Valsesia

Alpe La Bonda  
 Gita effettuata in data: 29-Novembre-2023                                                    

 Partenza da: Rossa-Cerva m. 580
 Dislivello totale: m. 805
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,30

 Come arrivarci :
 Risalire la Valsesia in direzione di Alagna, giunti a Balmuccia prendere a destra per Rima, Rimasco, Carcoforo. Si percorre la strada provinciale della Val Sermenza per circa 1 Km e si raggiunge La frazione di Cerva.

Questo itinerario, si sviluppa fra boschi e prati che incorniciano uno degli otto itinerari dei “ Sentieri dell’Arte “ ideati dal CAI e si introduce in una delle piccole valli laterali della Valsesia, ovvero la Val Sermenza. Mantenendo il versante idrografico sinistro della bassa Val Sermenza, questo itinerario permette non solo la scoperta di piccoli tesori d’arte, ma consente all’escursionista di gustarsi la veduta panoramica su Ross(a Boccioleto i Denti di Gavala e l’alpe di Mera. Con l’amico Flavio( www.cappef.com) partiamo da Rossa, fraz. Cerva (1 Km a monte di Balmuccia) e iniziamo a risalire la mulattiera contrassegnata dal segnavie 405,che indica il percorso per il Pizzo Tracciora. In breve raggiungiamo lOratorio di San Bernardo d’Aosta e Sant’Eligio . Continuiamo a percorrere la mulattiera e raggiungiamo la frazione di Folecchio (m. 733) dove sorge l’Oratorio dei Santi Fabiano e Sebastiano che pare sia il più antico della zona di Rossa.  Dalla piana la vista spazia sulla vallata in cui si identificano i numerosi nuclei abitati illuminati dal tiepido sole di questo strano inverno. Proseguendo nel nostro cammino entriamo in una luminosa faggeta e giungiamo in vista della Cappella di Pisole dedicata alla Mater Angelorum raffigurata da affreschi datati 1878. Siamo oramai in vista delle prime baite di Piane di Folecchio (m. 983) che anticipano il bel pendio prativo su cui sorgono diverse altre baite,modernamente ristrutturate e il caratteristico trittico religioso composto dallOratorio di San Giacomo e San Francesco di Sales, dalla Cappella dedicata a San Giovanni già citata nel 1591 e dal solido e discosto Campanile. Da questo panoramico luogo si ha una veduta da cartolina e ci dedichiamo ad individuare i luoghi della valle da noi già visitati e non da ultimo ci ritorna alla mente la bella escursione a Pian Sulei con la svettante Torre delle Giavine che vediamo distintamente di fronte a noi. Attraversiamo l’alpeggio e superate le ultime baite continuiamo a seguire la mulattiera che entra in un suggestivo bosco di faggi per continuare lungo la dorsale. Raggiunto il bivio, abbandoniamo il sentiero 405 e seguiamo a sinistra su una bella gippabile le indicazioni che ci portano a raggiungere le baite dell’alpe Lavaggi dove si può ammirare l’affresco della Madonna del latte e su un’altra baita una meridiana. Guardando in alto si vede la Cappella che bisogna raggiungere, e salendo il ripido pendio si arriva alla Cappella della Crocifissione che, come recita la scritta in latino fu eretta nel 1834 da Emilio Novarina e fu poi completata dal figlio nel 1848.  Poco oltre si trova alpe Dosso, dove sono visibile i resti di un affresco raffigurante angioletti e San Giuseppe dormiente. Continuando in salita si incrocia il sentiero 405 e poco dopo si arriva all’alpe La Bonda .Qui concludiamo la nostra ascesa e dopo aver completato l’osservazione di quanto ci circonda, terminiamo la nostra sosta ristoratrice e facciamo ritorno a Cerva seguendo il sentiero 405 sino al bivio per alpe Lavaggi poi lo stesso percorso fatto all’andata

Curiosità

 Era di Rossa il canonico Nicolao Sottile (1751 – 1832) celebre personalità valsesiana nota per i lavori di costruzione dell’omonimo Ospizio posto sul Colle Valdobbia oltre    che per lo scritto “Quadro della Valsesia”, nel quale racconta puntigliosamente le dure condizioni di vita dei valligiani. Don Luigi Ravelli considerava come vero dialetto valsesiano, nella forma più pura e arcaica, quello di Rossa. La strada carrozzabile moderna raggiunse Rossa nel 1962.Da vedere le caratteristiche case case agglomerate quasi sovrapposte le une alle altre separate da stretti viottoli, aggettanti sulla valle come terrazze esposte al sole.