Accesso stradale:
autostrada A26 Gravellona Toce, uscita Romagnano Ghemme,
in seguito si percorre la Sp 299 fino a Bornate, poi
svoltando a sinistra sulla SP 71, quindi dopo Guardella
sulla Sp 72 fino a destinazione dove si parcheggia nei
pressi della Chiesa Parrocchiale.
Ailoche (Anlòche in piemontese) è un piccolo Comune
italiano di 330 abitanti della provincia di Biella,
situato al confine nord-orientale della stessa, tra le
cime delle prealpi in Val Sessera. Il toponimo del paese
probabilmente deriva dal fatto che in passato la zona
era frequentata dai pastori stagionali delle vicine zone
valsesiane che lo chiamavano "ai loch" con allusione ai
luoghi di pascolo, italianizzato in "Ailoche". Una
località tranquilla, adagiata ai piedi delle prealpi
biellesi, un paese da cui si passa solo se ci si vuole
andare, perché Ailoche, sebbene un tempo terra di
lavoratori, ha via via dimenticato i tempi della
pastorizia, le cui cascine sono rimaste abbandonate tra
la boscaglia che ha preso il posto dei prati. Ha
scordato il tempo in cui la miniera attirava i
lavoratori che fecero crescere gran parte delle sue
frazioni. L'abitato, risalente al Medioevo, fece parte
all'inizio del comune di Crevacuore; nel 1598 cadde
sotto il dominio del principato di Masserano e
successivamente nel 1741, passò a far parte degli stati
del re di Sardegna.
La nostra escursione si svolge su sentieri poco
frequentati della Valsessera, da Crevacuore seguiamo
l’antico sentiero che ripercorre il tracciato della
vecchia strada comunale per Ailoche, attraversando i
fitti boschi lungo il crinale del Colle Ramelle ci
rechiamo a visitare questo sperduto angolo di mondo ed
alcune delle sue frazioni. L’imbocco dell’itinerario
(che è parte della Grande Traversata Biellese) è presso
il ponte sul Rio Bodro (m. 373) sulla strada per Postua.
Nei pressi, c’è anche l’imbocco del sentiero H2 che
porta ad incrociare la strada Ailoche-Gabbio. Il
tragitto è in costante,
moderata salita, si ignorano i
bivi per Via Noche/Via Fornace (m. 445) e per frazione
San Rocco presso il
Colle Ramelle, raggiungendo quindi
il
Cimitero di Ailoche (m. 529 ). Si procede ora su
strada, arrivando alla
Chiesa della Piana dedicata alla
Beata Vergine Assunta, infine si giunge ad
Ailoche. Il
centro storico del borgo, conserva ancora il
caratteristico impianto medievale con le piccole
stradine su cui si affacciano minuscole abitazioni e il
“ Duomo della Montagna ”, ovvero la bella
chiesa
parrocchiale di San Bernardo, risalente al XVII secolo
che domina dall’alto l’abitato sottostante, ed è il
luogo di culto più importante dell’insediamento. Si
attraversa il paese e si perviene al termine del
sentiero al bivio per le frazioni Venarolo, Piasca e
Uccelli di Ailoche dove inizia il sentiero H6 per l'Alpe
Sparavera (m. 574), sul quale prosegue la Grande
Traversata Biellese. Superato l'abitato di Ailoche
saliamo verso la piccola
frazione di Venarolo, dove
sostiamo per vedere il semplice
oratorio dedicato a San
Giacomo. Dal paese ci immettiamo sul tracciato del “
Cammino della Gran Madre ” raggiungiamo Piasca. Il paese
diede i natali al beato Giacobino Canepaccio, nato
nell'anno 1438 e beatificato da Papa Gregorio XVI nel
1846 (San Carlo Borromeo, andando a Varallo Sesia, volle
incontrarlo perché affascinato dal suo misticismo. Non
venne santificato solo perché non furono individuate
esattamente le sue spoglie mortali che finirono confuse
con tante altre in una fossa comune). Nel centro della
