Accesso
stradale :
Seguendo la SP299 si arriva a Serravalle Sesia e davanti
all'area della cartiera si incontra un ampio slargo
sterrato all'inizio di via Monchezzola, dove
si
parcheggia comodamente (10 km sia da
Romagnano Sesia che da Gattinara.
/Serravalle%20Sesia/Cartina%20Serravalle.jpg)
Leggendo
la pubblicazione dell'amico Corrado Martiner
(ESCURSIONI
E PASSEGGIATE in VALSESIA)
BLU edizioni:ISBN 978-88-7904-212-3),
in cui l’autore propone ben 55
itinerari,
fra
le tante escursioni descritte, abbiamo
concordato di seguire l’itinerario
4.3
di pagina
183.
Un itinerario
che ci è sembrato interessante
per effettuare il quale seguiamo fedelmente le
indicazioni descritte nella guida e, con il consenso
dell’autore, riportiamo integralmente
il percorso
come
scritto,
aggiungendo di nostro solo alcune immagini ad
illustrazione del
tragitto
compiuto.
Questo facile ma non breve itinerario è conosciuto
localmente con il nome di «circuito dei santi» perché
tocca le chiesette di San Bernardo e Sant'Emiliano e la
cappella Monchezzola dedicata alla Madonna della Neve.
Durante l'anello si passa per la Colma Vasselloni, il
rilievo più elevato della lunga dorsale che a sud del
Sessera divide la prima parte della bassa Valsesia dal
Biellese sudorientale. Il percorso, molto frequentato,
si snoda su stradine e sentieri in gran parte nei
boschi, ma non mancano zone aperte da cui si possono
ammirare interessanti panorami.
ITINERARIO
All'inizio di via Monchezzola
alcuni cartelli indicano
la partenza dei sentieri 706 e 707. In fondo all'ampio
slargo, la via prosegue a sinistra di una piccola
cappella votiva. Dopo poco meno di 200 metri l'asfalto
termina e si incontra il cartello di divieto. Ancora
poche decine di metri di sterrato e si giunge a un bivio
sul margine del Rio Chezza. Si lascia a sinistra la via
più ampia da cui si rientrerà (706) e senza attraversare
il primo ponte si risale per alcune decine di metri a
lato del rio, poi si volta a sinistra e su un
altro
ponte si attraversa un piccolo affluente del corso
d'acqua principale appena a monte della confluenza. Si
continua quindi sulla sinistra idrografica del Rio Chezza, paralleli allo sterrato che sale sulla sponda
opposta. Lasciate a monte due cascine, si sale seguendo
i cartelli per l'Alpe del Saren. L'ampio sentiero monta
ripido sulla sponda sinistra di un incassato e boscoso
canale e guadagna una selletta da cui prosegue in
diagonale. Si passa a valle dei resti di un edificio e
si prosegue a lungo in mezzacosta su pendenza limitata.
Si giunge alla graziosa
Alpe del Saren, situata in uno
spiazzo erboso con alcune alte conifere (0.35 ore; vista
sulla Cima Pietra Groana e su Sant'Emiliano), Si
prosegue in lieve discesa toccando un'altra inflessione
della boscosa dorsale, poi si riprende a salire con
alcuni brevi strappi raggiungendo zone dove la
vegetazione è meno fitta. Compare l'oratorio di San
Bernardo alle cui spalle fa capolino la sagoma del Monte
Barone. Un tratto a saliscendi e un'ultima discesa più
accentuata portano all'incrocio con la carrareccia
proveniente da Bornate su cui si sviluppa l'itinerario
707a (scendendo per pochi minuti a destra si può
raggiungere la cappella Cappone). L'incrocio è ben
segnalato, con diversi cartelli che riportano i numeri
degli itinerari che qui confluiscono; un cartello di
legno con l'indicazione per l'Alpe del Saren indica la
giusta direzione da prendere nel caso si stia seguendo
l'itinerario in senso inverso. Senza possibilità di
errore si sale sullo sterrato che con tratti ripidi
porta a una zona panoramica di fronte a San Bernardo.
Dopo un ampio semicerchio pianeggiante, prima che la
strada riprenda a salire con decisione, si imbocca a
destra la deviazione per San Bernardo (cartello). Con un
tratto pianeggiante e un breve strappo il sentiero
riporta sulla strada appena abbandonata (che compie un
più largo giro a monte). Si scende a destra e in pochi
minuti, dopo un'ultima lieve salita, si giunge
all'oratorio di San Bernardo, al vertice dell'omonima
sommità boscosa (629 m, 0.35 ore dall'Alpe del Saren;
qui giunge da Bornate il sentiero 709). Si riprende il
cammino ritornando indietro sul percorso già noto e,
dopo aver lasciato a sinistra la deviazione con cui si è
giunti all'oratorio, si prosegue sulla strada che in
breve raggiunge una spianata da cui inizia a scendere.
