Come arrivarci:
Dalla A26 uscire ad Arona e prendere Via per Borgomanero
seguendo le indicazioni per Gattico. Raggiunto
il distributore Total Erg, parcheggiare sul lato opposto
della strada.
Il
Comune di Gattico, con le sue due frazioni di Maggiate
Superiore e Maggiate Inferiore, è ubicato nella zona
collinare del medio novarese, tra Borgomanero ed Arona,
nelle vicinanze del Parco
Naturale Valle del Ticino e
del Parco
Lagoni di Mercurago.
Il territorio è coperto per la maggior parte dalla
presenza di vaste zone boschive, pascoli, brughiere e
molte vigne. In zona il periodo medievale ha lasciato
numerose testimonianze dell’architettura romanica, tra
queste: le rovine della Basilica
di San Martino,
poste in un bosco a nord dell'abitato sull'antica via
che conduce a Borgo Agnello e San Grato. Lo spunto per
visitare questa antica costruzione lo abbiamo avuto
consultando il sito “ itinerarium ”, un interessante
sito web che si prefigge di far conoscere il territorio
che spazia dalle alte vette dell’Ossola, fino alla
pianura novarese. Lasciata l’auto nei
comodi parcheggi di Via Piola ci incamminiamo
lungo i
sentieri battuti nei boschi del
Comune di Gattico–Veruno. Dopo un breve, si arriva all’Oratorio
di
Sant’Andrea,
ubicato nei pressi di quella che fu la fortificazione
“castellaccio”. La piccola chiesa dedicata a
Sant'Andrea, si trova inglobata in una cascina fuori dal
centro urbano, annesso ad un’abitazione privata non è
visitabile. Dal sentiero che porta al bosco rimane ben
visibile l’abside
in pietra con le sue decorazioni.
Proseguendo verso nord si percorre il sentiero che entra
nei bosco e si raggiungono i resti della
chiesa di San Martino un’affascinante
rovina di una chiesa plebana già menzionata nella
bolla papale di Innocenzo II, nel 1132. La storia della
chiesa è raccontata da un
cartello situato nei pressi dell'ingresso: la
costruzione, oggetto di un recente restauro, è da tre
secoli scoperchiata: ciononostante si rimane
impressionati dalla
maestosità della grandiosa struttura architettonica.
La chiesa venne abbandonata in seguito ai danni subiti,
forse a causa di un incendio. Parte delle sue pietre
vennero utilizzate nel 1630 per la costruzione del
campanile della
Chiesa parrocchiale di Gattico. Prima di
incamminarci in direzione della zona in cui si trova il
Sass Malò, visitiamo la chiesa di Gattico dedicata ai
Santi Cosma e Damiano. Terminata la visita alla
Parrocchiale, continuiamo nel cammino e attraversiamo la
strada provinciale per
seguire il sentiero che entra nel bosco di Gattico e
raggiungiamo la zona in cui si trova il
Sass Malò. Osservato l’imponente masso
erratico iniziamo il
percorso di ritorno che ci riporta di nuovo a
raggiungere la
Pieve di San Martino da cui seguiamo il sentiero che
si sviluppa per un buon tratto a
fianco dell’autostrada A 26 fino a pervenire in
prossimità dello svincolo di Arona da cui, piegando a
sinistra, si ritorna al punto in cui abbiamo lasciato
l’auto chiudendo in tal modo l’anello di questo comoda e
tranquilla camminata.
CURIOSITÀ
Poco distante dalla
strada statale che collega Gattico a Comignago, si trova
un masso erratico di serpentino verde derivato
dall’ultima glaciazione,
alto quattro-cinque metri, largo quattro e lungo circa
otto conosciuto come Sass Malò.
Questi grandi blocchi
di roccia, chiamati anche massi
delle streghe,
venivano trasportati a fondovalle dai ghiacciai che
ritirandosi lasciavano questi enormi detriti a ridosso
di tutto l’arco alpino. Queste rocce, considerate sacre
nell’antichità, si ritiene che fossero meta di donne che
andavano a strofinarsi contro il ventre per favorire la
fertilità. Dal tentativo della chiesa di contrastare
questi culti ed usanze sembra derivi il nome del masso:
Sas Malò in una antica mappa questa località è citata
come "Malo Loco", ossia "luogo malvagio". La tradizione
vuole che sia stato depositato in quel luogo da perfide
streghe durante un'alluvione. Secondo la leggenda, sotto
il masso, si trova il covo delle megere, tra cui la
famosa Mangia Matài, ovvero la strega mangia bambini.
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