Accesso stradale:Percorrere
la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33
del Sempione sino all’uscita di Crodo, si prosegue sulla
SS 659 delle valli Antigorio e Formazza, dirigendo verso
Baceno. Giunti a Baceno, al bivio in centro paese, si
tralascia la deviazione a sinistra che porta al Devero e
si prosegue a destra
raggiungendo
Premia,
ultimo centro della Valle Antigorio,
dove si
parcheggia nei pressi della chiesa.
La
Zona di Premia con la sua notevole ricchezza ambientale
e paesaggistica rappresenta il territorio più ampio
della Valle Antigorio ed oltre alla rinomata stazione
termale, la più importante dell’Alto Piemonte, situata
in Fraz. Cadarese, offre innumerevoli attrazioni: dagli
antichi Orridi di Uriezzo, all’insediamento Walser di
Salecchio,
a Crego
con il suo architettonico Santuario
e molti altri luoghi meno conosciuti e frequentati. Fra
questi
c’è il
piccolo alpeggio di Almaio
che oggi in compagnia di Flavio (www.cappef.com)
e Gildo abbiamo deciso di andare a visitare
compiendo un’escursione abbastanza breve ma di grande
interesse.
L’alpeggio in sé è un alpeggio come ne esistono tanti
altri sulle montagne Ossolane ma il percorso per
arrivarci è di indubbio interesse in quanto si sviluppa
lungo antiche mulattiere che
si arrampicano verso pareti strapiombanti all’apparenza
impossibili da risalire, superando verticali canaloni,
sfruttando piccole cenge
che permettono
di raggiungere i radi pianori da usufruire come pascolo
estivo. Risalendo questi antichissimi manufatti il
pensiero inevitabilmente corre indietro nel tempo nel
tentativo di provare ad immaginare le enormi fatiche
fatte dagli alpigiani che hanno pensato, tracciato e
realizzato queste solide opere che ancora resistono al
trascorrere del tempo.
Lasciata l’auto
presso
la
parrocchiale
di San Michele
(sec.XV),
ci immettiamo sulla SS 659 raggiungendo la frazione
Rodis dove alcuni cartelli indicatori riportano
varie destinazioni.
Seguendo le indicazioni del
sentiero G17,
iniziamo
a salire fra le case della frazione, superato il
lavatoio
e alcune abitazioni
che presentano ancora
numerose e colorate fioriture,
in breve giungiamo ad Albogno
con il
suo
piccolo
oratorio
costruito nel 1649,
dedicato
ai Santi Antonio di Padova e Francesco da Assisi,
raggiunta la
cappelletta con accanto la bella panchina
“F.F.”
dai nipoti in ricordo di Curti Alberto,
ci incamminiamo
lungo il
sentiero
che riporta le indicazioni per Almaio. Poco oltre la
traccia diventa una
compatta
mulattiera a scalini,
alcuni scavati nella roccia,
che prosegue fino a ridosso di una parete di roccia che,
percorrendo qualche agile tornante,
viene risalita facilmente.
Mentre
si sale
di quota si ha una
bella panoramica
sulla sottostante frazione di Altoggio.
Percorso un breve falsopiano si raggiunge il culmine
della bastionata
rocciosa su cui sorge
l’Oratorio
di Santa Maria dell’Oro
(Madonna dell’Oro
965m.).
“Questo oratorio
chiamato dai premiesi "l'oratorio di S'l'ôôr" (in
italiano sull'orlo) è stato costruito intorno al 1739
dopo che un giorno, alcuni giovani locali stavano
pascolando le capre in quei paraggi, quando una grossa
frana si staccò dalla montagna e i giovani si
rifugiarono davanti alla piccola cappella rimanendo
illesi. La popolazione fece voto ed eresse sul posto la
chiesetta che, nel 1740 il rettore Malavio la benedì.”
Sul costone, alle spalle dell’Oratorio, guardando sulla
sinistra, tra rocce e bosco, si individua la
cappelletta bianca,
presso la quale transita il percorso. Dalla chiesa si
prosegue lungo
la mulattiera lastricata,
ancora in buono stato di conservazione,
che
sale
a sinistra in modo più marcato.
Tornanti
e traversi verso nord si susseguono facendo guadagnare
rapidamente quota;
ombrosi tratti
si alternano a tratti più aperti che consentono di
godere del
panorama sulla valle Antigorio
che si apre man mano che si sale. La pendenza aumenta in
modo costante e anche i gradini si fanno sempre un po’
più alti,
superato un canalone
roccioso umido e molto perpendicolare,
si
raggiunge la cappelletta,
individuata in precedenza, posta su una cengia esposta a
picco sulla valle.
Si prosegue
seguendo
sempre
il segnavie G17 fino a raggiungere il bivio con il
sentiero G40 che indica a destra la
direzione per Almaio.
Abbandonato il G17 che sale a Spotigine, si percorre un
breve tratto in discesa per entrare nel profondo vallone
che separa dall’alpeggio di Almaio che fa
capolino sul versante opposto,
alla medesima quota di livello. In questo tratto gli
eventi atmosferici hanno causato frane che hanno
abbattuto gran parte delle barriere poste a protezione
degli strapiombi che comunque si possono aggirare
agevolmente senza grossi problemi.
Superata un’ultima breve salita, si raggiunge
il prato su cui sorgono le baite dell’alpeggio
(1218m.).
Ai margini del prato che si va inselvatichendo,
sorge l’immancabile cappelletta
con all’interno ancora
qualche oggetto devozionale
depositato dagli ultimi frequentatori. Scattata la
foto a ricordo
della giornata, percorrendo
a ritroso il tracciato fatto in salita,
ci apprestiamo a
far ritorno
al punto da cui siamo partiti. Breve ma bella
passeggiata lungo uno dei tanti “sentieri della fatica”
che gli alpigiani
percorrevano
un passo dopo l’altro, stagione dopo stagione.
![](http://www.escursionando.it/Anno%202013/Uso%20sito%202013/home%20005.gif) |