuna alle miniere di nichel,
principale attività estrattiva della valle Strona,
presenti dalla metà dell'ottocento fino alla seconda
guerra. Il paese è caratterizzato
da case dai colori tenui
con i
caratteristici tetti in piode, ed è arricchito dalla
bellezza architettonica della settecentesca Parrocchiale
di San Giovanni Battista, tardo barocca, ornata di
arredi e paramenti preziosi.
Il ritorno avviene
ripercorrendo in senso inverso lo stesso itinerario di
salita.
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