Accesso stradale:
Da
Vergiate si prosegue sulla SS 629 sino a Besozzo da cui
si raggiunge Cocquio Trevisago, per poi proseguire sino
alla località Carnisio dove si parcheggia nei pressi
della
chiesa di Santa Maria.
Lasciata l’auto, ci incamminiamo giungendo in breve
nell’abitato di Caldana che attraversiamo salendo verso
monte seguendo la chiara segnaletica che indica il
sentiero 317
e l’inizio del “ sentiero delle sculture ”.
Si percorre la strada San Bernardo, (da cui si ha una
splendida vista sulle Alpi Ossolane e sul Monte Rosa)
poi, lasciando il paese ed affiancando giardini e prati
si perviene a Cerro (m.464), uno dei borghi più
caratteristici di Cocquio Trevisago. L’abitato raccolto
attorno alla via principale offre preziose testimonianze
di edifici rustici che conservano inalterati scorci,
case e cortili d’altri tempi, (una finestra sul
mondo contadino di circa duecento anni fa). Percorrendo
la stretta via Principe Umberto si attraversa il piccolo
nucleo abitato (nel cui centro sorge la Chiesetta,
risalente alla fine del 1600, dedicata all’Annunciazione
di Maria Vergine, S. Bernardo e S. Antonio Abate), fino
ad intercettare il
sentiero 317
del Parco Campo dei Fiori. Abbandonato il selciato
entriamo nel magico bosco dove le stupende sculture
realizzate da Sergio Terni, un artista del luogo che con
passione ha realizzato negli anni una vera e propria
esposizione a cielo aperto accompagnano il cammino che
inizia con la
bella scritta,
“ Non puoi vivere una favola se ti manca il coraggio di
entrare nel bosco ”, a cui fa seguito la maschera del
guardiano del bosco
incisa in un ceppo. Le artistiche sculture si susseguono
nel tratto pianeggiante e lungo il percorso si
incontrano il Guardiano del Bosco, la Strega del Cerro,
la Vipera, il ragno, lo scoiattolo, la Dea Berta, lo
gnomo, il gufo e alla fine del piccolo tragitto
l'elfo con la sua lanterna con accanto il fungo colorato.
Purtroppo a questa scultura, per espresso volere
dell’artista, non ne seguiranno altre e termina così il
sentiero che ha creato tante discordie. Continuando in
leggera salita incontriamo i
residui della recente nevicata
e poco dopo il sentiero è interrotto, in quanto le
piante cadute ne impediscono il transito in sicurezza,
per cui veniamo deviati sul
vicino sentiero
che continua in direzione del Forte di Orino
offrendoci particolari scorci panoramici.
Progredendo risaliamo
il
lungo
traverso
dove calziamo per sicurezza i ramponcini per non
scivolare sulla neve, già compattata dai precedenti
passaggi. Siamo arrivati sul costone che percorso per
un
breve tratto ci permette di raggiungere la cima
denominata “
Forte di Orino ” (m.1139), il piazzale
fortificato appartenente alla “Linea Cadorna”
rappresentante un ottimo punto panoramico tra i più
significativi tra quelli che si trovano nel territorio
della provincia di Varese. Da questo punto lo sguardo
non incontra ostacoli che impediscano la visione di un
panorama circolare completo e la vista, oggi purtroppo
disturbata da una grigia coltre di nuvole, spazia dalla
zona sud nella quale è possibile ammirare il
lago di
Varese, il lago di Comabbio, il lago di Monate e il lago
Maggiore, fino alla zona nord con la
vista sulle
montagne d'intorno
e sulle più lontane cime alpine e
prealpine fino agli Appennini Liguri. Dopo la sosta
ristoratrice e la classica
foto ricordo, ci incamminiamo
sulla
via del ritorno
che effettuiamo percorrendo a
ritroso lo stesso percorso seguito in salita fino a
tornare di nuovo a Cerro dove, sulla parete di una casa
contempliamo un’altra delle sculture realizzate da
Sergio Terni, una statua in legno raffigurante “
San
Bernardo e il Ciapin
”. L’opera, che ha impreziosito l’abitato, è la prima
del progetto che prevede la realizzazione di un museo a
cielo aperto con la creazione di un percorso culturale
fra arte, fede, storia e tradizione che permetterà al
visitatore di conoscere il passato di questo antico
villaggio. Visitando la piccola chiesa abbiamo
l’opportunità di vedere l’ultimo
lavoro dell’artista
che, in tema natalizio, ha realizzato un bellissimo
presepe.
Lasciamo il paese e soddisfatti della bella escursione
percorriamo l’ultimo tratto di percorso che ci riporta
all’auto, fantasticando già sulla prossima uscita.
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