Valsesia

Pizzo Tracciora di Cervatto

 
 Gita effettuata in data: 12-Agosto-2020                                                    "

 Partenza da: Rossa m.813
 Dislivello totale : m.1118
 Difficoltà : E
 Durata totale h: 5,30

Accesso stradale:  Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano /Ghemme. quindi SS299 per Varallo Alagna. Arrivati a Balmuccia, si abbandona la statale, si piega a destra e si risale la strada provinciale della Val Sermenza arrivando poco dopo a Cerva dove si imbocca una strada laterale sulla destra che in tre km porta a Rossa, visibile già dal basso. Si posteggia nel piazzale davanti al municipio.

Il Pizzo Tracciora, nostra meta odierna, è una panoramica cima che si eleva tra la Val Cavaione, una diramazione della Val Sermenza e la Valle del Cervo, laterale della Val Mastallone. Si differenzia dalle altre cime valsesiane, quasi tutte aspre e dirupate, per le sue forme dolci ed arrotondate; ben visibile da gran parte della bassa Valsesia, offre al paese di Rossa un ottimo riparo dai venti freddi provenienti da nord permettendogli di godere di un clima molto mite. Rossa, che fu uno dei primi insediamenti permanenti nella Valle Sermenza, si innalza su di un forte pendio, tanto che le stradine del borgo sono per lo più ripide scalinate. Raggiunto il piazzale del posteggio imbocchiamo, sulla destra, la scalinata che ci porta in breve alle località Fontane m. 840 e Montata m. 940 dove si incontrano le indicazioni per la frazione Piana (m.1059), non lasciatevi ingannare, di piano non c’è assolutamente nulla, per altro ci si arriva dopo avere risalito una ripida mulattiera. La frazione è dotata di due chiesette, entrambe dedicate a S. Giovanni Battista: la più recente ai margini dell'abitato dove inizia il sentiero 402 per Rainero, l'altra, più piccola e vetusta, detta di S. Giovanni il Vecchio, che conserva pregevoli affreschi. Ad un bivio prendiamo l’itinerario che piega a destra seguendo sempre le indicazioni del sentiero contrassegnato dal segnavia 400, proseguiamo inoltrandoci nel fitto bosco e iniziamo a risalire il crinale che ci porterà fino in vetta. Lungo il tracciato si incontrano una moltitudine di Cappelle che ricordano quanto fosse presente il pensiero religioso nella realtà passata di queste terre. Evidenti tracce ricalcano il sentiero che percorre ora quasi fedelmente il filo di cresta del crinale montuoso, salendo a destra, entriamo nel bosco e transitando per l’Alpe Barbughera (m.1403), raggiungiamo la vasta alpe Pian Campello (m.1565). Dall’alpe si gode una magnifica vista sul massiccio del Monte Rosa e sulla cima a cui siamo diretti. Proseguendo nel nostro cammino ci addentriamo in un boschetto di maggiociondoli e sorbi, transitiamo presso il “ Sass del Bech″ (m.1650) e fuori dal bosco siamo oramai sulla sella che prelude alla vetta dove si trovano le due alpi Prato Bianco di Sotto (m.1663) e Prato Bianco di Sopra (m.1792). La zona prende il nome dalle abbondanti fioriture delle innumerevoli specie di flora alpina che in primavera ed in estate interessano il territorio. Il sentiero continua seguendo il ripido crinale e con un ultimo sforzo raggiungiamo la cima del Pizzo Tracciora di Cervatto (m.1917), qui conosciamo  Laura, Federica, Chiara e Francesco. La vetta è caratterizzata dalla croce eretta nel 1967 in occasione del centenario della sezione CAI di Varallo e dall’altare edificato nel 1993 dalle Associazioni dei Cacciatori dei Comuni confinanti sul pizzo. Un esteso panorama che abbraccia l'alta Val Mastallone, la Val Sermenza e la catena delle Alpi occidentali con il Monte Rosa in primo piano, ripaga della fatica fatta durante la salita. Terminata la sosta contemplativa, iniziamo la discesa per raggiungere nuovamente l’Alpe Pian Campello dove sostiamo per il pranzo prima di riprendere nuovamente il cammino e ripercorrere lo stesso percorso di salita per ritornare nuovamente a Rossa dove si conclude anche questa altra bellissima escursione in terra valsesiana su una cima che, nonostante la sua modesta altitudine, è una vetta grandemente panoramica.



Curiosità

Era di Rossa il canonico Nicolao Sottile (1751- 1832) celebre personalità valsesiana nota per i lavori di costruzione dell'omonimo Ospizio posto sul Colle Valdobbia oltre che per lo scritto “ Quadro della Valsesia ”, nel quale racconta puntigliosamente le dure condizioni di vita dei valligiani.
 Don Luigi Ravelli considerava come vero dialetto valsesiano, nella forma più pura e arcaica, quello di Rossa. la strada carrozzabile moderna raggiunse Rossa nel 1962.