Acesso
stradale :
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire
seguendo la Statale del Sempione, sino all’uscita di
Piedimulera, da dove si imbocca la SP549 della Val
Anzasca. Superata la galleria di Ceppo Morelli, e poco
prima di raggiungere la galleria del Rio Valle, saliamo
a destra raggiungendo il caratteristico abitato di
Mondelli, il villaggio della valle Anzasca dove la
strada è arrivata solo nel 1990. Fino ad allora l’unico
collegamento con Mondelli era il ripido sentiero
conosciuto come “stra' d'la pioda” andato poi in disuso
e ripristinato nel 2021.
Dopo
la nostra precedente visita del 28-Settembre-2020 e
invogliati dalle recenti foto che ci ha mandato l’amica
Rosi, ritorniamo volentieri a visitare la Valle di
Mondelli con l’intento di arrivare a vedere la curiosa
meridiana documentata dall’amico Ferruccio durante una
sua perlustrazione effettuata nel Giugno del 2018 (Link)
e sfuggita alla vista dell’amica Rosi.
Parcheggiata l’auto
ci incamminiamo
fra le viuzze del suggestivo borgo
seguendo
le indicazioni del sentiero B28 che, passando dall’Alpe
Corte Vecchio (m.1478) e dall’Alpe Predenon (m.1831),
risale tutta la Val Mondelli raggiungendo l’omonimo
passo (Mondellipass). Fino alla metà degli anni '70 il
sentiero ha rappresentato un’importante via di
comunicazione tra la Svizzera (Valle di Saas) e la Valle
Anzasca, percorso da viandanti e spalloni che
utilizzavano il Passo Mondelli per i loro traffici, ed
era quindi molto battuto, ora abbandonato da tempo vede
solo il passaggio di alcuni rari escursionisti curiosi
come noi che si avventurano lungo i ripidi pendii. Nella
frazione, la più elevata in quota nel comune di Ceppo
Morelli, si possono ammirare: il Mulino ad acqua, la
vecchia scuola, il settecentesco
oratorio dedicato a Sant’Agata,
patrona di Mondelli che si festeggia annualmente il 5
Febbraio, richiamando molta gente proveniente dall’Anzasca
e dai paesi del fondovalle. Inoltre in centro paese
sorge la storica
“Casa
degli Specchi”,
abitazione signorile a tre piani riccamente decorata
esternamente ed internamente, così chiamata perché il
costruttore, Giovan Battista Jacchetti, emigrò in
Francia trovando fortuna grazie alla produzione
artigianale di specchi: si racconta che, ritornando
nella vallata in cui era nato, volle imitare gli sfarzi
di Versailles costruendo questo signorile edificio
arredandone riccamente gli interni, gli specchi fonte
della fortuna di famiglia ricoprono interamente le
pareti di una stanza. Su questa costruzione spicca il
simbolo della città francese di Bordeaux. Di proprietà
privata non è visitabile all’interno ma noi ne serbiamo
il ricordo avendo avuto la fortuna di poterla vedere,
parecchi anni fa, grazie alla disponibilità della
proprietaria di allora, tra le altre curiosità vi è
un camino su cui è posto un veliero.
Lasciamo la bellissima costruzione e saliamo a
raggiungere
la
cappella
sulla
quale, alla fine dell’Ottocento, è stata collocata una
piccola croce di ferro: a ricordo del contrabbandiere
“Burginer Luigi, ucciso”. Superiamo la cappella ed
iniziamo a risalire la mulattiera che per un breve
tratto scorre fra muretti in sasso,
per trasformarsi in seguito in un sentiero che sale
ripido nel bosco e raggiunge il bivio del sentiero B24
che sale in direzione dell’alpe Cortenero. Tralasciamo
la deviazione B24
e
proseguiamo lungo il nostro itinerario, molto meno
battuto, Poco dopo altro
bivio per la cascata.
Decidiamo di visitare la
bella cascata del Rio Mondelli,
dopo aver scattato foto alla suggestiva cascata
ritorniamo al bivio, riprendiamo il sentiero B28 che
sale ripido nella faggeta
che
conduce alle baite di
Corte Vecchio
(m.1476).
Si prosegue sul
sentiero
sempre
ben evidente,
superato il Rio Capia
e sempre in ripida salita il paesaggio si trasforma in
foresta di larici ed alle piante spontanee dei pascoli
d’alta quota e raggiunge
l’alpe
Predinone
(Predenon
m.1831). Raggiunto l’alpe
che rappresenta la nostra meta, ci mettiamo alla ricerca
della pietra con incisa la meridiana per vedere quello
che l’amico Ferruccio ha definito “un piccolo gioiello
che è un esempio forse unico del suo genere in Ossola”.
poco sopra al sentiero e a fianco di una baita
appare il masso su cui è incisa la
meridiana datata 1854
ed altre
incisioni. Dopo aver scattato una serie di
fotografie a ricordo, soddisfatti della nostra
“scoperta”,
ritorniamo
sui passi
dell’andata e facciamo ritorno a
Mondelli soddisfatti della bella giornata.
Bella
escursione in uno degli ambienti più "solitari" e
selvaggi della bellissima Valle Anzasca. Molto
interessante dal punto di vista naturalistico.
 |