Accesso stradale:
Percorrere la A26
in direzione nord fino all’uscita di Arona. Prendere lo
svincolo per Borgomanero e proseguire lungo la SP142
fino a svoltare sulla destra entrando in via Alto
Vergante, indicazioni Invorio, ed in breve si raggiunge
Mescia.
Per completare quello che abbiamo chiamato “ il trittico
delle torri” oggi abbiamo in programma la visita alla
Torre Viscontea
di Invorio, simbolo della cittadina la torre sorge al
centro dell’abitato. Per questa camminata facciamo
nuovamente ricorso al sito di “Itinerarium”
dal quale, vista la precedente occasione, abbiamo tratto
utili informazioni e la traccia GPS molto di aiuto per
camminare all’interno dei folti boschi dell’area
circostante Invorio il cui territorio, prevalentemente
collinare, è ricoperto per oltre la metà da boschi. Il
paese di Invorio, di probabili origini celtiche, situato
in un’ottima e tranquilla posizione, rappresenta la “
Porta sud del Vergante”, a metà strada tra il Lago
Maggiore ed il Lago d’Orta ha costituito nei tempi
antichi un interessante luogo di interesse artistico e
strategicamente molto importante per la sua posizione di
cerniera tra il limite del Vergante e il Novarese,
rappresentando il punto di difesa dalle espansioni dei
Novaresi che puntavano a Nord. Ci rechiamo di nuovo a
Mescia da cui prende avvio questo itinerario che ci
porterà a visitare il centro di Invorio e la Torre
Viscontea. Lasciata l’auto attraversiamo la SP34 e ci
incamminiamo verso la
frazione Sereia
da cui procediamo, su asfalto, in direzione di
Cascina Cascinetta
e della successiva
Cascina Moredo
da cui proseguiamo sino a raggiungere il cimitero di
Invorio, che lasciamo sulla sinistra, per immetterci
sulla SP 34 che seguiremo per un buon tratto per
arrivare ad Invorio dove ci rechiamo a visitare la
Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e
Paolo,
il cui nucleo originale risale al 1200. La chiesa si
trova sulla destra del signorile
Palazzo
Comunale,
che accorti interventi di manutenzione hanno riportato
alla sua autentica essenziale ideazione risalente al
1876. Lungo il perimetro del sagrato si sviluppa la
Via Crucis a Cappelle
risalente al 1755. Attraversiamo il centro storico per
raggiungere la zona in cui sorge il Castello con la sua
svettante Torre,
in zona sono numerosi i segni del passato visconteo e
medievale del borgo. Numerose cappelle, fregi e stemmi
sui portali delle abitazioni sono state in gran parte
mantenute nelle strutture originali che arredano il
centro con eleganza. All’ingresso del Castello spicca il
biscione,
l'emblema della casata nobiliare dei Visconti, uno dei
simboli più famosi della città di Milano. La torre
costruita in blocchi di sasso squadrati e lavorati, è
alta 17 metri è contornata da una merlatura a coda di
rondine. Come in tutte le costruzioni di questo tipo, la
porta d’ingresso si apre a cinque metri dal suolo ed è
sormontata da una targa marmorea raffigurante lo stemma
dei Visconti e ad essa è legata la
leggenda di Margherita Pusterla
e degli intrecci amorosi a corte. Procediamo per recarci
in località Schiesa a visitare l’imponente
“lavatoio
pubblico”,
importante testimonianza storica, completamente
realizzato in cemento armato nel 1931, purtroppo chiuso
e ridotto a deposito comunale. Uscendo dal paese,
iniziamo a seguire il
percorso vita
che ci porta a sbucare su Via Curioni che percorriamo
fino a pervenire in Piazza Manzetti dove sorge la
piccola
Chiesa di Santa Marta,
databile attorno al XV secolo. Ritorniamo verso il
Municipio, seguiamo per un breve tratto Via Cesare
Battisti per poi deviare per Via Bellosta dove inizia il
“ Percorso della memoria ”
che entra nel bosco. Lungo il cammino sono stati
posizionati alcuni
tabelloni didattici
che commemorano l’Eccidio di San Marcello avvenuto il 28
Marzo 1945. Percorso un lungo tratto boscato,
raggiungiamo Barquedo dove sorge la
chiesa risalente al 1648
dedicata ai Santi Grato e Maurizio per poi di seguito
proseguire per far ritorno a Mescia dove chiudiamo
l’anello. Rilassante camminata da effettuare senza
fretta visitando gli angoli più caratteristici della
cittadina di cui non si può fare a meno di apprezzare,
l’ordine e la bellezza con cui è tenuta.
La leggenda di Margherita Pusterla a Invorio
Bellissima cugina di
Galeazzo e Luchino Visconti,
Margherita fu la moglie di Francesco, rampollo del
nobile casato dei Pusterla.
Margherita,
oggetto del desiderio di Luchino, informò il marito
delle ripetute avance del cugino. Francesco, alla
ricerca di vendetta, si unì in una spedizione ai danni
dei Visconti ma, scoperta la tresca, il Signore di
Milano mise in atto una rappresaglia, costringendo
Francesco a fuggire ad
Avignone
e imprigionando Margherita in una segreta del castello.
Spie istruite da Luchino si recarono in Francia e
cercarono di convincere il perseguitato a tornare in
Italia, descrivendogli una situazione politica milanese
del tutto falsa e garantendogli che Luchino fosse alla
fine del suo dominio politico.
Fiducioso, Francesco sbarcò al porto di Pisa nell'agosto
del 1341 scontrandosi con le bugie alle quali aveva
prestato fede: verrà arrestato e portato al patibolo con
la moglie e i figli, nel Broletto di Milano.
Fra
storia e leggenda,
ancora oggi si dice che lo spirito di Margherita risieda
nel castello, nel quale la leggenda vuole che sia stata
murata viva. Una
via del piccolo borgo
di Invorio è ancora dedicata alla bellissima ma
sfortunata nobildonna,
Margherita Pusterla.
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