Valsesia

 Scopa-Piani Alti

 
 Gita effettuata in data: 22-Gennaio-2020                                                    "

 Partenza da: Scopa  m.622
 Dislivello totale : m.515
 Difficoltà : E
 Effettivo cammino h: 3,00

Come arrivarci: Dall’autostrada A26, uscire a Ghemme/Romagnano Sesia, continuare sulla SS 299 fino a Varallo: da qui la strada per Alagna Valsesia si snoda lungo la Val Grande, superato Balmuccia si raggiunge Scopa dove si parcheggiare nel piazzale davanti al Municipio.
 

In questo periodo le terre basse sono interamente percorribili e regalano panorami bellissimi, giornate soleggiate e limpide invogliano ad effettuare escursioni tematiche alla scoperta di “ antichi tesori ” come il percorso ad anello Scopa-Piani Alti dedicato all’arte: un percorso in cui si incontrano cappelle ed oratori ricchi di affreschi e opere architettoniche tra le più significative della Valsesia e del Monte Rosa. Trovandoci in Valsesia per una veloce commissione, per sfruttare al meglio la giornata, decidiamo di prendere i “ due classici piccioni con una fava ” e quindi conseguire due risultati favorevoli con una sola uscita percorrendo anche uno dei dieci sorprendenti itinerari incastonati tra l’arte e la natura della valle che consentono di conoscere più da vicino l’ambiente e la sua cultura conosciuti come: i Sentieri dell’Arte valsesiani. Per il poco tempo che abbiamo a disposizione, la scelta cade sul facile percorso ad anello che da Scopa, raggiunge i Piani Alti. Scopa è collocata all’inizio della Val Grande del Sesia ed è il più antico abitato di questa prima parte superiore della valle. Il paese sorge in un ampio fondovalle di origine alluvionale che caratterizza la sinistra orografica del Fiume Sesia, il suo territorio si apre fra aperti pascoli, alpeggi e villaggi circondati da un gran numero di cime. Le sue antiche abitazioni, con le coperture dei tetti ancora in piode, testimoniano l’attaccamento a questa terra delle passate generazioni. Passeggiando nel paese, oltre alla chiesa dedicata a San Bartolomeo, sono ancora visibili le carceri, l’antico forno comune e la ghiacciaia, posta nelle cantine dell’attuale sede comunale, oltre a numerosi oratori. La località è nota specialmente per la vicenda legata al passaggio di Frà Dolcino, il frate bollato come eretico dalla chiesa, processato e giustiziato sul rogo nel 1307. L’itinerario che andiamo a percorrere, inizia di fronte al Palazzo Comunale ed è contrassegnato con il segnavia 226 che porta al Monte Ventolaro. Dalla piazza del Municipio, attraversiamo la strada e ci incamminiamo per il sentiero che al suo avvio riporta un pannello didattico. Si entra in un bosco di castagni ed iniziamo a risalire la mulattiera che con svelti e ripidi tornanti porta, ad incontrare il bivio (m770) con il sentiero 226a (26a) proveniente da Salterana e poco dopo l'Alpe Pian del Sasso (m.935). Qui troviamo una cappella anomala per la sua struttura cilindrica, nella parete di fondo è ancora conservato l’affresco della Madonna col Bambino, ai lati sono raffigurati S.Paolo e S. Defendente. Gli affreschi sono datati 1573 e a buona ragione la salita a Pian del Sasso rientra nell’itinerario dei Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia. Entrando in un bel bosco di faggi proseguiamo in salita incontrando il bivio per Ramello ( 226b/26b ), ed in sequenza gli alpeggi: Ca'di Cappello (m.965), Ca'del Vaga (m.982), e superata Ca'd'Elena (o dal Frè) (m.994), raggiungiamo l'Alpe Piana di Biagio (m.1030) situato in una splendida radura con belle “baite” modernamente ristrutturate. Dal prato di quest'alpe, seguendo le indicazioni del segnavie 226c (26c), entriamo in un bosco di faggi dove un cartello indica la direzione da seguire per raggiungere la chiesetta e, in breve ci ritroviamo all’Alpe Gallina m. 1030 costituita da numerosi gruppi di costruzioni, tra le quali sorge l’oratorio della Maddalena, uno dei più antichi di Scopa. La facciata presenta un bel portale decorato, sormontato dall’affresco che riproduce un episodio della vita della Santa, invocata nei periodi di siccità. Lasciato l'oratorio, si attraversa un’alpe adornato da noci e da un ippocastano e giunti a Casa Bertotto (o Porte Verdi), il sentiero prosegue in discesa sino a Casa Clemente o Lovago, qui un cartello indica la direzione da seguire per scendere direttamente a Muro lungo un sentiero un po' tortuoso ( non segnato dalla cartografia CAI ), proseguiamo seguendo i segnavie bianco/rossi che portano a superare una cascata e due torrenti e con un tratto in sali e scendi si raggiunge agevolmente l’alpe Sella. In una zona appartata dell’alpe si intravede tra i faggi l’oratorio di Santa Elisabetta, con la sua bella facciata dalle linee eleganti. Alla Santa si rivolgevano gli alpigiani per supplicare il ritorno del bel tempo. Proseguendo in discesa, lungo un ripido sentiero, si raggiunge l’alpe Pianaccia, attualmente costituita soltanto dai ruderi di una baita; poco distante c’è una cappella che si presenta come un ricovero per viandanti data la presenza di un gradone che poteva servire da panca. Proseguendo in discesa sul sentiero dapprima ripido e poi ad ampi tornanti, si raggiunge la frazione Muro, dove sorge l’oratorio di San Rocco, che sulla parte superiore della facciata riporta raffigurati i S. Patroni Rocco, Fabiano e Sebastiano, venerati per proteggere la comunità dalle epidemie. Da questa frazione Scopa si raggiunge percorrendo circa 700 mt. di strada asfaltata.

Link:http://www.caivarallo.com/wp-content/uploads/2019/10/Valsesia-sentieri.pdf (pag 30-32)