Valle Anzasca

 Alpe Predinone  
 Gita effettuata in data:09-Agosto-2023

  

 Partenza da: Mondelli m. 1181
 Dislivello totale: m. 650
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,30

 Acesso stradale : Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la Statale del Sempione, sino all’uscita di Piedimulera, da dove si imbocca la SP549 della Val Anzasca. Superata la galleria di Ceppo Morelli, e poco prima di raggiungere la galleria del Rio Valle, saliamo a destra raggiungendo il caratteristico abitato di Mondelli, il villaggio della valle Anzasca dove la strada è arrivata solo nel 1990. Fino ad allora l’unico collegamento con Mondelli era il ripido sentiero conosciuto come “stra' d'la pioda” andato poi in disuso e ripristinato nel 2021.
 

Dopo la nostra precedente visita del 28-Settembre-2020 e invogliati dalle recenti foto che ci ha mandato l’amica Rosi, ritorniamo volentieri a visitare la Valle di Mondelli con l’intento di arrivare a vedere la curiosa meridiana documentata dall’amico Ferruccio durante una sua perlustrazione effettuata nel Giugno del 2018 (Link) e sfuggita alla vista dell’amica Rosi. Parcheggiata l’auto ci incamminiamo fra le viuzze del suggestivo borgo seguendo le indicazioni del sentiero B28 che, passando dall’Alpe Corte Vecchio (m.1478) e dall’Alpe Predenon (m.1831), risale tutta la Val Mondelli raggiungendo l’omonimo passo (Mondellipass). Fino alla metà degli anni '70 il sentiero ha rappresentato un’importante via di comunicazione tra la Svizzera (Valle di Saas) e la Valle Anzasca, percorso da viandanti e spalloni che utilizzavano il Passo Mondelli per i loro traffici, ed era quindi molto battuto, ora abbandonato da tempo vede solo il passaggio di alcuni rari escursionisti curiosi come noi che si avventurano lungo i ripidi pendii. Nella frazione, la più elevata in quota nel comune di Ceppo Morelli, si possono ammirare: il Mulino ad acqua, la vecchia scuola, il settecentesco oratorio dedicato a Sant’Agata, patrona di Mondelli che si festeggia annualmente il 5 Febbraio, richiamando molta gente proveniente dall’Anzasca e dai paesi del fondovalle. Inoltre in centro paese sorge la storica “Casa degli Specchi, abitazione signorile a tre piani riccamente decorata esternamente ed internamente, così chiamata perché il costruttore, Giovan Battista Jacchetti, emigrò in Francia trovando fortuna grazie alla produzione artigianale di specchi: si racconta che, ritornando nella vallata in cui era nato, volle imitare gli sfarzi di Versailles costruendo questo signorile edificio arredandone riccamente gli interni, gli specchi fonte della fortuna di famiglia ricoprono interamente le pareti di una stanza. Su questa costruzione spicca il simbolo della città francese di Bordeaux. Di proprietà privata non è visitabile all’interno ma noi ne serbiamo il ricordo avendo avuto la fortuna di poterla vedere, parecchi anni fa, grazie alla disponibilità della proprietaria di allora, tra le altre curiosità vi è un camino su cui è posto un veliero. Lasciamo la bellissima costruzione e saliamo a raggiungere la cappella sulla quale, alla fine dell’Ottocento, è stata collocata una piccola croce di ferro: a ricordo del contrabbandiere “Burginer Luigi, ucciso”. Superiamo la cappella ed iniziamo a risalire la mulattiera che per un breve tratto scorre fra muretti in sasso, per trasformarsi in seguito in un sentiero che sale ripido nel bosco e raggiunge il bivio del sentiero B24 che sale in direzione dell’alpe Cortenero. Tralasciamo la deviazione B24 e proseguiamo lungo il nostro itinerario, molto meno battuto, Poco dopo altro bivio per la cascata. Decidiamo di visitare la bella cascata del Rio Mondelli, dopo aver scattato foto alla suggestiva cascata ritorniamo al bivio, riprendiamo il sentiero B28 che sale ripido nella faggeta che conduce alle baite di Corte Vecchio (m.1476). Si prosegue sul sentiero sempre ben evidente, superato il Rio Capia e sempre in ripida salita il paesaggio si trasforma in foresta di larici ed alle piante spontanee dei pascoli d’alta quota e raggiunge l’alpe Predinone (Predenon m.1831). Raggiunto lalpe che rappresenta la nostra meta, ci mettiamo alla ricerca della pietra con incisa la meridiana per vedere quello che l’amico Ferruccio ha definito “un piccolo gioiello che è un esempio forse unico del suo genere in Ossola”. poco sopra al sentiero e a fianco di una baita appare il masso su cui è incisa la meridiana datata 1854 ed altre incisioni. Dopo aver scattato una serie di fotografie a ricordo, soddisfatti della nostra “scoperta”, ritorniamo sui passi dell’andata e facciamo ritorno a Mondelli soddisfatti della bella giornata.

Bella escursione in uno degli ambienti più "solitari" e selvaggi della bellissima Valle Anzasca. Molto interessante dal punto di vista naturalistico.