Valle Strona

Pieve di S. Martino e Sass Malò

 
 Gita effettuata in data:13-Gennaio-2022                                                    

 Partenza da: Talonno
 Dislivello totale: m. 350
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivarci:
Dalla A26 uscire ad Arona e prendere Via per Borgomanero seguendo le indicazioni per Gattico. R
aggiunto il distributore Total Erg, parcheggiare sul lato opposto della strada.
 

Il Comune di Gattico, con le sue due frazioni di Maggiate Superiore e Maggiate Inferiore, è ubicato nella zona collinare del medio novarese, tra Borgomanero ed Arona, nelle vicinanze del Parco Naturale Valle del Ticino e del Parco Lagoni di Mercurago. Il territorio è coperto per la maggior parte dalla presenza di vaste zone boschive, pascoli, brughiere e molte vigne. In zona il periodo medievale ha lasciato numerose testimonianze dell’architettura romanica, tra queste: le rovine della Basilica di San Martino, poste in un bosco a nord dell'abitato sull'antica via che conduce a Borgo Agnello e San Grato. Lo spunto per visitare questa antica costruzione lo abbiamo avuto consultando il sito “ itinerarium ”, un interessante sito web che si prefigge di far conoscere il territorio che spazia dalle alte vette dell’Ossola, fino alla pianura novarese. Lasciata l’auto nei comodi parcheggi di Via Piola ci incamminiamo lungo i sentieri battuti nei boschi del Comune di Gattico–Veruno. Dopo un breve, si arriva all’Oratorio di Sant’Andrea, ubicato nei pressi di quella che fu la fortificazione “castellaccio”. La piccola chiesa dedicata a Sant'Andrea, si trova inglobata in una cascina fuori dal centro urbano, annesso ad un’abitazione privata non è visitabile. Dal sentiero che porta al bosco rimane ben visibile l’abside in pietra con le sue decorazioni. Proseguendo verso nord si percorre il sentiero che entra nei bosco e si raggiungono i resti della chiesa di San Martino un’affascinante rovina di una chiesa plebana già menzionata nella bolla papale di Innocenzo II, nel 1132. La storia della chiesa è raccontata da un cartello situato nei pressi dell'ingresso: la costruzione, oggetto di un recente restauro, è da tre secoli scoperchiata: ciononostante si rimane impressionati dalla maestosità della grandiosa struttura architettonica. La chiesa venne abbandonata in seguito ai danni subiti, forse a causa di un incendio. Parte delle sue pietre vennero utilizzate nel 1630 per la costruzione del campanile della Chiesa parrocchiale di Gattico. Prima di incamminarci in direzione della zona in cui si trova il Sass Malò, visitiamo la chiesa di Gattico dedicata ai Santi Cosma e Damiano. Terminata la visita alla Parrocchiale, continuiamo nel cammino e attraversiamo la strada provinciale per seguire il sentiero che entra nel bosco di Gattico e raggiungiamo la zona in cui si trova il Sass Malò. Osservato l’imponente masso erratico iniziamo il percorso di ritorno che ci riporta di nuovo a raggiungere la Pieve di San Martino da cui seguiamo il sentiero che si sviluppa per un buon tratto a fianco dell’autostrada A 26 fino a pervenire in prossimità dello svincolo di Arona da cui, piegando a sinistra, si ritorna al punto in cui abbiamo lasciato l’auto chiudendo in tal modo l’anello di questo comoda e tranquilla camminata.

CURIOSITÀ

Poco distante dalla strada statale che collega Gattico a Comignago, si trova un masso erratico di serpentino verde derivato dall’ultima glaciazione, alto quattro-cinque metri, largo quattro e lungo circa otto conosciuto come Sass Malò. Questi grandi blocchi di roccia, chiamati anche massi delle streghe, venivano trasportati a fondovalle dai ghiacciai che ritirandosi lasciavano questi enormi detriti a ridosso di tutto l’arco alpino. Queste rocce, considerate sacre nell’antichità, si ritiene che fossero meta di donne che andavano a strofinarsi contro il ventre per favorire la fertilità. Dal tentativo della chiesa di contrastare questi culti ed usanze sembra derivi il nome del masso: Sas Malò in una antica mappa questa località è citata come "Malo Loco", ossia "luogo malvagio". La tradizione vuole che sia stato depositato in quel luogo da perfide streghe durante un'alluvione. Secondo la leggenda, sotto il masso, si trova il covo delle megere, tra cui la famosa Mangia Matài, ovvero la strega mangia bambini.