Come arrivarci:
da Gravellona Toce, proseguire seguendo la Statale del
Sempione sino all’uscita di Piedimulera da dove si
prosegue lungo la SS549 della Val Anzasca
per 28 Km. fino a raggiungere Staffa, parcheggio di
fronte al residence Monterosa.
Con l’amico Flavio(www.cappef.com)
)ritorno in Valle Anzasca per visitare il nuovo bivacco
realizzato dal CAI Macugnaga all’Alpe Schiena dei Bletz
(m.1981) e terminare così la precedente gita del
29-Marzo 2022 interrotta per mancanza di tempo. Lasciata
l’auto
nel parcheggio,
scendiamo a raggiungere il
ponte
che permette di superare il Torrente Anza arrivando alla
palina
che riporta le indicazioni da seguire per l’Alpe Bletza.
Iniziamo a risalire il sentiero che entra nel
fitto bosco di conifere
e si inerpica rapidamente lungo gli scoscesi tornanti
fino ad uscire in una
zona più aperta
dove ci immettiamo sul “ sentiero a ricordo dei
cacciatori ”, volgendo a sinistra superiamo una
zona molto esposta alla caduta di valanghe
(quando nevica...va),la piega assunta dai larici
testimonia l’impeto con cui scendono a valle.
Il
sentiero si presenta ben segnato, proseguiamo, prima in
piano e poi con dolci saliscendi, compiendo un ampio
giro verso fondovalle fino a che, dopo una breve
risalita, usciamo dal bosco ritrovandoci agli
abbeveratoi dell’Alpe Bletza
(m.1.699), oramai non più utilizzati e avvicendati nel
loro compito dalla fontana con vasca di sasso
(installata nel 2005 a cura della Società Cacciatori di Macugnaga). Con particolare rispetto per i tempi andati
sono stati lasciati a ricordo del loro importante ruolo
al servizio delle mandrie e greggi che popolavano queste
alture. Una palina riporta le
indicazioni per la nostra meta,
procediamo salendo a sinistra lungo la costa boscosa che
scende dal Pizzo Nero, il sentiero
risale ripido
nei radi larici fra cespugli di mirtilli e rododendri.
Continuiamo nella faticosa salita, sino a che giungiamo
in un punto particolarmente panoramico da cui vediamo il
Lago delle Fate che fa capolino sotto di noi.
Proseguiamo risalendo
l’ultimo tratto di sentiero
sino a che sbuchiamo su quello che un tempo era il
pascolo dell’alpe e raggiungiamo l’Alpe
Schiena
(m.1981)
dove una vecchia baita del 1788 è stata ristrutturata
con la collaborazione della Sezione Cacciatori di
Macugnaga e con il contributo del C.A.I
Centrale
ed adibita a bivacco. Inaugurato il 23-Agosto-2023 e
dedicato a
Mauro Borretti e Walter Schranz.
Visitiamo l’interno che si presenta luminoso, con una
notevole
vista panoramica sulla valle,
molto
ben ordinato
e pulito dotato di comodi letti a castello, stufa a
legna, cucina con tanto di generi alimentari e
libro firme.
Ammirata questa bellissimo restauro conservativo, per il
quale facciamo i nostri complimenti a chi lo ha
realizzato,
ci incamminiamo sulla via del ritorno e
scendiamo di nuovo all’Alpe
Bletza
dove effettuiamo una breve sosta per scattare la
foto ricordo.
Per completare il nostro giro ad anello, ci avviamo
lungo il sentiero B41a che ci condurrà a Quarazza.
Raggiungiamo la
località In d’Urstugo
(m.1530) da cui si ha una prima visione del lago di
Quarazza, e successivamente giungiamo sulle rive del
suggestivo “
Lago delle Fate”
(m.1315). dopo una breve sosta sulle sue rive procediamo
in direzione di
Motta
(m.1301). Dalla piccola frazione proseguiamo verso
sinistra entrando in un bel bosco percorrendo il
suggestivo sentiero,
costruito dalla popolazione Walser intorno al
tredicesimo secolo per raggiungere la piana di Isella
con la sua piccola piazza e l’Oratorio
di Santa Maria Addolorata
(m.1231). Da Isella risaliamo a sinistra lungo la strada
sterrata che ci riporta di nuovo in prossimità del ponte
nel punto in cui avevamo iniziato la salita e dove
chiudiamo il bel giro ad anello.
Raggiunta nuovamente la macchina, prima di ritornare
verso casa, effettuiamo una visita al “cimitero
degli alpinisti”
rendendo omaggio ai numerosi sfortunati scalatori
deceduti durante le ascensioni
sul Monte Rosa e che ora riposano nel ben tenuto
cimitero a loro dedicato.
Uscendo
dal Camposanto la vista è attratta dal
simbolo di Macugnaga, il secolare tiglio, che nonostante
l’età e gli acciacchi, ancora troneggia nei pressi della
Chiesa
Vecchia.

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