Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce,
proseguire seguendo la Statale del Sempione, sino
all’uscita di Piedimulera, dove si imbocca la SS549
della Val Anzasca che si percorre in tutta la sua
lunghezza,
raggiungendo la frazione di Pecetto dove si parcheggia
nei pressi del centro sportivo.
Era
il 2006 quando salimmo per la prima volta all’Alpe
Bletza, gita poi ripetuta nel 2012, ora è venuto il
momento di ripetere questa bella escursione per vedere
se nel frattempo sono intervenuti cambiamenti di
carattere ambientale. Lasciata l’auto nello spazioso
parcheggio senza alcuna limitazione, ci incamminiamo
lungo la strada pedonale che conduce al vecchio cimitero
di
Macugnaga, superiamo il vecchio tiglio ( il simbolo
di Macugnaga ) e piegando a destra attraversiamo la
statale e scendiamo a superare il
Torrente Anza per raggiungere l’abitato
di Opaco dove troviamo il suo
antico forno ben ristrutturato. Superato il vecchio
forno raggiungiamo la pista da fondo con la
cappelletta degli Inglesi. A sinistra della
cappelletta prende
avvio il sentiero che entra nel bosco di Bord e
si inerpica rapidamente lungo gli scoscesi tornanti
fino ad uscire in una zona più aperta dove ci immettiamo
sul “ sentiero a ricordo dei cacciatori ” inaugurato nel
2002.
Procedendo incontriamo una
palina segnaletica con indicate diverse località,
noi procediamo a sinistra, abbandonando il sentiero che
a destra sale al Lago Secco.Continuando
nel bosco raggiungiamo la
località Usserbuord e altre deviazioni che
tralasciamo.Su terreno aperto superiamo
l’irriconoscibile
Rio Leingrabe, desolatamente a secco, incontrando
poco dopo il
sentiero che arriva da Ronco. Superiamo
una
zona molto esposta alla caduta di valanghe (quando
nevica...va), la
piega assunta
dalle piante testimonia l’impeto
con cui scendono a valle. Siamo nella zona
indicata sulla carta GeoMap come Zona del Maggiociondolo
lungo il percorso del Sentiero Natura con
alcuni tratti ricoperti da quel che è rimasto
dell’ultima nevicata. Procediamo, prima in piano e poi
con dolci saliscendi compiendo un ampio
giro verso fondovalle fino a che, dopo una
breve risalita, usciamo dal bosco ritrovandoci agli
abbeveratoi dell’Alpe
Bletza (m.1.699) ,
ritroviamo ancora in buono stato di conservazione e
lasciati a ricordo del loro importante ruolo al servizio
delle mandrie e greggi che popolavano queste alture.Poco
distante una
fontana con vasca di sasso (installata nel 2005 a
cura della Società Cacciatori di Macugnaga) . Prima di
intraprendere la via di discesa ci accomodiamo nei
pressi della fontana per consumare il
nostro pranzo godendoci il
notevole panorama con le alte cime che ci fanno da
corona. Riempiti lo stomaco e ancor di più gli occhi, ci
avviamo sul sentiero B41 che ci condurrà a Quarazza.
Lungo il sentiero incontriamo delle sculture
scolpite su alberi morti che raffigurano una serie
di volti di gnomi e folletti dei boschi e ci va di
denominare questo tratto di percorso come “ il sentiero
delle sculture ”. Raggiungiamo la
località In d’Urstugo (m.1530) da cui si ha una
prima visione del lago di Quarazza, angosciosamente
in secca, e dopo una
breve sosta sulle sue rive procediamo seguendo le
numerose indicazioni dei vari percorsi in direzione di
Motta. Incontriamo dei
bellissimi cavalli e una curiosa
casa sull’albero che anticipa l’arrivo a Isella che
superiamo prima di ritornare ad Opaco per risalire alla
Chiesa Vecchia dove ci soffermiamo a guardare estasiati
il trecentesco
Vecchio Tiglio che nonostante i suoi acciacchi e i
numerosi interventi di mantenimento subiti in più di
settecento anni, ancora sopravvive fiero di essere il
vero simbolo della comunità locale rimasto, unitamente
alla Chiesa Vecchia, come preziosa testimonianza del
popolo Walser. Da questo punto non ci resta che una
brevissima moderata salita per far ritorno al punto da
cui siamo partiti per questa sempre gratificante
escursione nel comprensorio di Macugnaga.
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