frazione sorge la
chiesa di Sant'Antonio Abate con in
facciata la
scultura in stucco del carmelitano che ha ai
suoi piedi il
diavolo incatenato. Verosimilmente la
rappresentazione è dovuta all’antico e curioso
soprannome (“stranòm”) con cui sono conosciuti gli
abitanti di Piasca, “pacalòit”, ovvero “diavoletti”. Nel
borgo si trova la
casa museo dove visse il beato, qui si
trova una piccola cappelletta al piano inferiore, mentre
al piano superiore, nella stanza in cui dormiva, è stato
realizzato un museo di immagini, icone e oggetti che
ricordano il beato Giacobino in vita. Aggirandoci fra le
strette viuzze del borgo raggiungiamo la zona del
belvedere da cui si ha una suggestiva visione sulla
chiesa di San Bernardo di Ailoche, così imponente con le
sue forme e il suo campanile da dominare tutti gli altri
edifici che le si raccolgono attorno. La vista che si ha
da questa posizione giustifica ampiamente l’appellativo
di “Duomo della Montagna” dato alla maestosa chiesa.
Visitato il suggestivo paese iniziamo a scendere in
direzione di Postua percorrendo il sentiero che ricalca
in parte la 4^ tappa dell’itinerario storico devozionale
del “ Cammino di San Carlo ”, raggiungiamo la dorsale
dove si trovano i ruderi della
Cappella del Ferro (resti di antiche
miniere di proprietà della famiglia Borromeo),
proseguiamo su sentiero scosceso e superata la Cappella
di San Carlo, arriviamo alla frazione Fucine con il suo
Oratorio di San Grato. Seguendo la strada asfaltata
entriamo in Postua, attraversiamo l’antico ponte sul
Torrente Strona per risalire sul versante opposto,
superato il
Municipio e la chiesa parrocchiale,
raggiungiamo la
Cappella di San Rocco e il bivio con
l’itinerario 724. Seguiamo in discesa
la pista che ci
porta a raggiungere il
promontorio collinare, in bilico tra la Valsesia e la
Valsessera, su cui è edificato il
paese di
Guardabosone. Per apprezzare appieno tutte le
sue storiche particolarità, il borgo merita una attenta
visita dedicata. Noi per completare il nostro giro ad
anello al momento dobbiamo tralasciare la visita e
proseguiamo seguendo la strada asfaltata in direzione di
Ponte Strona/Crevacuore. Arrivati all’ingresso del paese
ci troviamo di fronte alla stupenda
chiesa dedicata alla Beata Vergine Annunciata.
Popolarmente è conosciuta come
Madonna “del carretto” in
riferimento all’antica strada carraia percorsa dai
commercianti con il carretto delle merci che univa
Borgosesia a Postua collegando la Valsesia e la
Valsessera al Biellese. Sul sagrato esterno si trova la
magnifica cappella ottagonale barocca
detta del Gongora
riconosciuta come monumento nazionale è da ammirare per
i pregevoli stucchi esterni ed interni. Proseguendo nel
nostro cammino ritorniamo in provincia di Biella e
raggiungiamo Ponte Strona. Continuando su Via G.
Matteotti, superiamo
l’Oratorio di San Gregorio o della
Madonna della Sella e facciamo ritorno a Crevacuore
raggiungendo di nuovo il punto da cui siamo partiti
chiudendo questo bel percorso ad anello.
Conclusione:
L’itinerario ripercorre buona parte della 4^ tappa (Guardabosone/Coggiola)
del “Cammino di San Carlo”, il lungo percorso religioso
che da Arona, passando per i Sacri Monti di Orta,
Varallo e Oropa confluisce nella via Francigena e che
nella metà del Cinquecento fu più volte percorso dal
cardinale Carlo Borromeo, cui si deve la denominazione
della via storica.
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