Come arrivarci:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire
sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di
Montecrestese. Di qui si prosegue sulla SS 659 delle
valli Antigorio e Formazza, giunti a Crodo seguire le
indicazioni per Viceno e Foppiano.
L’autunno, per i colori caldi e variegati dei quali la
natura si riveste emettendo l’ultimo sussulto di
vitalità prima di scivolare nel freddo dell’inverno, è
per noi una delle più belle stagioni dell’anno. È per
apprezzare appieno questi colori digradanti che oggi
abbiamo deciso di effettuare una perfetta gita
autunnale, con un moderato dislivello, da percorrere ad
un ritmo contemplativo che ci permetta di gustare la
molteplicità dei colori che la stagione ci offre. Niente
di meglio quindi che recarci al Passo della Colmine e
camminare lungo la dorsale che divide la Valle Antigorio
dalla Valle Divedro, le due valli del Parco Naturale
Veglia Devero, una zona poco frequentata ma di
particolare bellezza. Raggiunta
Foppiano, lasciamo
l’auto nei pressi dell’Albergo Ristorante Pizzo del
Frate e ci incamminiamo lungo la sterrata seguendo le
indicazioni del
segnavie (G7), mantenendoci a destra,
entriamo nello stupendo bosco di faggi a cui il sole,
che filtra tra le fronde, conferisce
colori dorati e raggiungiamo la radura su cui
sorgono
le baite di Camplero
m. 1380 ,
poco oltre, ad un
bivio, un cartello ci indica le varie
destinazioni. Piegando a sinistra entriamo nuovamente
nell’abetaia, procediamo lungo il sentiero e
raggiungiamo
la solitaria baita di Cavoraga m. 1410,
continuiamo lungo l’ampio e ben marcato tracciato che,
alzandosi gradatamente in diagonale, raggiunge il
Passo della Colmine
m. 1605 .
Le nostre aspettative non vengono deluse e quello che si
presenta alla nostra vista ha semplicemente del
sensazionale, il bosco è un caleidoscopio di colori, ed
il
Monte Leone
si presenta già innevato, in questo scenario ed
all’ombra di monumentali abeti.
Dal passo seguiamo il sentiero che si dirige a sinistra
e percorriamo il sentiero che
si sviluppa, praticamente pianeggiante, sul
lato rivolto verso la Val Antigorio.
Nel folto e spettacolare bosco di abeti, seminascosti
dai grandi tronchi, si innalzano dei grandi
nidi di formica rufa che
già hanno terminato la loro frenetica attività.
Giungiamo ad un nuovo bivio da cui seguiamo le
indicazioni del segnavie
contraddistinto dal N° 33,
giungiamo alla massima elevazione del percorso m. 1725
circa, superiamo una
zona costellata da grossi massi, e come per
incanto, entriamo nella
corte dell’Alpe Genuina
m. 1659 .
Il panorama che ci si presenta da quassù è semplicemente
straordinario, la vista spazia sulla sottostante
Val Divedro e le sue montagne ci sorprendono
con la loro bellezza, il
Pizzo Albiona domina imponente la zona. La
vista scorre a perdita d’occhio e le fotocamere si
surriscaldano, tanti sono gli scorci panoramici da
riprendere: la rilucente
croce metallica, le
baite dell’alpe, la
grande cisterna per la raccolta dell’acqua,
il lungo muro di sassi
posto a delimitare i pascoli dell’alpeggio, i vecchi
abbeveratoi scavati nei tronchi. In questo
angolo di paradiso, sostiamo per consumare il pranzo
godendoci la giornata limpida in cui il cielo terso
esalta il
colore della vegetazione. Terminata la pausa
pranzo, poniamo fine anche alla fase contemplativa e,
molto a malincuore, ci apprestiamo ad abbandonare questo
idilliaco luogo.
In compagnia delle nostre ombre, che
allungate sul terreno dal sole radente ci precedono,
iniziamo a scendere seguendo il sentiero fatto in salita
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