Val Sermenza

Alpeggi di Carcoforo

 
 Gita effettuata in data: 24-settembre-2021                                                    "

 Partenza da: Carcoforo m.1304
 Dislivello totale : m.780
 Difficoltà : E
 Durata totale h: 7.00

Accesso stradale:
Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano/Ghemme, quindi SS299 per Alagna; arrivati a Balmuccia, si abbandona la statale, si piega a destra e si risale la strada provinciale della Val Sermenza arrivando dopo 10 Km. nell’ampia conca di Rimasco m. 906, in parte occupata da un bacino artificiale, creato nel 1925 per la produzione di energia elettrica. A ridosso della chiesa si piega a destra e si prosegue sulla SP 11 sino a raggiungere Carcoforo.
I

 

a Val Sermenza, è anche chiamata Val Pitta in dialetto Valsesiano per distinguerla dalla più importante Val Grande che sale ad Alagna, inizia a Balmuccia e scorre dritta verso nord, fino a giungere, dopo 13 chilometri, a Rimasco, dove si divide in due ulteriori vallate, volgendo a sinistra si sale verso Rima, proseguendo sulla destra si raggiunge Carcoforo. Dopo aver percorso diversi chilometri incassati nella valle, giunti nei pressi della chiesa della Madonna del Gabbio Grande, la valle si allarga in una luminosa conca, circondata da numerose cime e colli. Per entrare in paese si varca l'Arch 'd la Buna Acugliénsa, costruito nel 1743 e restaurato nel 1929, conservato con cura e singolare biglietto da visita, del luogo. Superato l’arco, sulla destra, è visitabile la Chiesa della Madonna delle Grazie, costruita nel 1667. Poco prima di giungere a Carcoforo, sulla destra orografica del torrente Egua, si trova una deliziosa chiesetta, "La Madonna del Gabbio", intorno alla quale si tramanda di generazione in generazione una particolare leggenda. Guidati dallo snello campanile, ci incamminiamo verso il centro risalendo le strette viuzze, fra selciati centenari e stretti passaggi che separano le curate, tipiche case, giungiamo nella zona dove sorgono una vicina all’altra: la chiesa parrocchiale di Santa Croce, l’Oratorio della Madonna delle Grazie e la Casa Parrocchiale. Il paese è uno dei più piccoli in Valsesia per numero di abitanti e nel 1991 è stato eletto dalla rivista Airone il “ villaggio ideale d’Italia ”. Dopo aver ammirato l’abitato dallo stile tipicamente alpino, partiamo per la nostra escursione che ci porterà a visitare gli alpeggi alti di Carcoforo. Raggiungiamo le case a monte dell’abitato e ci incamminiamo lungo il sentiero 122 che innalzandosi fra i prati, raggiunge il punto panoramico da cui si ha uno stupendo colpo d’occhio sul paese e sugli appezzamenti che si susseguono in fascie concentriche attorno al villaggio. Passanto a fianco del “ Gezgét dal Tórbe la Cappelletta delle Torbe, si continua in moderata salita sino a raggiungere il bivio per il sentiero 121 a quota (1550 mt.) che sale in direzione del Passo del Laghetto. Seguiamo questo segnavie e superiamo il “ Cröös dal Pasun , Rio Passone, affluente di destra del Torrente Egua che forma a monte del sentiero una bella cascata, percorriamo un tratto in un arioso lariceto fino a raggiungere l’Alpe Passone (1750 mt.). Lasciato a sinistra il sentiero 119 che sale al Passo della Moriana, superiamo nuovamente il Rio Passone per salire all’Alpe Busacca del Passone (1988 mt.)che sorge sulle pendici dell’omonimo corno. In breve si raggiunge la deviazione per il sentiero 121a che volgendo a sinistra conduce all’Alpe Pisse Belle, e subito dopo a destra la deviazione per il 122a che, raccordandosi al 122 permette di rientrare a Carcoforo dopo aver compiuto un bel giro ad anello. Percorriamo questo raccordo che ci porta ad attraversare l’insellatura a monte dell’alpe per proseguire nell’ampio vallone e giungere alla stazione di alpeggio dell’Alpe Giasét (2128 mt.). Pur essendo il primo giorno d’autunno, la temperatura ancora estiva, l’aria tersa e una giornata super, ci permettono di godere di uno spettacolo grandioso e lo sguardo spazia a tutto tondo sulle innumerevoli montagne che fanno da corona a questa magnifica conca e si ha l’impressione di poter toccare con mano la Capanna Margherita che si erge in tutta la sua magnificienza sullo sfondo di un cielo blu cobalto. Al cospetto di un così grande spettacolo, ci concediamo la sosta pranzo al termine del quale riprendiamo il cammino iniziando la discesa e perveniamo al Pian delle Ruse (2015 mt) per arrivare successivamente al punto in cui si incontra il sentiero 122 che sale a raggiungere il Colle d’Egua. Ora procediamo in discesa percorrendo la mulattiera che ci porterà a raggiungere il Rifugio Boffalora P. Majerna (1685 mt.). L’edificio, costruito dal comune di Campertogno, proprietario dell’alpe negli anni Cinquanta del Novecento, non fu mai utilizzato dai pastori, che preferirono continuare a utilizzare le vecchie casere di al Piual. Nel 1981 la sezione CAI di Boffalora stipulò un contratto decennale con il comune di Campertogno e trasformò l’edificio in un rifugio alpino che offre servizio di ristorazione e di pernottamento nella stagione estiva. Dopo una breve sosta riprendiamo il cammino e perveniamo al Piual (1637 mt.), un alpeggio costituito da una mezza dozzina di costruzioni distribuite ai lati della mulattiera. L’alpeggio costituisce la stazione inferiore del comprensorio Piovale-Egua e ogni titolare di diritti di erbatico vi possedeva una casera. Siamo ora sul classico itinerario di traversata, da sempre utilizzato per collegare Carcoforo con la Val Mastallone e la Valle Anzasca, entrato a far parte del percorso del Grande Sentiero Walser, della Grande Traversata delle Alpi (Gta), della Via Alpina e del Sentiero Italia Cai. Discendendo la bella mulattiera facciamo ritorno a Carcoforo al termine di una stupenda giornata che ci ha consentito di ammirare uno dei più bei paesaggi della Valsesia.