Val Strona

       Forno-Campello Monti  
 Gita effettuata in data:02-Giugno2023

  

 Partenza da: Forno 900 m
 Dislivello totale: m. 500
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Accesso stradale:
Dal semaforo all’ingresso di Omegna si imbocca la strada della Valle Strona e si raggiunge
Forno.(comodo parcheggio a lato della strada nei pressi del Circolo)



Un itinerario alla scoperta della Valle Strona, la valle dei “gratagàmul”, così chiamata agli inizi del ‘900 per l'importante lavorazione del legno che la caratterizza. Il percorso ha inizio da Forno, splendida frazione del comune di Valstrona, sviluppandosi lungo il torrente Strona ripercorre l'antica mulattiera “Stra' Vègia” alla scoperta di paesaggi incantevoli e storie millenarie, tra piccole cappelle, abitati nascosti e spettacolari scorci panoramici.

Lasciata l’auto, scendiamo verso la borgata Preia seguendo la mulattiera della Vecchia Strada (indicazioni per Campello Monti) che raggiunge la piccola frazione nei pressi dell'Oratorio di San Rocco, qui si imbocca la Strà Vègia, l’antica mulattiera ricca di cappelle e frazioni che, prima della costruzione della strada carrozzabile, collegava Omegna al paese Walser di Campello Monti e veniva usata per lo più dalle donne che portavano i loro prodotti nelle gerle fino al mercato a valle, per scambiarli con ciò che non era possibile produrre in questa valle. Si incontra, dapprima la deviazione con le indicazioni per il percorso in passerella aerea” sospesa sull’Orrido di San Giulio da cui ammirare in sicurezza dall’alto il torrente Strona, e a seguire l'antica cappella di San Giulio. In salita nella stretta vallata alternata tra radure e boschi di betulla e faggio, si muove verso Piana del Forno, dove di fronte ad una cappellina vi è una riproduzione in italiano della celebre poesia Desiderata di Max Ehrmann. Attraversiamo il prato e ci dirigiamo verso l’agglomerato di case, passiamo la chiesa di Santa Maria Maddalena e seguendo i cartelli in legno per Campello arriviamo fino alla torre campanaria dove occorre svoltare a sinistra e attraversare il paese. Il paese ebbe una forte storia legata all'emigrazione, documentata nella bellissima vetrata, originariamente posta nella finestra della cappella della frazione, ora nel museo di Arte Sacra di Forno, un documento unico nella storia dell'emigrazione alpina. Attraverso un fitto bosco di faggi con alcuni passaggi aggettanti, ma in sicurezza, su alcuni tratti sulla sottostante forra del torrente Strona, si arriva all'agglomerato di edifici di Tappone superandone l'omonimo Rio, che fino alla metà del secolo XVIII segnava il confine di Stato tra la Valsesia a nord appartenente al Regno del Piemonte e la Valle Strona che invece apparteneva allo Stato di Milano. Oltrepassata la località abbandonata di Pian Pennino le cui case sono ormai ridotte per lo più a ruderi e proseguiamo fino ad un ponte che ci permette di attraversare agevolmente il torrente Strona si giunge alla frazione Valdo (Wald). Il percorso continua addentrandosi nel bosco fino alla frazione Ronco, in questo tratto è possibile ammirare la “Prea Sora” (pietra che respira) una fessura nella montagna, generalmente sotto un grande masso, da cui fuori esce aria fredda, usata come luogo per conservare i cibi. Il fenomeno è ampiamente diffuso in diverse località della valle. Si sale il versante, passando accanto al piccolo cimitero utilizzato dal 1867 al 1906 per giungere al Borgo di Campello Monti. Finalmente si giunge a Campello Monti è un piccolo ma elegante paesino, arroccato sulla montagna, la cui origine è storicamente documentata verso il 1300, quando i pastori Walser di Rimella incominciarono ad abitare stabilmente la conca di fondovalle, trasformando l’alpeggio in frazione della comunità valsesiana. Campello deve la sua fortuna alle miniere di nichel, principale attività estrattiva della valle Strona, presenti dalla metà dell'ottocento fino alla seconda guerra. Il paese è caratterizzato da case dai colori tenui con i caratteristici tetti in piode, ed è arricchito dalla bellezza architettonica della settecentesca Parrocchiale di San Giovanni Battista, tardo barocca, ornata di arredi e paramenti preziosi.

Il ritorno avviene ripercorrendo in senso inverso lo stesso itinerario di salita.