Accesso stradale:
Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano/Ghemme,
quindi SS299 per Alagna; arrivati a Balmuccia, si
abbandona la statale, si piega a destra e si risale la
strada provinciale della Val Sermenza arrivando dopo 10
Km. nell’ampia conca di Rimasco m. 906, in parte
occupata da un bacino artificiale, creato nel 1925 per
la produzione di energia elettrica. A ridosso della
chiesa si piega a destra e si prosegue sulla SP 11 sino
a raggiungere Carcoforo.I
a
Val Sermenza, è anche chiamata Val Pitta in dialetto
Valsesiano per distinguerla dalla più importante Val
Grande che sale ad Alagna, inizia a Balmuccia e scorre
dritta verso nord, fino a giungere, dopo 13 chilometri,
a Rimasco, dove si divide in due ulteriori vallate,
volgendo a sinistra si sale verso Rima, proseguendo
sulla destra si raggiunge Carcoforo. Dopo aver percorso
diversi chilometri incassati nella valle, giunti nei
pressi della chiesa della Madonna del Gabbio Grande, la
valle si allarga in una luminosa conca, circondata da
numerose cime e colli. Per entrare in paese si varca
“l'Arch
'd la Buna Acugliénsa”,
costruito nel 1743 e restaurato nel 1929, conservato con
cura e singolare biglietto da visita, del luogo.
Superato l’arco, sulla destra, è visitabile la
Chiesa della Madonna delle Grazie,
costruita nel 1667. Poco prima di giungere a Carcoforo,
sulla destra orografica del torrente Egua, si trova una
deliziosa chiesetta, "La Madonna del Gabbio", intorno
alla quale si tramanda di generazione in generazione una
particolare leggenda. Guidati dallo snello campanile, ci
incamminiamo verso il centro risalendo le strette
viuzze, fra selciati centenari e stretti passaggi che
separano le curate, tipiche case, giungiamo nella zona
dove sorgono una vicina all’altra: la
chiesa
parrocchiale di Santa Croce,
l’Oratorio della Madonna delle Grazie e la Casa
Parrocchiale. Il paese è uno dei più piccoli in Valsesia
per numero di abitanti e nel 1991 è stato eletto dalla
rivista Airone il “ villaggio ideale d’Italia
”.
Dopo aver ammirato
l’abitato dallo stile tipicamente alpino, partiamo per
la nostra escursione che ci porterà a visitare gli
alpeggi alti di Carcoforo. Raggiungiamo le case a monte
dell’abitato e ci incamminiamo
lungo il sentiero 122
che innalzandosi fra i
prati,
raggiunge il punto panoramico da cui si ha uno stupendo
colpo d’occhio sul paese
e sugli appezzamenti
che si susseguono in fascie concentriche attorno al
villaggio. Passanto a fianco del “ Gezgét dal Tórbe
”
la Cappelletta delle
Torbe, si continua in
moderata salita
sino a raggiungere il
bivio
per il sentiero 121 a
quota (1550 mt.) che sale in direzione del Passo del
Laghetto. Seguiamo questo segnavie e superiamo il “
Cröös dal Pasun
”,
Rio Passone, affluente di destra del Torrente Egua che
forma a monte del sentiero una bella cascata,
percorriamo un tratto in un
arioso lariceto
fino a raggiungere l’Alpe
Passone
(1750 mt.). Lasciato a
sinistra il sentiero 119 che sale al Passo della Moriana,
superiamo nuovamente
il Rio Passone per
salire all’Alpe
Busacca del Passone
(1988 mt.)che
sorge sulle pendici
dell’omonimo corno. In
breve si raggiunge la deviazione per il sentiero 121a
che volgendo a sinistra conduce all’Alpe Pisse Belle, e
subito dopo a destra la deviazione per il 122a
che, raccordandosi al 122 permette di rientrare a
Carcoforo dopo aver compiuto un bel giro ad anello.
Percorriamo questo raccordo che ci porta ad
attraversare l’insellatura
a monte dell’alpe per
proseguire nell’ampio vallone e giungere alla stazione
di alpeggio dell’Alpe
Giasét
(2128 mt.). Pur
essendo il primo giorno d’autunno, la temperatura ancora
estiva, l’aria tersa e una giornata super, ci permettono
di godere di uno spettacolo grandioso e lo sguardo
spazia a tutto tondo
sulle innumerevoli montagne che fanno da corona a questa
magnifica conca e si ha l’impressione di poter toccare
con mano la
Capanna Margherita
che si erge in tutta
la sua magnificienza sullo sfondo di un cielo blu
cobalto. Al cospetto di un così grande spettacolo, ci
concediamo la
sosta pranzo
al termine del quale riprendiamo il cammino
iniziando la discesa
e perveniamo al
Pian delle Ruse
(2015 mt) per arrivare successivamente al punto in cui
si incontra
il
sentiero 122
che sale a raggiungere il Colle d’Egua. Ora procediamo
in discesa percorrendo la mulattiera che ci porterà a
raggiungere il
Rifugio Boffalora P. Majerna
(1685 mt.). L’edificio, costruito dal comune di
Campertogno, proprietario dell’alpe negli anni Cinquanta
del Novecento, non fu mai utilizzato dai pastori, che
preferirono continuare a utilizzare le vecchie casere di
al Piual. Nel 1981 la sezione CAI di Boffalora stipulò
un contratto decennale con il comune di Campertogno e
trasformò l’edificio in un rifugio alpino che offre
servizio di ristorazione e di pernottamento nella
stagione estiva. Dopo una breve sosta riprendiamo il
cammino e perveniamo al Piual (1637 mt.), un alpeggio
costituito da una mezza dozzina di costruzioni
distribuite ai lati della mulattiera. L’alpeggio
costituisce la stazione inferiore del comprensorio
Piovale-Egua e ogni titolare di diritti di erbatico vi
possedeva una casera. Siamo ora sul classico itinerario
di traversata, da sempre utilizzato per collegare
Carcoforo con la Val Mastallone e la Valle Anzasca,
entrato a far parte del percorso del Grande Sentiero
Walser, della Grande Traversata delle Alpi (Gta), della
Via Alpina e del Sentiero Italia Cai. Discendendo la
bella mulattiera
facciamo ritorno a
Carcoforo
al termine di una stupenda giornata che ci ha consentito
di ammirare uno dei più bei paesaggi della Valsesia.
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