Val Divedro

Alpe Veglia

 
 Gita effettuata in data : 21-Agosto-2022                                                    

 Partenza da: Pontecampo m. 1320
 Dislivello totale m :1200
 Difficoltà : E
 Durata itinerario h: 7,00

Come arrivare:
 Si percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi si procede lungo la SS 33 del Sempione sino alla seconda uscita per Varzo. Giunti a Varzo, si abbandona la SS33 e si devia in direzione di San Domenico, che si raggiunge in 12 km. E’ possibile parcheggiare gratuitamente qui o proseguire per 2 km fino a Ponte Campo, dove termina la strada. Qui si paga una piccola tariffa giornaliera per la sosta, ma si risparmia mezz’ora di cammino su strada asfaltata.

Come dice il proverbio: "non c'è due senza tre...ee il quartovien da sè" per cui mi trovo nuovamente con l'amico Flavio (www.cappef.com) per effettuare la quarta escursione dell’ultimo periodo ad un lago, e decidiamo di salire a visitare il Lago d’Avino per cui ci indirizziamo alla volta dell’Alpe Veglia. Raggiunta la località Ponte Campo iniziamo a salire lungo il percorso che ci porterà a raggiungere l’Alpe Veglia. Attraversiamo il torrente Cairasca, che con le sue acque tumultuose forma bellissimi spruzzi che saltano sulle rocce, e prendiamo a destra il sentiero che supera l’agriturismo e attraversa i prati, delimitati da quel che resta delle caratteristiche staccionate, e inerpicandosi raggiunge la gippabile, una strada lastricata ampia e agevole, utilizzata dai mezzi agricoli che servono il parco, ma vietata ad altri veicoli. Il percorso si sviluppa ora in forte pendenza e, risalendo i numerosi tornanti che si affacciano sulla profonda gola in cui scorre il torrente, raggiungiamo il crinale erboso su cui è stata edificata la Cappella del Groppallo m. 1723. Piccolo e semplice edificio religioso realizzato nel XVI secolo per offrire conforto e riparo ai viandanti affaticati sulla via dell'Alpe Veglia. La costruzione è in pietra a secco e ben tenuta all'interno. La carrabile ora spiana e prosegue in falsopiano, costeggiando la stupenda e grandiosa forra scavata dal torrente che scorre un centinaio di metri più in basso. Mentre ci avviciniamo alla piana su cui sorgono i vari nuclei che costituiscono il comprensorio dell’alpe, già si intravedono le cime del Veglia che fanno capolino fra gli alberi, alle nostre spalle il gruppo del Cistella sembra che sorvegli il nostro cammino, mentre la conca di Nembro si allontana sempre più dalla nostra vista. La giornata limpida ci permette di godere appieno del favoloso spettacolo che ad ogni passo si presenta davanti ai nostri occhi e giungiamo così alla “ porteja ” il muretto che delimita e rappresenta l’ingresso nel territorio dell’Alpe Veglia dove sorge “ la Casa del Parco”, punto informazioni del Parco Naturale e abitazione dell’Azienda Agricola de Giuli. Raggiunto e superato il caratteristico ponte in pietra ci troviamo al bivio e prendiamo la deviazione a sinistra per raggiungere Cianciavero che ci appare ai margini di una verde foresta di abeti a cui fa da sfondo il magnifico ed imponente Monte Leone che si staglia in un cielo blu cobalto. Recentemente un gruppo di volontari ha ripristinato il vecchio sentiero che un tempo gli alpigiani utilizzavano per portare le mucche al pascolo nei pianori del lago d’Avino (ul bujin dal vacc), vogliamo pertanto salire al lago seguendo questo “ nuovo “ sentiero descritto come meno impegnativo e molto più panoramico rispetto al sentiero solitamente praticato. Da Cianciavero ci indirizziamo a sinistra in direzione delle Marmitte dei Giganti, poco prima di raggiungerle, un cartello di legno sulla palina indica la direzione da seguire per il nuovo percorso. Attraversiamo il Torrente Cianciavero e, continuando a seguire le indicazioni della tradizionale segnaletica rossa e bianca, entriamo nel bosco per poi transitare nei pascoli di Cirola dirigendoci verso la Costa di Valgrande. Il sentiero continua in salita sino a confluire nel percorso proveniente dal Passo del Croso. Sopra di noi incombe il Pizzo Valgrande di Vallè che risplende in tutta la sua bellezza e il cielo terso ce lo fa apparire ancora più vicino pertanto decidiamo di abbandonare il nuovo percorso e voltiamo a sinistra in direzione del Pizzo. La salita si fa ancora più ripida e a fatica raggiungiamo le pendici della montagna che ci sovrasta dove occhieggia un piccolo laghetto che interrompe la monotonia della pietraia circostante. Io mi fermo qui a riposare dalle fatiche della salita mentre Flavio prosegue per raggiungere la cima. Finalmente liberato dalla mia zavorra, con il suo passo agile e svelto, in un attimo risale il sentiero che fra magri pascoli e intervallandosi alla vasta pietraia raggiunge lo sfasciume della vetta, localizzata da un arrugginito cartello e da un ometto di pietre (2531 mt.,) dove ad attenderlo si è schierato il comitato di accoglienza. La cima è un bellissimo balcone a sbalzo sul sottostante vallone di Nembro da cui ci si affaccia sull’impressionante baratro che precipita per oltre mille metri verso la strada del Veglia. La vista sulla imponente triangolare parete est del Monte Leone, è a dir poco fantastica, lo sguardo è calamitato dall’enorme massa rocciosa che piomba sul Lago d’Avino. Scattate le foto di rito molto velocemente scende a raggiungermi e insieme continuiamo il cammino arrivando alla sommità del costone che risulta leggermente più alto rispetto alla diga da cui si ha una splendida vista su tutta la conca che racchiude il bacino lacustre. Il Lago d'Avino, in origine laghetto alpino naturale, poi innalzato di livello con la costruzione dello sbarramento, costruito fra il 1911 e il 1913, si trova ad una quota di 2246 m. incastonato fra gli imponenti bastioni del Monte Leone, che si specchia nelle sue acque, e della cresta che si prolunga a sinistra fino alla Punta di valgrande mentre alle nostre spalle si ammirano le cime che chiudono la piana del Veglia, dalla Punta di Terrarossa alla Punta di Boccareccio e ancora più a destra il Diei e il Cistella. Mentre sostiamo a contemplare lo spettacolo che si para davanti ai nostri occhi, notiamo che dal lago non parte nessuna condotta, ma il lago scarica direttamente nel torrente che ridiscende la valle fino all'Alpe Veglia, da cui parte una galleria che in 13km circa scarica nel Lago di Agaro, inoltre è curioso sapere che 1500m. sotto i nostri piedi si trova il tunnel ferroviario del Sempione, tra Iselle (Italia) e Briga (Svizzera). Dopo aver osservato la desolante situazione in cui versano le acque del lago, ci incamminiamo lungo la via del ritorno. Percorso il muraglione della diga, prendiamo il sentiero sulla destra (F30) che superato un primo tratto su roccia, poi scende nei prati fino al piccolo e suggestivo Lago delle Streghe incastonato nella stupenda piana dell’Alpe Veglia. Da qui si arriva sulla piana del Veglia e quindi per la strada gippabile si rientra a Ponte Campo.

Ringrazio Flavio per avermi fatto compagnia in questa escursione, e i volontari che hanno ripulito e reso nuovamente percorribile questo antico sentiero caduto in disuso, permettendo agli escursionisti di realizzare un percorso ad anello ai piedi del Monte Leone godendo della fantastica vista d’insieme sulla conca di Veglia.