Val Antigorio

      Almaio  
 Gita effettuata in data:13-Ottobre                     

  

 Partenza da: Premia m.800
 Dislivello totale: m. 480
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Accesso stradale:Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Crodo, si prosegue sulla SS 659 delle valli Antigorio e Formazza, dirigendo verso Baceno. Giunti a Baceno, al bivio in centro paese, si tralascia la deviazione a sinistra che porta al Devero e si prosegue a destra raggiungendo Premia, ultimo centro della Valle Antigorio, dove si parcheggia nei pressi della chiesa.

 

La Zona di Premia con la sua notevole ricchezza ambientale e paesaggistica rappresenta il territorio più ampio della Valle Antigorio ed oltre alla rinomata stazione termale, la più importante dell’Alto Piemonte, situata in Fraz. Cadarese, offre innumerevoli attrazioni: dagli antichi Orridi di Uriezzo, all’insediamento Walser di Salecchio, a Crego con il suo architettonico Santuario e molti altri luoghi meno conosciuti e frequentati. Fra questi c’è il piccolo alpeggio di Almaio che oggi in compagnia di Flavio (www.cappef.com) e Gildo abbiamo deciso di andare a visitare compiendo un’escursione abbastanza breve ma di grande interesse. L’alpeggio in sé è un alpeggio come ne esistono tanti altri sulle montagne Ossolane ma il percorso per arrivarci è di indubbio interesse in quanto si sviluppa lungo antiche mulattiere che si arrampicano verso pareti strapiombanti all’apparenza impossibili da risalire, superando verticali canaloni, sfruttando piccole cenge che permettono di raggiungere i radi pianori da usufruire come pascolo estivo. Risalendo questi antichissimi manufatti il pensiero inevitabilmente corre indietro nel tempo nel tentativo di provare ad immaginare le enormi fatiche fatte dagli alpigiani che hanno pensato, tracciato e realizzato queste solide opere che ancora resistono al trascorrere del tempo. Lasciata l’auto presso la parrocchiale di San Michele (sec.XV), ci immettiamo sulla SS 659 raggiungendo la frazione Rodis dove alcuni cartelli indicatori riportano varie destinazioni. Seguendo le indicazioni del sentiero G17, iniziamo a salire fra le case della frazione, superato il lavatoio e alcune abitazioni che presentano ancora numerose e colorate fioriture, in breve giungiamo ad Albogno con il suo piccolo oratorio costruito nel 1649, dedicato ai Santi Antonio di Padova e Francesco da Assisi, raggiunta la cappelletta con accanto la bella panchinaF.F.” dai nipoti in ricordo di Curti Alberto, ci incamminiamo lungo il sentiero che riporta le indicazioni per Almaio. Poco oltre la traccia diventa una compatta mulattiera a scalini, alcuni scavati nella roccia, che prosegue fino a ridosso di una parete di roccia che, percorrendo qualche agile tornante, viene risalita facilmente. Mentre si sale di quota si ha una bella panoramica sulla sottostante frazione di Altoggio. Percorso un breve falsopiano si raggiunge il culmine della bastionata rocciosa su cui sorge l’Oratorio di Santa Maria dell’Oro (Madonna dell’Oro 965m.). “Questo oratorio chiamato dai premiesi "l'oratorio di S'l'ôôr" (in italiano sull'orlo) è stato costruito intorno al 1739 dopo che un giorno, alcuni giovani locali stavano pascolando le capre in quei paraggi, quando una grossa frana si staccò dalla montagna e i giovani si rifugiarono davanti alla piccola cappella rimanendo illesi. La popolazione fece voto ed eresse sul posto la chiesetta che, nel 1740 il rettore Malavio la benedì.” Sul costone, alle spalle dell’Oratorio, guardando sulla sinistra, tra rocce e bosco, si individua la cappelletta bianca, presso la quale transita il percorso. Dalla chiesa si prosegue lungo la mulattiera lastricata, ancora in buono stato di conservazione, che sale a sinistra in modo più marcato. Tornanti e traversi verso nord si susseguono facendo guadagnare rapidamente quota; ombrosi tratti si alternano a tratti più aperti che consentono di godere del panorama sulla valle Antigorio che si apre man mano che si sale. La pendenza aumenta in modo costante e anche i gradini si fanno sempre un po’ più alti, superato un canalone roccioso umido e molto perpendicolare, si raggiunge la cappelletta, individuata in precedenza, posta su una cengia esposta a picco sulla valle. Si prosegue seguendo sempre il segnavie G17 fino a raggiungere il bivio con il sentiero G40 che indica a destra la direzione per Almaio. Abbandonato il G17 che sale a Spotigine, si percorre un breve tratto in discesa per entrare nel profondo vallone che separa dall’alpeggio di Almaio che fa capolino sul versante opposto, alla medesima quota di livello. In questo tratto gli eventi atmosferici hanno causato frane che hanno abbattuto gran parte delle barriere poste a protezione degli strapiombi che comunque si possono aggirare agevolmente senza grossi problemi. Superata un’ultima breve salita, si raggiunge il prato su cui sorgono le baite dellalpeggio (1218m.). Ai margini del prato che si va inselvatichendo, sorge l’immancabile cappelletta con all’interno ancora qualche oggetto devozionale depositato dagli ultimi frequentatori. Scattata la foto a ricordo della giornata, percorrendo a ritroso il tracciato fatto in salita, ci apprestiamo a far ritorno al punto da cui siamo partiti. Breve ma bella passeggiata lungo uno dei tanti “sentieri della fatica” che gli alpigiani percorrevano un passo dopo l’altro, stagione dopo stagione.