La si abbandona e si imbocca il
sentiero 709 che si
stacca a monte e risale ripidamente l'ampia dorsale.
Quando la pendenza si attenua, il crestone prosegue con
lievi saliscendi toccando alcune elevazioni intermedie e
raggiungendo il punto in cui, sul tronco di un grande
albero, un cartello riporta la scritta «Colma Vasselloni
753 m». Poco oltre si tocca il punto culminante del
displuvio, che è anche il punto più elevato
dell'escursione (0.45 ore da San Bernardo). Si inizia la
discesa raggiungendo In breve un tratto dove la
vegetazione più rada consente un'ampia visuale sulle
montagne biellesi dal Mombarone al Monte Barone
(consigliata una sosta rigeneratrice). Si prosegue
scavalcando un'altra piccola elevazione intermedia, poi
su terreno più ripido e aperto, con incedere un po'
disagevole tra ghiaia e terre rosse, si tocca il Passo Salaroli, detto anche Passo della Morte: è un breve
tratto su una crestina di terra rossa abbastanza ripida
sui fianchi, ma facilmente percorribile (617 m, 0.15 ore
dalla Colma Vasselloni). Si riprende la salita su
terreno ripido e un po' sdrucciolevole. Dopo
un'ottantina di metri di dislivello si guadagna
un'esigua spianata da cui la via, sempre ampia e ben
evidente, abbandona lo spartiacque e tende a sinistra a
mezzacosta fino a raggiungere la dorsale proveniente
dalla Bocchetta d'Ovasine (da cui proviene il sentiero
705 che si percorrerà in discesa; numerosi segnavia e
cartelli). Con breve digressione a destra, dopo aver
superato la piazzola di atterraggio dell'elicottero da
cui si gode di un buon panorama, si tocca la chiesa di
Sant'Emiliano (742 m, 0.35 ore dal Passo Salaroli, 2.45
ore dalla partenza). Ritornati al
bivio e lasciato a
sinistra il sentiero da cui siamo arrivati, si scende a
destra sul 705 dapprima con pendenza limitata, poi
affrontando un primo tratto più ripido. In seguito, dopo
alcuni brevi risvolti, si discende un tratto ripidissimo
e sdrucciolevole che richiede attenzione. Superato il
breve ma non facile ostacolo, si tocca più comodamente
un'ampia sella. Una risalita più accentuata conduce alla
prima di una serie di elevazioni caratterizzate dalla
presenza di terre rosse e vegetazione bassa. Questo è
forse il tratto più bello dell'escursione: si cammina
piacevolmente con saliscendi, alcuni lievi, altri più
marcati, godendo di un buon panorama in ogni direzione,
poi con un'ultima discesa si tocca la Bocchetta d'Ovasine
(509 m, 0.45 ore da Sant'Emiliano). Senza mettere piede
sulla strada proveniente da Sostegno (oltre la quale
prosegue l'itinerario 705) si prende subito a sinistra
il sentiero 706 (segnavia per Serravalle e Monchezzola.
Il largo sentiero scende in diagonale a mezzacosta,
supera un piccolo corso d'acqua sovente asciutto su un
vecchio ponticello di legno, raggiunge e scavalca una
costa e su terreno un po' più ripido giunge sul fondo
del vallone, dove convergono i rii che drenano la parte
alta del territorio compreso tra Sant'Emiliano e la
Colma Vasselloni e che unendosi formano il Rio Chezza.
Attraversato una
prima volta il torrentello, si prosegue
sulla sinistra idrografica in moderata pendenza, poi,
superata una vecchia lapide, si guada di nuovo il rio.
Il sentiero si trasforma in piccola carrareccia e in
breve raggiuge la cappella Monchezzola
e poco oltre
l'omonimo
rifugio privato dell'Associazione
Nazionale
Alpini
(gruppo di Serravalle Sesia). Si prosegue sull'ampia
strada sterrata attraversando altre due volte il Rio
Chezza. In ultimo, dopo aver lasciato a destra una
cascina e attraversato un
ponticello di cemento, si
giunge al bivio iniziale, dal quale velocemente si
ritorna al parcheggio (0.45 ore dalla Bocchetta d'Ovasine,
4.15 ore dalla partenza).
Questa gita consiglio di farla nei mesi di Febbraio/Marzo o in autunno
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