ValSessera

Crevacuore-Ailoche-Postua-Guardabosone
Giro ad anello

 
 Gita effettuata in data: 5-Aprile-2023                             

 Partenza da: Crevacuore ponte Rio Bodro m. 373
 Dislivello totale: m. 250
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 3,00

Accesso stradale: autostrada A26 Gravellona Toce, uscita Romagnano Ghemme, in seguito si percorre la Sp 299 fino a Bornate, poi svoltando a sinistra sulla SP 71, quindi dopo Guardella sulla Sp 72 fino a destinazione dove si parcheggia nei pressi della Chiesa Parrocchiale.

Ailoche (Anlòche in piemontese) è un piccolo Comune italiano di 330 abitanti della provincia di Biella, situato al confine nord-orientale della stessa, tra le cime delle prealpi in Val Sessera. Il toponimo del paese probabilmente deriva dal fatto che in passato la zona era frequentata dai pastori stagionali delle vicine zone valsesiane che lo chiamavano "ai loch" con allusione ai luoghi di pascolo, italianizzato in "Ailoche". Una località tranquilla, adagiata ai piedi delle prealpi biellesi, un paese da cui si passa solo se ci si vuole andare, perché Ailoche, sebbene un tempo terra di lavoratori, ha via via dimenticato i tempi della pastorizia, le cui cascine sono rimaste abbandonate tra la boscaglia che ha preso il posto dei prati. Ha scordato il tempo in cui la miniera attirava i lavoratori che fecero crescere gran parte delle sue frazioni. L'abitato, risalente al Medioevo, fece parte all'inizio del comune di Crevacuore; nel 1598 cadde sotto il dominio del principato di Masserano e successivamente nel 1741, passò a far parte degli stati del re di Sardegna.

La nostra escursione si svolge su sentieri poco frequentati della Valsessera, da Crevacuore seguiamo l’antico sentiero che ripercorre il tracciato della vecchia strada comunale per Ailoche, attraversando i fitti boschi lungo il crinale del Colle Ramelle ci rechiamo a visitare questo sperduto angolo di mondo ed alcune delle sue frazioni. L’imbocco dell’itinerario (che è parte della Grande Traversata Biellese) è presso il ponte sul Rio Bodro (m. 373) sulla strada per Postua. Nei pressi, c’è anche l’imbocco del sentiero H2 che porta ad incrociare la strada Ailoche-Gabbio. Il tragitto è in costante, moderata salita, si ignorano i bivi per Via Noche/Via Fornace (m. 445) e per frazione San Rocco presso il Colle Ramelle, raggiungendo quindi il Cimitero di Ailoche (m. 529 ). Si procede ora su strada, arrivando alla Chiesa della Piana dedicata alla Beata Vergine Assunta, infine si giunge ad Ailoche. Il centro storico del borgo, conserva ancora il caratteristico impianto medievale con le piccole stradine su cui si affacciano minuscole abitazioni e il “ Duomo della Montagna ”, ovvero la bella chiesa parrocchiale di San Bernardo, risalente al XVII secolo che domina dall’alto l’abitato sottostante, ed è il luogo di culto più importante dell’insediamento. Si attraversa il paese e si perviene al termine del sentiero al bivio per le frazioni Venarolo, Piasca e Uccelli di Ailoche dove inizia il sentiero H6 per l'Alpe Sparavera (m. 574), sul quale prosegue la Grande Traversata Biellese. Superato l'abitato di Ailoche saliamo verso la piccola frazione di Venarolo, dove sostiamo per vedere il semplice oratorio dedicato a San Giacomo. Dal paese ci immettiamo sul tracciato del “ Cammino della Gran Madre ” raggiungiamo Piasca. Il paese diede i natali al beato Giacobino Canepaccio, nato nell'anno 1438 e beatificato da Papa Gregorio XVI nel 1846 (San Carlo Borromeo, andando a Varallo Sesia, volle incontrarlo perché affascinato dal suo misticismo. Non venne santificato solo perché non furono individuate esattamente le sue spoglie mortali che finirono confuse con tante altre in una fossa comune). Nel centro della frazione sorge la chiesa di Sant'Antonio Abate con in facciata la scultura in stucco del carmelitano che ha ai suoi piedi il diavolo incatenato. Verosimilmente la rappresentazione è dovuta all’antico e curioso soprannome (“stranòm”) con cui sono conosciuti gli abitanti di Piasca, “pacalòit”, ovvero “diavoletti”. Nel borgo si trova la casa museo dove visse il beato, qui si trova una piccola cappelletta al piano inferiore, mentre al piano superiore, nella stanza in cui dormiva, è stato realizzato un museo di immagini, icone e oggetti che ricordano il beato Giacobino in vita. Aggirandoci fra le strette viuzze del borgo raggiungiamo la zona del belvedere da cui si ha una suggestiva visione sulla chiesa di San Bernardo di Ailoche, così imponente con le sue forme e il suo campanile da dominare tutti gli altri edifici che le si raccolgono attorno. La vista che si ha da questa posizione giustifica ampiamente l’appellativo di “Duomo della Montagna” dato alla maestosa chiesa. Visitato il suggestivo paese iniziamo a scendere in direzione di Postua percorrendo il sentiero che ricalca in parte la 4^ tappa dell’itinerario storico devozionale del “ Cammino di San Carlo ”, raggiungiamo la dorsale dove si trovano i ruderi della Cappella del Ferro (resti di antiche miniere di proprietà della famiglia Borromeo), proseguiamo su sentiero scosceso e superata la Cappella di San Carlo, arriviamo alla frazione Fucine con il suo Oratorio di San Grato. Seguendo la strada asfaltata entriamo in Postua, attraversiamo l’antico ponte sul Torrente Strona per risalire sul versante opposto, superato il Municipio e la chiesa parrocchiale, raggiungiamo la Cappella di San Rocco e il bivio con l’itinerario 724. Seguiamo in discesa la pista che ci porta a raggiungere il promontorio collinare, in bilico tra la Valsesia e la Valsessera, su cui è edificato il paese di Guardabosone. Per apprezzare appieno tutte le sue storiche particolarità, il borgo merita una attenta visita dedicata. Noi per completare il nostro giro ad anello al momento dobbiamo tralasciare la visita e proseguiamo seguendo la strada asfaltata in direzione di Ponte Strona/Crevacuore. Arrivati all’ingresso del paese ci troviamo di fronte alla stupenda chiesa dedicata alla Beata Vergine Annunciata. Popolarmente è conosciuta come Madonna “del carretto” in riferimento all’antica strada carraia percorsa dai commercianti con il carretto delle merci che univa Borgosesia a Postua collegando la Valsesia e la Valsessera al Biellese. Sul sagrato esterno si trova la magnifica cappella ottagonale barocca detta del Gongora riconosciuta come monumento nazionale è da ammirare per i pregevoli stucchi esterni ed interni. Proseguendo nel nostro cammino ritorniamo in provincia di Biella e raggiungiamo Ponte Strona. Continuando su Via G. Matteotti, superiamo l’Oratorio di San Gregorio o della Madonna della Sella e facciamo ritorno a Crevacuore raggiungendo di nuovo il punto da cui siamo partiti chiudendo questo bel percorso ad anello.

 

Conclusione: L’itinerario ripercorre buona parte della 4^ tappa (Guardabosone/Coggiola) del “Cammino di San Carlo”, il lungo percorso religioso che da Arona, passando per i Sacri Monti di Orta, Varallo e Oropa confluisce nella via Francigena e che nella metà del Cinquecento fu più volte percorso dal cardinale Carlo Borromeo, cui si deve la denominazione della via storica.