Come arrivarci:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire
sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di
Montecrestese. Di qui si prosegue sulla SS 659 delle
valli Antigorio e Formazza, si superano Crodo e Baceno
per poi raggiungere Formazza che dista km. 36 da
Domodossola. Si supera la Cascata del Toce e si
parcheggia l’auto all’ingresso del paese di Riale.
Gita
effettuata in compagnia di Peppo e Lucia. Il lago di
Brunni è un piccolo laghetto di forma pressoché
arrotondata adagiato lungo le pendici del Corno Brunni
che scendono verso la piana di Riale e che date le sue
ridotte dimensioni,è uno dei pochi sfuggiti allo
sfruttamento idroelettrico. Ci ritroviamo con Peppo in
quel di Gravellona,dove lasciamo un’auto e con l’altra
raggiungiamo la piana di Riale m.1728. Sono circa le
nove quando arriviamo nella zona adibita alla sosta,che
vista la splendida giornata , già presenta un
consistente numero di auto parcheggiate.Calzati gli
scarponi, ci incamminiamo lungo
la
carrabile che sale al Passo San Giacomo.Ai nostri
occhi s’apre un nuovo scenario e nell’azzurro del cielo
si stagliano il
Corno di ban e ancora il Rothorn e il Bettelmatthorn.
La strada corre pianeggiante e giunge al
Rifugio Maria Luisa, di proprietà della sezione (
CAI Busto Arsizio). Dal rifugio
saliamo a sinistra seguendo la pista che porta in
Val Rossa;e dopo aver superato il cippo Castiglioni),si
devia verso la baita Darioli davanti al quale sgorga da
una
fontana in cemento una gelida acqua.Ci inoltriamo a
sinistra per attraversare il ruscello e superare anche
la condotta forzata ( ecologicamente dipinta di verde )
che imbriglia le acque del Rio Valrossa per deviarle al
lago del Castel .Proseguiamo su
tracce di sentiero, sempre ben evidenti, a risalire
l’erta costola erbosa che ci immette nel Vallone
delle Marmotte; proseguendo seguiamo il torrente che
scende dal laghetto e con percorso libero risaliamo i
ripidi prati, raggiungendo la sommità del vallone nei
pressi della dorsale che scende dal Corno Mutt; qui
volge decisamente a sinistra , e attraversando in
direzione della base meridionale della cresta del Corno
Brunni, compiendo
un percorso a semicerchio, raggiungiamo un ennesimo
dosso erboso, mentre tra la vegetazione che ricorda le
praterie peruviane ,emergono qua e là radi cespugli di
artemisia glaciale, la pianta officinale che
opportunamente distillata dà origine al genepì. Superata
quest’ultima, in breve
appare quasi d’improvviso il laghetto ancora
semicoperto dalla neve , che adagiato in una
conca chiusa dalle dorsali dell’omonimo corno è
visibile solo all’ultimo momento. Qui sostiamo e ci
rifocilliamo, contemplando le meraviglie naturali che
circondano lo
splendido specchio d’acqua dominato dall’imponente
mole dell’omonimo corno sovrastante che è raggiungibile
con un’altra ora di cammino. Riempita, la pancia e
riposate le nostre stanche membra,
iniziamo la discesa seguendo in parte il
percorso effettuato in salita sino a raggiungere
nuovamente la baita con antistante fontanone, dalla
quale scendiamo direttamente al
Rif. Maria Luisa. Per oggi ne abbiamo avuto
abbastanza e dopo un caffè al rifugio Maria Luisa
riscendiamo a valle transitando dalla
scorciatoia anche se la pendenza non concede
distrazioni di sorta. In breve raggiungiamo il punto in
cui è parcheggiata l’auto
![](../../Cartella%20anno%202008/Uso%20sito%202008/home%20005.gif) |