Val Sesia

Ospizio Sottile-Lago della Balma m.2480

 
 Gita effettuata in data: 21-Agosto-2020                                                    

 Partenza da: Cà di Janzo m.1354
 Dislivello totale : m.1126
 Difficoltà : E
 Durata totale h: 6,30

Accesso stradale:
 
Percorrere la A 26, da cui si esce al casello di Romagnano Sesia-Ghemme. Proseguire sulla SS 299 della Valsesia oltrepassando Varallo, Scopello e, poco prima di Alagna, si giunge a Riva Valdobbia da cui si raggiunge la frazione Ca’ di Janzo, dove parcheggiamo l’auto. Attenzione: da Giugno nei fine settimana e tutti i giorni di agosto, il tratto di strada verso la frazione S. Antonio è limitato ai soli veicoli autorizzati.

 

Dopo l’escursione all’Alpe Buzzo Superiore, Claudio ritorna in Val Sesia per percorrere l’anello che da Cà di Janzo sale a raggiungere l’Ospizio Sottile al Colle Valdobbia per proseguire passando per il Lago della Balma e scendere a Larecchio per ritornare a Peccia e concludere lo stupendo giro ad anello facendo rientro a Cà di Janzo.

 Lasciata l’auto, ci incamminiamo lungo la strada asfaltata e dopo aver attraversato le frazioni di Cà Piacentino, Cà Morca e Cà Verno, raggiungiamo la piazzetta di S. Antonio su cui si affaccia l’omonima chiesa e il “ Rifugio Val Vogna ”, punto tappa della Grande Traversata Alpina. Superiamo la chiesa e iniziamo a percorrere la strada sterrata che si snoda quasi pianeggiante fino alla frazione Peccia m.1529, (con la sua bella baita riccamente addobbata con bellissimi gerani) il primo nucleo colonizzato dai Walser provenienti da Verdobi, contraddistinto dalla chiesetta di San Grato (m.1525) che, voltando le spalle alla valle, ha la facciata rivolta verso il Colle Valdobbia per accogliere i viandanti che in passato giungevano da lì. Oltrepassato l’oratorio si continua in falsopiano sino a pervenire al vecchio ponte in muratura che si dice sia stato costruito dai soldati di Napoleone nel 1800 (ripristinato dopo una piena qualche anno fa), che permette il superamento del torrente Sulino. Lasciamo a sinistra l’itinerario 205, seguito nella precedente occasione e ci avviamo a destra per risalire la ripida china che porta a raggiungere la bella cappelletta e le poche case che costituiscono il villaggio de La Montata (m.1638). Proseguendo ci inoltriamo nel lariceto superiamo le due baite dell’Alpe Tecchiale e, superato un dosso tra i rododendri, incontriamo due giovani camosci intenti a leccare le rocce circostanti, alzando lo sguardo ci appare, ancora lontano sul colle, l'Ospizio Sottile. Proseguendo superiamo le plaghe chiamate Piana Grande e Sasselli dell'Asina, fino a entrare nel vallone finale che percorriamo risalendo qualche tornante, lasciando a destra poco prima del valico l'itinerario 201b, per il Passo di Valdobbiola giungiamo finalmente al Colle Valdobbia, (m.2480), su cui è posto l'Ospizio Sottile, oggi abbastanza frequentato da un buon numero di escursionisti. Scattata la foto ricordo all’ingresso dello storico rifugio, ci accingiamo ad intraprendere la via del ritorno seguendo il percorso alternativo, meno frequentato e più lungo del sentiero seguito in salita. Lasciamo il Colle Valdobbia e ci avviamo a sinistra ( itinerario 201c) lungo il traverso pianeggiante giungendo sulla spalla rivolta al versante della Val Vogna, oltrepassato la selletta ci inoltriamo nel solitario Vallone della Plaida e perveniamo al Lago della Balma sulle cui acque emergono sporadiche isole di ranuncoli acquatici. Con percorso libero costeggiamo le sponde del lago, superando la scomoda ed infida pietraia, per poi rientrare sul sentiero che ci permette di raggiungere lo splendido pianoro in cui è adagiato l’Alpe Larecchio popolato da stupende baite walser, alcune delle quali sono oggi sono sede di un rinomato agriturismo. Da questo punto non resta altro che ripercorrere in senso inverso il percorso seguito al mattino che ci riporta a raggiungere di nuovo Cà di Janzo dove chiudiamo anche questa bellissima escursione in terra valsesiana.
 

CURIOSITA’

 Per secoli il Colle Valdobbia è stato punto di transito per gli emigranti valsesiani che raggiungevano Gressoney, la Svizzera e la Francia. Fu proprio per garantire un punto di sosta nei viaggi di r iritorno invernali dei viandanti valsesiani che nel 1787 Gian Giuseppe Liscotz di Gressoney e il capitano Giovanni Giuseppe Gianoli di Riva facevano costruire sul Colle di Valdobbia una stalla e una cappella, ricovero risultato col tempo inadeguato per l'intenso passaggio nei due sensi degli emigranti. Una disgrazia avvenuta nel 1820 indusse il Canonico Nicolao Sottile a dare mano alla costruzione dell'Ospizio per fornire un appoggio ai migranti. Il rifugio fu fatto costruire a spese dello stesso canonico che lo tenne aperto nel periodo invernale tra il 1822 ed il 1831, quando lo cedette al comune di Riva Valdobbia. Si tratta di un fabbricato a due piani: al piano inferiore l'entrata, la cucina e due sale da pranzo; al primo piano le camere da letto, servizi e un tempo anche l'osservatorio meteorologico. Nel fabbricato è inserita la chiesuola dedicata alla Madonna della Neve, la cui festività viene ancora oggi celebrata con una messa nel mese di agosto. Era sorto così il primo Ospizio-Rifugio della Valsesia, che ospitò principi e regnanti. È oggi aperto con servizio di ristorante e pernottamento nel periodo estivo ed è dotato di materiale di pronto soccorso.


 

Questo itinerario fa parte della Gta (Grande Traversata delle Alpi), della Via Alpina e del Sentiero Italia Cai.